Gli NFT volano nel settore della canapa
Anche nel settore della canapa gli NFT stanno prendendo piede per le loro caratteristiche di trasparenza e autenticità
Cosa sono gli NFT? L’acronimo deriva dalla locuzione inglese “Non Fungible Token”, ovvero “gettone digitale non riproducibile”, in altre parole, sono risorse digitali basate su blockchain con codici identificativi univoci e possono rappresentare oggetti o creazioni digitali di qualunque tipo che vengono acquistati e venduti online attraverso criptovalute.
Questi token o gettoni, nel campo delle produzioni artistiche digitali sono diventati molto popolari, in quanto danno la possibilità di acquistare o vendere opere digitali entrando automaticamente in possesso di un’opera unica, che reca in sé anche un’autenticazione ufficiale, fungendo quindi a tutti gli effetti contemporaneamente da certificato di autenticità e atto di proprietà.
La peculiarità degli NFT è quella di rappresentare un’opera che non può essere replicata e neppure sostituita, in quanto rappresenta un prodotto unico. Naturalmente oltre al mondo dell’arte, ora sono tanti i settori che stanno espandendo il proprio potenziale con questi token e secondo gli esperti del settore, gli NFT sono il futuro delle compravendite digitali.
Naturalmente, anche quello della canapa, essendo un settore in forte espansione, ha trovato la sua fetta di mercato nei gettoni digitali non riproducibili.
GLI NFT APPLICATI ALLA CANAPA: GARANTISCONO TRASPARENZA E AUTENTICITÀ
Dopo essersi fatti strada nel mondo dell’arte digitale, gli NFT stanno conquistando anche il settore della canapa. Le aziende di cannabis, infatti, stanno lanciando token non fungibili per creare aspettativa e interesse attorno ai nuovi prodotti, vendendo ai consumatori offerte esclusive e merce certificata, con tanto di certificazione di eventuali test di laboratorio.
Nel caso della canapa e dei prodotti derivati, gli NFT potrebbero aiutare a ridurre le contraffazioni affiancando alla compravendita codici QR o certificati di analisi, il tutto grazie alle caratteristiche di trasparenza che la blockchain è in grado di garantire: un’azienda o un consumatore può scansionare un codice QR, visualizzare l’NFT del certificato originale e la data in cui è stato rilasciato.
Altro esempio di NFT usati nel mondo della cannabis è quello di Crypto Cannabis Club: il progetto, che è cominciato a metà marzo 2022, prevede la vendita di cannabis certificata, ossia prodotta in un tempo e in un luogo preciso, raccolta secondo determinati criteri e con determinate qualità. A supportare il progetto una community di oltre 21 mila iscritti e i social network.
Ma c’è anche l’esempio, tutto italiano, di The Weed Revolution Club, una collezione di NFT che servirà a finanziare una serie di iniziative per la liberalizzazione della cannabis, che si rivolge a tutte quelle persone che desiderano far sentire la propria voce sulla lotta per la liberalizzazione della pianta.
Si tratta di una collezione di 10.000 NFT contenuta su OpenSea (marketplace specializzato nella compravendita di criptovalute, ndr) che mira a raccogliere dei fondi per finanziare le istanze a favore della liberalizzazione. In questo caso la cannabis rappresenta un ideale, ovvero un modo per investire in qualcosa in cui si crede.