Norvegia: la cannabis davanti al Parlamento
Due associazioni norvegesi hanno organizzato una disobbedienza civile portando piante di cannabis davanti al Parlamento del Paese
In Norvegia gli attivisti hanno portato decine di piante di cannabis, oltre a infiorescenze e strumenti per consumarle, davanti al Parlamento.
Si tratta di una disobbedienza civile nata dal basso e gestita da due associazioni, l’Alleanza per le Politiche sulle Droghe Orientate ai Diritti (AROD) e l’Associazione dei Pazienti per l’Uso Sicuro della Cannabis (PASCAN), che vogliono così sollecitare le istituzioni nel momento in cui nel Paese di sta discutendo una riforma sugli stupefacenti.
Cosa è rimasto della credibilità del proibizionismo? Come possono agenti di polizia possono fidarsi dell’uso della forza? Come possono i cittadini mantenere la fiducia nello Stato? Sono le domande che Roar Mikalsen, il leader della AROD, ha posto mettendo l’accento sulla protesta e sui diritti umani dei consumatori di cannabis.
PROTESTA IN NORVEGIA: LA CANNABIS COME DIRITTO UMANO
“Man mano che un numero sempre maggiore di Paesi regolamenta il mercato delle droghe, questi dubbi sono molto sentiti”, sottolinea Mikalsen spiegando che: “Se una società libera dalle droghe non è un obiettivo raggiungibile, la scelta è tra un mercato criminale e un mercato regolamentato. Quest’ultimo sembra molto più adatto a proteggere i bambini e i giovani dalle dinamiche distruttive del proibizionismo e su questo sfondo AROD e PASCAN hanno lanciato una campagna per i diritti umani”.
Poi, dopo aver definito l’evento memorabile per l’inconfondibile odore di cannabis diffuso in tutta la piazza che è stata animata dalla musica, oltre che dalla protesta, ha raccontato che: “Cittadini impegnati si sono presentati con piante, canne e attrezzature per il consumo, ma la polizia non è intervenuta. L’incertezza che circonda l’uso della forza è stata messa a nudo e la manifestazione si è conclusa con pile di piante di cannabis portate al Parlamento”.
“Il fatto è che”, continua Mikalsen, “per 13 anni i consumatori e i coltivatori di cannabis norvegesi hanno denunciato una persecuzione arbitraria. Durante questo periodo, tutte le agenzie responsabili della politica sulle droghe hanno evitato di chiarire la proporzionalità dell’uso della forza, e il problema è che si vuole esaminare è il legame tra panico morale, violazioni dei diritti umani e persecuzioni arbitrarie del passato”.
“Il risultato”, conclude, “è che 500mila casi penali sono costituzionalmente contestati in Norvegia. Ogni anno, altri 20-30.000 casi si aggiungono a questi. Ed è questo punto cieco che AROD e PASCAN vogliono risolvere: durante la riforma delle droghe è diventato chiaro che solo la dissonanza cognitiva può portare a perpetuare la punizione, e si spera che questo evento aiuti il Parlamento ad affrontare i peccati del passato”.