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No alla legge contro la canapa: “Non cancellate il nostro futuro”

Ieri la Coldiretti ha convocato una manifestazione di protesta contro l'emendamento del ddl Sicurezza che vuole trasformare il fiore di canapa in uno stupefacente

canapa coldiretti futuroNon cancellate il nostro futuro“. È il cuore della protesta dei canapicoltori italiani che ieri si sono riuniti a Roma, insieme alla Coldiretti, Filiera Italia e ICI (Imprenditori Canapa Italia), per appellarsi “a Governo e Parlamento affinché ritirino l’articolo 18”, quello che potrebbe azzerare le filiere della canapa industriale italiana.

Si tratta dell’articolo contenuto nel ddl Sicurezza che trasformerebbe il fiore di canapa in uno stupefacente, vietando importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli.

CANAPA: A RISCHIO 30MILA POSTI DI LAVORO

Il decreto, nella sua formulazione attuale, “rischia di azzerare – sostengono Coldiretti, Filiera Italia e Ici – una filiera che vale mezzo miliardo di euro, con tremila aziende agricole e 30mila posti di lavoro“.

Considerare infatti le infiorescenze di canapa come uno stupefacente non bloccherebbe solo la filiera della cosiddetta cannabis light, i fiori di canapa co livelli di THC sotto i limiti di legge, ma farebbe implodere anche le altre filiere, come quelle dell’alimentare, della cosmetica e della bioedilizia.

Inoltre, come sostenuto più volte in questi mesi, impedire la vendita e l’importazione della canapa violerebbe le regole comunitarie visto che la pianta, nelle sue varietà certificate stabilite dall’Europa, è classificata come prodotto agricolo dal Trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfue).

“Il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi è di avere un’interlocuzione sui numeri, sui fatti concreti, non prettamente su un aspetto di carattere ideologico per sentito dire che rischia di compromettere il lavoro di più di 3mila imprenditori e famiglie che hanno investito nel settore della canapa”, ha commentato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini.

No alla legge contro la canapa: "Non cancellate il nostro futuro"
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CANAPA COME LEVA STRATEGICA PER L’AGRICOLTURA

Prandini sottolinea poi di aver chiesto al ministro Lollobrigida di favorire un incontro con il sottosegretario Mantovano per spiegargli bene e nei dettagli che cosa vuol dire per gli agricoltori e per il Paese questo settore, sottolineando che Coldiretti “non lascerà mai soli i produttori di canapa”.

Secondo il presidente di Coldiretti: “La filiera della canapa industriale non è solo una nicchia produttiva, ma una vera e propria leva strategica per il rilancio della nostra agricoltura e per una transizione sostenibile. Parliamo di una coltura che ha dimostrato capacità di innovazione, sostenibilità e un alto valore aggiunto per le nostre produzioni agricole. Non possiamo accettare che venga bloccata per ragioni ideologiche o basate su una percezione distorta della realtà.”

LA FLEBILE APERTURA DEL GOVERNO

E una prima flebile apertura sarebbe arrivata dal presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo di Fratelli d’Italia, presente all’incontro. “Il mio impegno è riuscire a capire e far capire come coniugare la posizione ferma del governo, verso chi ha abusato della legge 242 del 2016 con le legittime aspettative di chi ha investito in un settore che è parte da sempre dell’agricoltura italiana”, ha dichiarato il senatore.

“Siamo molto soddisfatti di questo evento, anche perché è stato il primo appuntamento d’incontro tra un esponente della maggioranza e il settore della canapa industriale. Siamo molto fiduciosi che il senatore De Carlo potrà far tesoro delle informazioni che ha recepito durante questo evento per cercare di convincere la maggioranza e il Governo a ripensarci, o comunque trovare una soluzione affinché il settore della canapa industriale possa proseguire nel suo lavoro e nella sua crescita”, è la chiosa di Raffaele Desiante, presidente di ICI.

“Per quanto riguarda il ddl non credo ci sia possibilità di modificarlo, le opportunità però potrebbero essere nell’allegato agricolo alla legge di Stabilità o il decreto Milleproroghe, per ottenere per lo meno un entrata in vigore differita al 2026, avendo il tempo di attivare le vie legali sia in Italia che in Europa”, spiega Desiante che ha concluso evidenziando che: “Attualmente il settore della canapa industriale ha un volume d’affari intorno ai 500 milioni di euro. Con l’entrata in vigore dell’articolo 18 ci potrebbe essere una contrazione di più del 90% di questo volume d’affari, quindi quasi un azzeramento totale della filiera. Attualmente ci sono circa 30mila lavoratori tra stabili e stagionali, e il trend è assolutamente in crescita. Ogni anno abbiamo aggiunto nuove unità, nuovi occupati e le stime parlano di ulteriori 10mila occupati entro il 2029, se il quadro normativo resta uguale”.



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