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Non solo cannabis: il Messico pensa a legalizzare tutte le sostanze per combattere i cartelli

Non solo cannabis: il Messico pensa a legalizzare tutte le sostanze per combattere i cartelli
Una manifestazione contro la “war on drugs” a Città del Messico

Mentre si prepara a diventare il terzo stato americano a legalizzare la cannabis, dopo Urugay e Canada, il Messico non si ferma e pensa già al modo in cui regolamentare tutte le droghe con l’obiettivo di combattere i cartelli del narcotraffico. Ha rilanciare la proposta è stato Mario Delgado Carrillo, capogruppo dei deputati di MORENA, il partito al potere in Messico,

“Penso che dopo gli eventi di Culiacán (dove vi è stata una guerriglia di 10 ore messa in atto dai narcos per liberare uno dei figli di El Chapo Guzman che era appena stato arrestato dalla polizia, ndr) sia di massima urgenza procedere alla regolamentazione di tutte le droghe. Inziamo con la cannabis e creiamo un quadro giuridico complessivo di regolamentazione e legalizzazione per contrastare il mercato nero”, ha dichiarato.

Per la cannabis è questione di settimane. Il disegno di legge, sostenuto dal governo, è stato presentato in Parlamento e nelle prossime settimane diventerà legge. Ma il Messico sembra non volersi fermare e dimostra di voler finalmente dire basta alla fallimentare strategia della war on drugs imposta dagli Usa. Da decenni lo stato cerca di risolvere il problema del narcotraffico con la repressione, una strategia che non solo non ha funzionato nel suo obiettivo di ridurre i consumi, ma che ha progressivamente trasformato il Messico in un narcostato.

La regolamentazione di tutte le droghe non è una posizione isolata di Delgado Carillo, ma è sostenuta anche dal premier messicano Andrés Manuel López Obrador che lo messo tra gli obiettivi precisati nel “Piano di sviluppo nazionale 2019-2024”. All’interno del documento si legge: “La strategia proibizionista sulla droga è insostenibile, avendo fallito nei suoi obiettivi di salvaguardia della salute pubblica ed anzi creando un enorme problema di pubblica sicurezza […] Lo stato deve rinunciare alla pretesa di combattere le dipendenze vietando le sostanze e criminalizzando i consumatori. Serve un monitoraggio clinico e una somministrazione controllata delle sostanze alle persone che vivono problemi di dipendenza e, in un secondo momento, offrire piani medici di disintossicazione personalizzata”.



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