Nuovo endocannabinoide scoperto nei delfini
Uno studio scientifico sui delfini ha permesso di scoprire una nuova molecola chiamata pentadecanoilcarnitina (PDC)
Di tutti i mammiferi marini, i delfini sono senz’altro tra i più amati e lo sono per una miriade di ragioni: riescono a strabiliarci con le loro evoluzioni sul pelo dell’acqua, con il loro adorabile muso che pare sempre sorridente e con la loro incredibile intelligenza, capace di profondità emotive e cognitive simili alle nostre.
Da oggi però, c’è una ragione in più per cui l’uomo, o meglio ancora, chi si dedica con scrupolo e dedizione alla scoperta di nuovi campi di ricerca, li potrà amare, e questo grazie ad una recente, stupefacente scoperta!
Secondo un articolo pubblicato il mese scorso su Scientific Reports e guidato dai ricercatori Stephanie Venn-Watson e John Reiner, un nuovo endocannabinoide identificato recentemente nei delfini tursiopi, una molecola chiamata pentadecanoilcarnitina (PDC) potrebbe svolgere un ruolo in vari processi fisiologici legati alla regolazione dell’infiammazione, del dolore, dell’umore e del sonno.
I DELFINI HANNO CARATTERISTICHE SIMILI ALL’UOMO
Nell’introduzione dello studio americano leggiamo che “l’acido pentadecanoico (C15:0), un acido grasso saturo […] presente nei grassi lattiero-caseari, così come in alcuni tipi di pesce e piante, sta emergendo come acido grasso essenziale, necessario nella dieta per mantenere la salute fisiologica.”
“Ampi studi di coorte prospettici hanno collegato concentrazioni circolanti più elevate di C15:0 a minori rischi di sviluppare malattie croniche, comprese malattie cardiovascolari, insufficienza cardiaca e diabete di tipo 2. Inoltre, una maggiore assunzione con la dieta e concentrazioni circolanti di C15:0 sono state associate a una minore mortalità e una maggiore longevità.”
Come gli esseri umani, i delfini tursiopi (Tursiops truncatus) sono mammiferi dotati di un cervello di grandi dimensioni e sono longevi – vivono i media 30 anni – e, come riportato nell’introduzione dello studio: “quando ai delfini è stata somministrata una dieta a base di pesce ricca di C15:0, questo ha determinato una diminuzione dell’insulina e del colesterolo, ed anche un’anemia attenuata.
IL METODO UTILIZZATO NELLO STUDIO SUI DELFINI
In primis, dà sollievo leggere le dichiarazioni etiche riguardo al fatto che: “Il programma sui mammiferi marini della Marina degli Stati Uniti è accreditato dall’Association for Assessment and Accreditation of Laboratory Animal Care International e aderisce agli standard nazionali […] e all’Animal Welfare Act.”
“[…]la popolazione dello studio proveniva da una popolazione di delfini tursiopi adulti (Tursiops truncatus) che vivevano nella baia di San Diego, in California […], curati all’interno del Programma dei mammiferi marini della Marina degli Stati Uniti […]. I delfini inseriti nella dieta modificata (N=20) e quelli a cui veniva mantenuta la dieta di base (n = 10) sono stati abbinati per età e sesso.”
“La dieta di base era costituita da una tipica dieta dei delfini della Marina, così come sono stati alimentati negli ultimi dieci anni (75% kcal capelano + 25% kcal aringhe/calamari). La dieta modificata (50% kcal muggine + 25% kcal capelano + 25% kcal aringa/calamaro) mirava ad aumentare l’assunzione di acidi grassi saturi a catena dispari sulla base dello studio pilota originale.”
“Venti delfini sono stati trasferiti alla dieta modificata per sei mesi. Dieci delfini, alloggiati nello stesso ambiente, sono stati mantenuti con la dieta di base per controllare potenziali fattori ambientali non alimentari che potrebbero essersi verificati durante lo studio.”
I BENEFICI PER LA SALUTE RISULTANTI DALLO STUDIO
Come apprendiamo dalla sezione discussione: “Quando i delfini tursiopi sono stati nutriti con una dieta di pesce modificata con C15:0 più alto, le concentrazioni sieriche di C15:0 e di pentadecanoilcarnitina sono aumentate entro il primo mese; queste concentrazioni sono rimaste superiori ai controlli di base durante lo studio di 6 mesi.”
“Ciò indica che la pentadecanoilcarnitina può essere prontamente prodotta e mantenuta nell’organismo modificando l’assunzione esogena di C15:0. […] Indipendentemente dalla fonte endogena o esogena, questo studio ha dimostrato che gli interventi dietetici possono aumentare efficacemente le concentrazioni circolanti di C15:0 e pentadecanoilcarnitina a lungo termine.”
“In precedenza abbiamo riportato che questo studio sulla dieta modificata ha prodotto colesterolo totale e insulina più sani e più bassi, nonché un’anemia alleviata, che è stata attribuita all’aumento delle concentrazioni di C15:0.”
“In particolare, la pentadecanoilcarnitina ha potenti attività pro-endocannabinoidi, di supporto della serotonina e antistaminiche rilevanti per promuovere la salute fisica e mentale, inclusa la sua capacità di regolare l’infiammazione, il dolore, l’umore, il sonno e lo stress.”
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