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Nuova proposta di legge sulla cannabis light: “La politica deve assumersi le proprie responsabilità”

Piante di cannabis light
Ci risiamo. Nonostante i diversi tentativi andati male, il fronte pro canapa ci riprova e torna a proporre una legge che possa risolvere quel brutto pasticcio all’italiana che è nato intorno al fenomeno cannabis light.

Un fenomeno agricolo, non normato dalla legge sulla canapa industriale del 2016, dal quale è nato un vero e proprio settore economico con migliaia di aziende agricole e commerciali collegate che aspettano da 2 anni che venga fatta chiarezza.

Abbiamo assistito a diverse proposte di legge che avrebbero modificato la 242 del 2016 ma delle quali non è mai stata calendarizzata la discussione. Poi all’emendamento inserito nella legge di bilancio che è stato bocciato dalla presidente del Senato Casellati, e a un altro emendamento inserito nel Milleproroghe che purtroppo ha avuto la stessa sorte.

Ora c’è una nuova proposta di legge, che vede Riccardo Magi come primo firmatario ma che è stata sottoscritta da 60 deputati di vari schieramenti, dal gruppo misto ai Radicali, passando per tutti i partiti che compongono la maggioranza. Il testo sarà pubblicato la settimana prossima (potete vederlo QUI in anteprima) per poi essere affidato alle commissioni competenti in materia, con la speranza che possa essere calendarizzato e approvato al più presto, perché il settore non può aspettare oltre.

“Dopo aver tentato di fare quel chiarimento normativo che tutto il settore della canapa italiana aspetta da anni perché altrimenti è a rischio la sopravvivenza di molte attività commerciali e posti di lavoro, dopo aver tentato con gli emendamenti alla legge di bilancio e al Milleproroghe avendo incontrato degli ostacoli che in realtà erano di volontà politica, insieme a molti colleghi abbiamo fatto questa proposta per dare certezza al settore”, spiega Riccardo Magi a Dolce Vita. “Io sono convinto che se si fosse trattato di un rischio di migliaia di posti di lavoro in un altro settore, già ci sarebbe stato un decreto del governo. Siccome purtroppo c’è di mezzo la parola canapa e quindi lo stigma del pregiudizio e della strumentalizzazione politica, ci troviamo in questa situazione assurda”.

Nel merito la proposta di legge, la numero 2309, è molto semplice. Magi infatti racconta che “interviene con due articoli sia per modificare la legge 242 del 2016, sia sul testo unico degli stupefacenti. In modo da chiarire al di là di ogni dubbio e interpretazione che i tribunali dovessero dare, che, la produzione e la commercializzazione per qualsiasi uso, di canapa con un contenuto di THC inferiore allo 0,5% è legale e quindi non è assolutamente punibile“.

I 60 deputati sono gli stessi che fanno parte del nuovo inter-gruppo sulla legalizzazione: si stanno attivando per promuovere diverse iniziative e questa era evidentemente la più urgente.

“Speriamo che, visto che il testo parte anche con una sottoscrizione così ampia e trasversale, questo serva per velocizzare l’iter”. Ora infatti serve che la legge venga calendarizzata e discussa al più presto, tenendo conto anche “del vuoto normativo e c’è una sofferenza di un intero settore produttivo”.

Secondo Magi “è solo una questione di volontà politica e credo sarà anche un momento di verità, rispetto ai cittadini e ai lavoratori. Un momento in cui la politica si deve assumere le proprie responsabilità”.



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