Non possiamo più permetterci gli sprechi
Attivo in Italia dal 2007, il Movimento per la decrescita felice ha un’ambizione di fondo: quella di suscitare un cambiamento di paradigma nella vita delle persone sotto diversi punti di vista. L’idea è di ridefinire la nostra way of life e i concetti di consumo, cura del corpo, alimentazione, produzione energetica, rifiuti, per arrivare a una nuova forma di cittadinanza attiva e consapevole. Ne abbiamo parlato con Lucia Cuffaro, presidente del Movimento.
Dottoressa Cuffaro, per iniziare: quando ha deciso di dedicarsi alle tematiche ambientali? C’è stato un episodio – un avvenimento nella sua vita, una lettura, un incontro – che ha “scatenato” in lei questa passione?
Ho cominciato molto presto, quando avevo più o meno undici anni. All’epoca abitavo a Roma nei pressi della grande discarica di Malagrotta, con tutti i disagi che comportava; nel tempo mi sono interessata sempre di più a questi temi, fino a quando ho iniziato a far parte dei comitati, a dare battaglia e così via. Per quanto riguarda invece il Movimento per la decrescita felice, ho iniziato nel 2008, frequentando i corsi di autoproduzione.
Dal 2017 lei è presidente del Movimento della decrescita felice. Se dovesse elencare i punti salienti del Movimento, quali sarebbero?
Il primo è la decrescita degli sprechi: attenzione a ridurli a monte. Poi la riduzione delle merci non necessarie. Ancora: il concetto di tempo liberato, diminuire il lavoro, soprattutto se non utile, per avere più tempo da dedicare all’attivismo e all’autoproduzione. Riuscire a riprendere in mano la forza di poter produrre da sé, in modo molto naturale. Il consumo critico, e quindi le filiere etiche per il cibo.
Su questi argomenti l’opinione pubblica si è mostrata ricettiva?
Assolutamente. C’è stata un’impennata sia nel consumo critico – legato al tema del biologico; soprattutto al sud, e questa è una bella notizia – che nel tema dell’autoproduzione. È un po’ una reazione di difesa, credo, alle merci vendute nella grande distribuzione organizzata, percepite come poco sane per via degli additivi, delle sostanze di sintesi, degli imballaggi. Dermatiti, intolleranze, glutine, allergie, problemi respiratori… Le persone stanno capendo quanto sia importante tornare all’essenza vera delle cose.
Il Movimento è attivo da più di dieci anni, essendo stato fondato nel 2007. È soddisfatta dell’impatto sulla società italiana?
Sono nel Movimento praticamente da quando è nato; in questi anni ho potuto notare un maggiore radicamento e presa sull’opinione pubblica. Dal 2007, quando Maurizio Pallante ha fondato il Movimento assieme ad altri “obiettori della crescita”, come potremmo definirli, le parole decrescita felice hanno assunto un appeal molto forte. Parlare di argomenti come la riduzione dei rifiuti a monte, decrescita degli sprechi, sobrietà, si è rivelato di grande interesse. Attualmente il Movimento può contare su circa quattrocento soci attivi in tutta Italia.
Tuttavia, spesso il concetto di decrescita felice è accompagnato – soprattutto sui media mainstream – da una certa ironia, se non da palese contrarietà. Cosa risponde a questi atteggiamenti?
Per molto tempo gli attacchi sono stati politici, quando il Movimento cinque stelle aveva mostrato – soprattutto agli inizi – una forte attenzione al tema della decrescita. Ma nonostante ci siano ancora alcune lacune in un certo racconto giornalistico, la crescita della consapevolezza ambientale ha portato una maggiore apertura anche nel discorso “mainstream”. In fondo il termine “decrescita felice” va prima di tutto legato alla riduzione degli sprechi, e chi può essere contrario a ridurli?
Nei suoi libri ha affrontato vari aspetti della nostra vita da “cittadini” – ad esempio consigliando come ridurre le spese domestiche, autoproducendo in casa – o da “persone”, come nel caso di “Cambio pelle in 7 passi”, dedicato alla cura del corpo: crede che questi due aspetti siano intimamente legati?
Sì, e parlerei di qualcosa di simile a una salita e poi a una discesa. La salita è quando inizi a interessarti, che so, alla cura del corpo, magari cominciando con uno shampoo solido, visto che adesso va di moda. Dopo questa piccola salita arriva la discesa: man mano che inizi a lavarti con prodotti biologici anziché con derivati dal petrolio, e percepisci quanto ci sia di sano in tutto questo, passi anche all’alimentazione, ai detersivi e così via.
Cosa pensa del clima politico di questi anni? Ha trovato nelle piattaforme dei partiti italiani una rinnovata attenzione verso questi temi?
Come Movimento abbiamo sempre cercato di fare in modo che la politica si interessasse ai nostri temi e alle nostre proposte, e anche da parte del mondo politico c’è attenzione alle nostre idee. Penso alla questione dei rifiuti, in particolare. Il punto è che il Movimento per la decrescita felice propone un paradigma differente, un nuovo approccio alla vita, e per questo non è facile declinarlo in azioni politiche immediate.