Nex Cassel – Rapper Bianco
“Finalmente!” è stata la mia esclamazione quando Rapper Bianco ha smesso di suonare dalle cuffie. Finalmente perché è da tempo che ero in cerca di un disco che si concentrasse su quello che conta in un disco rap è il rap. Tutto questo al secondo ascolto.
Il primissimo play è tutta scoperta, o meglio, il primo resoconto è spiazzante: Nex Cassel è uno di quei pochissimi che ha come dote innata il saper canalizzare l’attenzione su di sé. Nonostante qualche elemento più o meno condivisibile, la tentazione di skippare una traccia non è mai presa in considerazione.
“Il miglior Rapper Bianco”
Nex Cassel col tempo ha imparato a farsi apprezzare, il flow e le metriche sono diventati aspetti caratterizzanti, c’è del rap di qualità anche nelle pause che prende.
Rapper Bianco parte in quarta con la sua title track a porre un’impronta che difficilmente si distanzierà dal resto del disco se non per qualche sfaccettatura, distanziandosi da una serie di aspetti pop a cui il rap oggigiorno fa l’occhiolino e nemmeno troppo di nascosto.
Tuttavia non si tratta di un disco di estremismi. In Rapper Bianco coesistono atmosfere tanto vicine alla trap quanto al rock, così come al rap nella sua connotazione più classica, spina dorsale dell’intero disco.
(Come) un back in the days
Le atmosfere old school trovano il loro picco in “Tira su le mani”, dall’alto rendimento live per il suo ritornello e un registro stilistico ancorato sulla prima persona, autoreferenziale senza sfociare in iperboli posticce…
“…facevo tutto il lungomare facendo freestyle”.
“Scuola classica” è un altro dei momenti più apprezzabili: l’intervento di Ensi è forse il featuring più azzeccato. A incorniciare il tutto gli stilosissimi cuts di dj 2P, davvero degni di nota.
Da non tralasciare anche la partecipazione di Esa e dj Rash, brano omogeneo nella sua composizione in cui Nex Cassel fa contemporaneamente citazioni a classici del rap italiano e non contento ne ospita gli autori nel proprio disco.
PH: Alberto Pepe
…Comunque attuale
In quel che resta in “Rapper bianco” va una particolare menzione a St. Luca Spenish, autore di tutte le strumentali. La sua qualità è nel saper bilanciare a dovere un sampling classico ad una composizione di ritmiche molto vicine agli stilemi della trap, senza necessarie forzature riguardo bassline così come per quanto concerne ai colpi serrati di hat, che nella fattispecie sono più un elemento di contorno che un irto tappeto che intasa le alte frequenze.
In definitiva…
La prova che forse più sintetizza al meglio l’impronta di Rapper Bianco è Guarda il meteo, azzeccata per il beat (la miglior prova del disco per St. Luca) e le liriche, probabilmente best practice nel disco di Nex, non solo sotto il punto di vista tecnico.
Il valore aggiunto è dato dalla scelta di comparire in quel preciso punto del disco, come a fare da spartiacque tra correnti old e new, prima che quest’ultima venga ripresa nella sua forma massima nella posse cut Non è tempo per piangere (con Dag, Gionni Gioielli, Gionni Grano, ed EliaPhoks), in Ripetizioni (con la partecipazione di Egreen e Dj Slait, anche questi autore di un’egregia prova) e infine in Black Market con Noyz Narcos.
Rapper Bianco si lascia ascoltare con estremo piacere se si cerca un disco che sa guardare avanti facendo leva sulla spina dorsale Hip Hop che traspare senza neanche tante difficoltà. Non emergono sfaccettature intimiste che lo rallentano, tutt’altro mantiene costantemente alti i giri, connotandosi come un album con attitudine da mixtape.