Non si può vivere con 2 euro al giorno
Giorni fa, una mia amica mi passa un articolo, uno dei tanti costruiti ad arte da certe testate per far sognare gli impiegati precari rinchiusi negli uffici molte ore al giorno. Questo tipo di giornalismo raggiunge spesso le vette del ridicolo.
Ci sono cervelli in fuga che in Italia stentavano a vivere come ingegneri ma che in Svezia come autisti di bus mantengono una famiglia con otto figli biondi e una moglie fotomodella, imprenditori che in America con un carretto dei gelati producono il PIL del Giappone e altri che hanno aperto un B&B a Tenerife dopo aver lavorato due mesi come lavapiatti.
Tra questi articoli sui cervelli in fuga, c’è qualche intervallo in cui si possono assaporare ridenti quadretti di felicità italica con gente che vive in cinque con cinque euro al giorno, in due con due euro al giorno, quelli che ne guadagnano 800 al mese e ne risparmiano 700…
Anni fa un editore mi chiese di scrivere un libro così, doveva intitolarsi “Come vivere con 1 euro al giorno”. Mi misi a ridere e rifiutai, perché onestamente non lo ritengo possibile. Proposi allora di non scriverlo in prima persona ma di raccogliere le testimonianze di chi lo faceva, di andare alla ricerca di questi fenomeni, rassicurata dall’editore che queste persone esistevano e non erano clochard alla stazione (tra l’altro appurai che ci vogliono almeno 5 euro a testa al giorno per vivere come clochard, me l’hanno spiegato due clochard per scelta).
Quello che ne venne fuori da questa ricerca, dopo parecchio girovagare, è stato un altro libro, perché io di persone che vivono così non ne sono riuscita a trovare. Persino nella comune di Avalon, oggi ecovillaggio degli elfi di Montevettolini, dove producono quasi tutto da sé e non hanno elettricità salvo qualche pannello solare… Persino lì la spesa pro capite supera i 30 euro mensili.
Allora, siccome sono una pignola noiosissima, ogni volta che mi arrivano questi articoli io vado a vedere esattamente cosa fanno queste persone, come vivono davvero. L’articolo passatomi dall’amica recitava testualmente che questa idilliaca coppia viveva in una casa di proprietà, autoproducendo tutto quello che gli serviva e spendendo solo 2 euro al giorno che fanno 60 al mese, totale di 730 euro all’anno. Un sogno.
Ma il sogno comincia a vacillare se torniamo nel mondo reale e da questi 730 euro togliamo almeno un trecento euro di IMU (perché dichiarano di avere una casa), di dichiarazione dei redditi, bollo auto, assicurazione… Tolto che molti di noi ci farebbero la firma per spendere solo 300 euro totali in queste prime gabelle che mi sono venute in mente. E siamo scesi a 400 euro in un anno che ci restano per mangiare, vestirci, pagare le utenze. A quest’ultima rido: io consumo poco, riscaldo solo a legna (che non è gratis) e biocombustibile (che non mi regalano), ma onestamente 400 euro di tutte le utenze in un anno sarebbero un sogno erotico! Che io sia diventata una consumista?!
La prima cosa che noto dei due che vivono con 2 euro al giorno è il selfie della foto che costella tutti gli articoli. Autoprodotto anche lo smartphone? E l’abbonamento del telefono, è gratis? Leggo l’articolo e tra le altre cose dichiarano di fare «formaggi vegetali per un mese con un euro di soia». Siamo nel mio campo, ci ho scritto un libro sui formaggi vegetali, conosco le misure con precisione millimetrica. Con un euro di soia, volendo comprare la più schifosa soia ogm d’importazione dell’ultimo dei discount (cosa che consiglio vivamente di non fare, un euro di differenza non vale la salute), avremo 500 g di soia per 1 euro. Ovvero, 5 litri di latte di soia. Da cui otterrò o 1 kg di ricotta di soia, oppure 800 g di tofu. E ci mangiano in due per un mese con 1 kg di ricotta di soia? Fanno 15 grammi a testa al giorno. Manco Gandhi.
Ho escluso ovviamente tutti gli altri tipi di formaggi che includono ingredienti e cagli spesso costosi, visto che dichiarano un euro per mangiare formaggi tutto il mese. E i calcoli proseguono così: 20 centesimi di sapone di marsiglia per quattro litri di detersivo… Non vedo altro sistema che sciogliere 30 grammi di marsiglia in 4 litri di acqua. Ottenendo acqua vagamente saponata. Ma va bene, perché se non ci sono panni molto sporchi basterebbe anche solo acqua e bicarbonato… però chiamare detersivo un pezzetto di marsiglia sciolto in quattro litri di acqua lo trovo un po’ forzato.
L’idea che rendono questi articoli è che queste famiglie vivano con 60 euro al mese in due (o 150 se sono in cinque) ovvero che noi siamo degli spreconi sprovveduti e lavoriamo inutilmente, quando stando a casa potremmo fare tutto con solo 60 euro e vivere beati di autoproduzione. Ci basta che arrivino in casa 60 euro al mese ed è fatta, tanto noi viviamo in due con due euro al giorno… È questo che deduce il lettore.
Come dicevo, sono una noiosa di notevole calibro. Ho raccattato tutti i dati che riuscivo a trovare sulla fenomenale coppia e sono andata a indagare. Quel che ho trovato mi ha lasciata delusa, sebbene mi aspettassi qualcosa del genere. Lui prende uno stipendio irregolare ma è a carico dei genitori, nella stessa casa in cui vivono. Quindi tiriamo una riga sull’acquisto casa e tasse conseguenti, ma non è da tutti non pagare affitti, mutui e compagnia. Lei prende una regolare pensione mensile INPS per invalidità e questo mi spiace, non è sicuramente una bella motivazione per ricevere del denaro. Ma non sono 60 euro al mese, superano gli 800.
Morale: vivere in due con due euro al giorno non si può, ma si può far credere.
«Ma hanno l’orto! » mi sottolinea l’amica che aveva passato l’articolo. Sì, anche io ho l’orto, ma non sono ancora riuscita a coltivare carta igienica e scarpe, ci sono cose che devo comprare anche avendo l’orto. Non ci stanno nei 60 euro al mese, mi spiace.
Si dovrebbe essere responsabili di quel che si dice. Perché quando una persona avrà comprato il libro o il servizio attaccato alla storiella, capirà di non poter vivere con solo 2 euro al giorno – per esempio perché per ricevere il suo stipendio non deve solo aspettare il versamento dell’INPS seduta comodamente in poltrona, ma deve andare sul posto di lavoro che gli costa di auto, benzina, bus, mezzi, scarpe ecc. – ecco, a quel punto avremo fatto un danno enorme per il mondo: creato una persona disillusa.
La disillusione è una piaga tremenda, difficilissima da lenire, difficile da rimarginare, da guarire. Crea un diffidente verso l’ecologia e il risparmio di risorse e avrai creato un danno per il mondo. È da irresponsabili.
Cerchiamo di essere invece responsabili e dire le cose esattamente come stanno. L’autoproduzione e la decrescita non sono una gara a chi spende meno soldi, ma un percorso comune per vivere con più rispetto per il pianeta. Produrre disillusione vuol dire invece arrestare questo cambiamento, vuol dire inquinare le menti e gli spiriti con il peso della presa in giro ed è un’azione meschina, con conseguenze per l’ambiente.
Per dovere di cronaca, le persone che ho trovato che spendevano meno di tutti, erano sul centinaio di euro al mese e vivevano in una casetta tra Ancona e Jesi, coltivando e raccogliendo, trasformando e barattando. Li sento ogni tanto tramite un amico comune perché non hanno cellulari, non fanno selfie e non hanno nemmeno un computer. Però, persino staccati da tutte le utenze e con le sole lampade a olio, devono spendere di più di due euro al giorno. Comunque sono tra le persone più felici che ho incontrato e fanno un ottimo pane di ghiande.