Obbedire è sempre giusto?
Mi rendo conto che per molti là fuori discorsi del genere sono inaccettabili e io che li faccio sono fuori di testa o irresponsabile o scellerato, o tutte queste cose messe insieme e peggio ancora. Lo accetto, lo comprendo e rispetto i punti di vista diversi dal mio. Se qualcuno vuole giocare al tiro a segno sono qui disponibile, mai fregato nulla della reputazione né tanto meno del consenso.
Chiarito questo punto, ci tengo a dire (o ribadire) un concetto, ora più importante che mai: le leggi e le regole che seguo e rispetto, le seguo e le rispetto perché le condivido e le accetto. Altrimenti le infrango (come ho fatto svariate volte in passato, come faccio nel presente e come farò in futuro, se lo riterrò opportuno). L’unica legge che per me non è in discussione, è la mia legge morale.
Chiamatela anarchia, chiamatela auto-regolamentazione o come vi pare e piace, non mi interessa, sta di fatto che per me è così e attenzione: tale forma mentis prevede un’estrema disciplina (agli antipodi di una libertà totale e senza limiti) che comprende, prima di tutto, un profondo rispetto nei confronti degli altri esseri viventi e della società nella quale vivo. Non è un modello adottabile o funzionale per la massa? È utopistico? È presuntuoso? Tutto può essere, ma la cosa non mi riguarda.
Alla base della mia esistenza c’è la mia auto-determinazione. E credo dovrebbe essere alla base di ogni essere umano. Poi ognuno faccia quello che crede. Ci tengo solo a sottolineare la differenza tra moralità e obbedienza, che forse a molti sfugge.
La moralità è fare ciò che è giusto, a prescindere da ciò che ti viene detto. L’obbedienza è fare ciò che ti viene detto, a prescindere da ciò che è giusto.
Occhio… perché più di una volta, nella storia dell’umanità, stragi e genocidi sono stati compiuti da coloro che obbedivano, senza porsi dubbi o domande su ciò che gli era stato detto di fare.