Nex Cassel – Come Dio Comanda (recensione)
Anticipato di qualche settimana dal terzo capitolo della saga Tristemente Noto mixtape, è arrivato Come Dio Comanda, album ufficiale di Nex Cassel fuori per Unlimited Struggle. Un disco che è stato rilasciato con ritardo rispetto ai primi programmi, ma che è finalmente venuto alla luce nelle scorse settimane. Primo lavoro ufficiale in veste solista per il rapper di MicroMala e Adria Costa, che congloba tutte le sensazioni delle release più veloci, i mixtape, in cui si è specializzato negli anni. Chi lo segue da tempo, ne riconosce di sicuro la prolificità, ma anche una realness ed un’attitudine sempre ai limiti, che non ha mai risparmiato sordide trattazioni concernenti sesso e droga. Vivere ai limiti e spiattellarlo senza remore col proprio rap.
Dal primo giorno in cui ha impugnato il microfono, Nex Cassel ha utilizzato il rap come mezzo per veicolare lo sfumato in particolar modo notturno della sua esistenza, beffandosi allegramente del parental advisory. Liriche a tripla X al limite della decenza, coca-rap smargiasso e una minima di interesse sociale rappresentano la summa del suo modus facendi: ciò non pare, però, rappresentare una novità. Tristemente Noto III, ad esempio, è un mixtape di 22 inediti in cui si intrecciano analoghe trattazioni, senza soluzione di continuità. Certo, la qualità media della produzione musicale non è paragonabile: in Come Dio Comanda trova conferma la personalità di Big Joe, si fa più essenziale il boom bap di Roc B e lasciano spruzzi di talento i bravi Tony Madonia, Kennedy e Luca Spenish. Un sound piuttosto versatile, moderno nell’accezione migliore del termine. Che però ogni tanto cozza con l’aspetto monodimensionale del rapping di Nex: emblematica è “La Legge dell’Afterhour”, laddove su un sapiente e complesso beat di Madonia, Cassel sciorina i suoi dogmi per swaggare ai party. Probabilmente l’mc di Adria Costa ha un’impostazione molto più confacente a tematiche e sonorità veloci, e in quello spacca. Se ha prodotto un disco ufficiale solo perché un’etichetta gliel’ha chiesto, magari si capisce anche perché la scelta delle trattazioni non sia affatto cambiata.
Sia chiaro: Nex Cassel è così, prendere o lasciare. Il suo rap è il più delle volte sinonimo di fotta e attitudine: chi lo ascolta da tempo, continuerà ad apprezzarne il lato disimpegnato, ma più idoneo –si crede- alla sua realtà. Che nemmeno sfigura all’ascolto, grazie alle produzioni, ma anche alle delivery e al flow di Nex, i cui miglioramenti in tema risultano tangibili. Come Dio Comanda, però, non aggiunge o toglie nulla all’immagine e alla discografia del rapper veneto, non è il salto di qualità che magari ci si attendeva dopo anni di carriera e di prodotti non ufficiali: un prodotto improntato all’easy listening, da pompare il tempo di un’esaltazione e poi riporre. Cassel spesso ci ha abituato a strofe di impatto e a incette di punchline: se nel disco viene a mancare anche la hit underground, il brano che lo traini, ci chiediamo allora cosa rimarrà nel tempo di questo Come Dio Comanda: probabilmente, solo un’occasione persa.
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Nicola Pirozzi