Nitro – Enfant Prodige
Al secondo disco in poco più di due anni, Nitro porta con sé un dato certo: non c’è nessuno in Italia alla sua età – parliamo di un classe ’93 – che abbia il suo talento e la capacità di renderlo al servizio di un progetto discografico. Con “Suicidol” si è preso dei rischi, connaturati certo alla spavalderia da giovane età: il rischio di non fare un album “facile” e rivolto a coetanei e ragazzini, il rischio di prendere posizioni nette e coraggiose, il rischio di farlo da solo, senza l’ingombrante presenza dei suoi soci in Machete. Senza compromessi e calcoli, il rischio di un disco complesso tecnicamente e liricamente, ben più maturo di quanto l’anagrafe non dica. Ne abbiamo voluto parlare con lui in questa interessante chiacchierata:
NITRO
Enfant Prodige
++ “Suicidol” è il disco di un classe ’93, il lavoro di un ragazzo rivolto ad un pubblico formato maggiormente da ragazzini. Ma non è per nulla un ascolto “facile”…
Non mi sono mai piaciute le cose facili. Ho sempre pensato che nella musica le cose le devi far bene da subito, perché la gente, non appena ti conosce, va a cercarsi sempre cosa hai fatto prima. E io non voglio pentirmi di niente.
++ Ti senti cresciuto in fretta?
Ho sempre frequentato ragazzi più grandi di me, coi miei coetanei mi sentivo fuori luogo. Quello che scrivo è una conseguenza del mio percorso.
++ “Suicidol” è un disco coraggioso e ciò si evince anche da un lavoro sulla metrica importante, tra consonanze, allitterazioni e chiasmi. Non hai paura che la gente non se ne renda conto?
Credo che l’italiano in media non voglia pensare, ascoltando musica. Io invece voglio far riflettere. A livello metrico, io ho adottato la tecnica-Sean Price: le rime si chiudono sul rullante e fino a qui non ci vuole particolare attenzione. Tutte le rime vanno poi per livelli di apprendimento di metrica: se capisci di rap, capisci che la rima è chiusa sul rullante, ma prima ne ho chiuse altre quattro. Man mano che l’ascoltatore cresce capisce quante rime hai fatto, dopo aver già inteso la prima rima chiusa sul rullante.
“L’italiano, in media, non vuole pensare ascoltando musica.
Io invece voglio far riflettere, anche a vari livelli di apprendimento”
++ Far sembrare semplici cose che non lo sono.
Esatto, devi farlo scorrere così come se sembra facile farlo.
++ Come fare un disco con pochi featuring e senza nemmeno un machetero…
Non c’è nessun Machete perché abbiamo fatto da poco il Mixtape III e lì c’erano tante collaborazioni tra di noi, sarebbe stato troppo. Per quanto riguarda i featuring, io penso sia controproducente averne tanti su un disco e io stesso cambio impostazione tra quando scrivo per un mio pezzo o per un featuring: nei miei pezzi ci sono robe parecchio intime che sono solo mie, come potrei condividerle con un altro mc?
++ Quello credo sia uno dei limiti del rap italiano, figurati. E invece, come mai questi continui riferimenti a pellicole cult uscite tanti anni prima che nascessi?
Ho sempre avuto problemi di insonnia, quindi la notte guardavo in tv questi film che mi lasciavano affascinato. Anche nelle commedie, gli effetti speciali anni ’80 ti lasciavano un po’ di paura e mi piaceva molto…
“Nel disco dico, ridendo, alcune robe che invece sono tristissime.
Ma dimostra che ho combattuto e superato le mie paure”
++ C’è anche il coraggio di mettersi a nudo e parlare di una tormentata storia d’amore
Solitamente non ho avuto rapporti molto facili, dunque ho unito molte storie e le ho impersonificate in una sola. Io non mi sento di fare come gli artisti che si mostrano superiori agli altri, io voglio solo farti vedere come ho sconfitto le mie paure, mostrandotele proprio. In “Rotten” ci rido su dicendo che “se non rappassi forse sarei vergine”, ma non è una roba su cui ridere, è una roba tristissima, ma ti dimostra che le paure le ho combattute e pure superate.
“Storia di un defunto artista”, tra i brani più personali di “Suicidol”
++ Nel disco parli apertamente dei siti specializzati sull’hip hop, con riferimenti anche precisi. Cosa non ti va giù?
A me piace sdrammatizzare e fare ironia su queste cose. Se te la prendi troppo, magari dai un’importanza alla cosa che magari non c’è. Io sono dell’idea di fare sempre i nomi: se voglio dire una cosa, non devo privarmi di farlo e fortunatamente facciamo un genere che ci permette di farlo. Sono cose che all’inizio fanno scalpore, ma che poi possono creare un confronto, un dibattito costruttivo.
++ E perché, invece, non succede mai il contrario, non c’è nessuno che parli positivamente quando un sito specializzato fa bene?
L’hip hop lo devi vivere, per me, non commentare. La cosa bella è e deve essere lo spirito di appartenenza. Io sono dell’idea dell’”hip hop contro tutti”.
++ Spiega.
Se fai un disco e ti sputtanano su una rivista che non ha un cazzo a che fare con l’hip hop, io poi preferisco che chi invece fa parte della mia cultura “faccia squadra”, a meno che in quel disco non si facciano proprio cose non condivisibili. In America è andata forte questa roba perché hanno fatto fronte comune, l’hip hop non è sceso a compromessi e non se ne sono fregati un cazzo del resto. Sarà un’utopia…
“L’Hip Hop deve fare squadra.
In America questa roba va forte perché è unita contro tutto il resto”
++ Chiaro, l’intento della critica deve essere sempre mirato a costruire e non distruggere, siamo d’accordo. Però capita che alcuni tuoi colleghi condividano articoli di Libero o il Giornale, pur di mostrare che la stampa generalista parli di loro, e un po’ mi cadono le braccia.
Sono d’accordo. Dico che dovremmo essere più uniti e fare squadra contro “gli altri”, perché mi sembra una figura di merda se tu –giornalista specializzato – dici che un disco fa schifo mentre tutto il resto lo recepisce come un progetto figo.
++ Chiudiamo con una curiosità: l’aspetto-video è uno dei tanti ad aver fatto grande Machete. Ma vi vedete attori, in un futuro? Io qualche pellicola trash ve la farei girare…
Mi piacerebbe tantissimo, sono speranzoso! Mi vedrei bene a fare il redneck, con la salopette a torso nudo e con la spiga in bocca (risate)… dopo il video di “Space Invaders” ormai Salmo e io siamo i Jay & Silent Bob d’Italia, quindi prima o poi facciamo qualcosa!
++ Ci sarà un “Suicidol Tour”?
Il tour ufficiale comincia dopo l’estate. Per adesso sono impegnato negli instore ed in qualche data in giro per l’Italia con il Summer Live Tour. Formazione classica: one mc + one dj!
Il Nitro – Summer Live Tour andrà in scena a:
13 Giugno: Flava Beach – Castel Volturno (CE)
26 Giugno: Carroponte – Sesto San Giovanni (MI)
27 Giugno: Mamamia Club – Senigallia (AN)
03 Luglio: Sottozero Summer Festival – Cassinone (BG)
17 Luglio: Bari Hip Hop Day – Bitonto (BA)
18 Luglio: Malibù Discotheque – Selinunte (TP)
01 Agosto: Jamrock Festival – Cittadella (PD)
21 Agosto: Baia Imperiale – Gabicce Mare (PU)
22 Agosto: Tattoo Convention – Cagliari
05 Settembre: Home Festival – Treviso
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