Il nuovo Codice della Strada? “È follia ideologica”
È l'opinione di Filippo Blengino, segretario dei Radicali che è sotto processo per "guida sotto effetto di cannabis", dopo essersi auto-denunciato
“Il nuovo codice della strada si sta trasformando in una vera e propria follia ideologica“. È l’opinione, lapidaria, di Filippo Blengino, segretario dei Radicali italiani che a dicembre, dopo l’entrata in vigore del nuovo codice della strada fortemente voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, si è autodenunciato: ha fumato una canna il sabato e il lunedì successivo si è recato dalle forze dell’ordine.
Lo scopo? Quello di difendersi nel processo con la speranza di sollevare la legittimità costituzionale di questa legge, che sarebbe poi verificata dalla Consulta.
«Sei milioni di consumatori di cannabis, che si mettono alla guida diversi giorni dopo l’assunzione, perfettamente lucidi, rischiano il carcere e multe fino a 6mila euro», ha argomentato Blengino sui social spiegando che: «A questo si aggiunge una grave discriminazione nei confronti di chi soffre di patologie mentali. Per questo non si può che condividere l’allarme dei medici che denunciano che “antidepressivi, ipnoinducenti, ansiolitici e tutte le principali terapie per pazienti affetti da malattie mentali non possono essere equiparati alle sostanze stupefacenti. Spero di poter arrivare il prima possibile in tribunale per smontare queste norme assurde».
Nei giorni scorsi, infatti, dopo le veementi proteste dei pazienti cannabis, che hanno diffidato il governo chiedendo la convocazione del tavolo tecnico annunciato proprio da Salvini e mai convocato, si sono aggiunte le voci contrarie della Lega italiana contro le epilessie e la Federazione Italia epilessia e poi quella della Società italiana di psichiatria, che ha chiesto che i pazienti con patologie mentali vengano completamente esentati da questa legge. Infine è arrivata anche un’interrogazione parlamentare, da parte di Francesca Ghirra di AVS, che ha sottolineato che: «Le scelte ideologiche del ministro Salvini non possono ledere i diritti dei malati e la loro libertà di movimento».
Intanto, per capire cosa aspettarci, abbiamo contattato il segretario dei Radicali.
Inizierei questa intervista con un bel grazie, da parte mia, e di tutti gli italiani, anche quelli che nemmeno si rendono conto di doverti ringraziare, visto la battaglia che stai portando avanti per tutti…
Ci proviamo!
Come vanno i primi giorni senza patente?
Io vengo da Cuneo, una città abbastanza periferica, dove muoversi senza macchina è impossibile. Per fortuna, vivendo da anni a Roma, sono abituato a stare senza patente. Il grande tema credo che riguardi le persone che, oltre alla patente, rischiano di perdere anche il lavoro, e ci stanno arrivando tante segnalazioni.
Hai definito il nuovo Codice della strada come una follia ideologica, ci spieghi perché?

Innanzitutto per questa lotta continua, finta e ideologica alla questione delle droghe, con il proibizionismo che non si ferma. Faccio un esempio. La Lega sta cercando di bloccare in tutti i modi le zone 30 (dove si può viaggiare al massimo a 30 km orari, nda) istituite a Bologna. Daranno fastidio a qualche automobilista perché andare a 30 all’ora può essere fastidioso, però, in un anno, hanno azzerato le morti per i pedoni e fatto diminuire del 16% sul numero di persone che vengono investite. Davanti a un provvedimento utile, che va davvero a ridurre le morti, la reazione della Lega e di Salvini è quello di tentare di bloccare la norma.
Davanti invece a un qualcosa che non produce morti – persone che lucidamente si mettono alla guida – nasce la lotta fondamentale del ministro dei Trasporti. Questo è il motivo per cui l’ho definito una follia ideologica, che, oltre a essere ideologica, è anche inutile e dannosa, rovinando la vita di quelle persone che senza patente non possono andare a lavorare, rischiando anche una sanzione penale di non poco conto.
Il ministro Salvini continua a sostenere che i pazienti sono tutelati, mentre i pazienti stessi continuano a protestare, spiegando che nella legge non c’è nessuna deroga (come per altro confermato dal vicequestore della Polizia Alessandro Abruzzini, che al Messaggero ha infatti sottolineato che: «Attualmente non ci sono norme che consentano agli agenti di polizia di trattare diversamente chi assume stupefacenti per uso terapeutico»). Perché secondo te Salvini si ostina a dire che sono tutelati?
Me lo chiedo anche io. Le cose “divertenti” sono due: la prima è che lui dice – falsamente, come giustamente sottolineavi – che se una persona assume cannabis terapeutica e si mette alla guida in uno stato di lucidità, è esente dalle sanzioni. Significa che una persona che assume cannabis a scopo terapeutico e si mette alla guida, può farlo, e allora perché chi l’assume a scopo non terapeutico non può farlo? Questo è già il primo vulnus che Salvini non vuole spiegare. La seconda è che dice appunto una falsità, perché se vengo fermato e assumo farmaci stupefacenti – e quindi non solo la cannabis – rischio lo stesso la sanzione perché non ci sono esenzioni. Tant’è che il ministro dice da una parte, «se avete la ricetta siete tranquilli», però dall’altra dice che per risolvere la situazione bisogna convocare un tavolo tecnico che non è mai stato istituito. Delle due l’una e questo dimostra che non sa cosa stia facendo.
In tutto questo le associazioni dei pazienti cannabis, oltre a pazienti epilettici e alla Società italiana di psichiatria, stanno cercando di avere delle risposte chiare.
È una deriva antiscientifica: l’appello dei giorni scorsi della Società italiana di psichiatria – parliamo di tecnici che andrebbero tenuti in grande considerazione – dice chiaramente che alcuni farmaci, come antidepressivi o ansiolitici, non possono essere considerati alla pari degli stupefacenti. E poi ci sono altri due grandi temi: quello dei falsi positivi e quello degli stupefacenti che non vengono rilevati dai test, come ad esempio il Fentanyl, un oppiaceo potentissimo. Quindi i test non rilevano alcune droghe pesanti, ma rilevano tracce di cannabis consumata giorni prima.
Un altro degli aspetti allucinanti sono le persone fermate a piedi e che, trovate positive, si vedono ritirare la patente.
Abbiamo avuto giusto ieri una segnalazione si una ragazza che vive a Berlino, il cui fratello, che vive in Italia, è stato fermato. Era a piedi in un parco e stava fumando una canna, a piedi. Gli è stata ritirata la patente per 10 giorni, oltre alla sanzione economica, e agli aspetti psicologici. Questa persona non può andare a lavoro, si trova limitata nei suoi diritti, e ne soffre. Questo accade non per il codice della strada ma per il famoso articolo 75 (che punisce l’uso personale di cannabis e può portare al ritiro di patente e passaporto, fino al percorso al Serd se il prefetto lo ritiene necessario, nda), che è un altro segnale di follia ideologica e andrebbe abrogato subito. Ma il tema vero è il fatto che questo governo continua a implementare norme di questo tipo, proibizioniste e ideologiche. Dobbiamo insistere sull’aspetto delle disobbedienze civili per cercare di sollevare l’opinione pubblica e provare concretamente, nel processo, a smontare questa legge.
Perché l’obiettivo è quello di sollevare la legittimità costituzionale della legge all’interno del processo che subirai, giusto?
Non è una cosa improbabile. Diversi avvocati che abbiamo sentito ci hanno spiegato che la sollevazione della legittimità costituzionale è una possibilità concreta. Questo non vuol dire che la legge automaticamente verrà dichiarata incostituzionale, ma che è possibile che il giudice, durante il processo, chieda alla Consulta delucidazioni su come applicare questa norma.
Il mio dubbio sono le tempistiche: la Fini-Giovanardi, prima di essere dichiarata incostituzionale, ha contribuito a mandare in galera decine di migliaia di persone. Possiamo sperare in tempistiche più brevi?
Io non credo che le tempistiche saranno così lunghe, tenendo conto che il mio processo dovrebbe iniziare nei prossimi mesi. Certo, per arrivare alla Corte Costituzionale ci vorrà un po’ più di tempo, e nel frattempo è evidente che ci saranno dei danni immani, con persone che saranno condannate e vedranno la propria vita rovinata.