Nelle crepe della ricostruzione, la possibilità di un modello economico alternativo

A tre anni dal sisma nel centro Italia le Brigate di Solidarietà Attiva sono ancora impegnate nel sostegno alla popolazione. E di tanto in tanto la terra continua a tremare. In questi tre anni non abbiamo semplicemente “assistito” la popolazione, ma delineato un modello di pratiche sociali basato sulla solidarietà, il mutualismo e la conoscenza. Siamo convinti che la rinascita dell’Appennino – partecipata e popolare – passi per la solidarietà e il mutualismo, elementi fondamentali affinché città e borghi non si spopolino definitivamente trasformando in terra di nessuno – o meglio, in terra di conquista – un’area immensa a cavallo tra quattro regioni.
Abbiamo deciso di tentare di sperimentare progetti alternativi; di ispirazione antica, ma innovativi e partecipativi, che mettano al centro le persone, le loro conoscenze, le vocazioni dei territori montani, le tradizioni e il rispetto per l’ambiente. I progetti sono strettamente connessi tra loro e si sostengono a vicenda apparendo distinti solo per ragioni espositive. Crediamo che la rinascita dell’area colpita dal sisma passi da soluzioni coerenti con la storia delle comunità, compatibili con la natura montana e la biodiversità, ispirate dal confronto che in questi tre anni abbiamo avuto quotidianamente con agricoltori, allevatori, piccoli commercianti, operatori turistici e soprattutto comitati di terremotati che si sono organizzati per vigilare sulla ricostruzione e partecipare alla progettazione del loro futuro.
È grazie all’ascolto quotidiano delle storie dei terremotati che abbiamo strutturato le nostre azioni in questi tre anni. Adesso c’è bisogno di proseguirle e rilanciarle per contribuire alla rinascita. I progetti sono centrati su tre assi:
1. Aggregazione, socialità, autorganizzazione. La realizzazione di centri di aggregazione nei paesi terremotati è indispensabile per la ri-costruzione del tessuto sociale, per arginare lo spopolamento e per creare le condizioni per confronti e azioni collettive da parte della popolazione.
2. Comunanze agrarie, usi civici, beni comuni. Riteniamo che le comunanze agrarie possano essere strumento di progettualità di un modello economico alternativo rispetto a quello imperante. Una strategia basata sull’utilizzo collettivo di beni comuni (agricoli e non) per il recupero di colture autoctone (castagne, grani antichi, canapa, frutti di bosco) e di sevizi alla collettività e cura del territorio. Creare in loco e nel rispetto dell’ambiente circostante, opportunità lavorative per contrastare l’accelerazione della crisi economica prodotta dal terremoto. Vogliamo finanziare strutture utilizzate dai produttori di un territorio che andranno a costituire beni comuni di natura non privatistica gestiti collettivamente.
3. “Osservatorio sul post-sisma”. Al fine di garantire un monitoraggio degli effetti socio-economici del sisma, il progetto intende sviluppare conoscenza che coinvolga in modo interdisciplinare e trasversale ricercatori, giornalisti, videomaker.
Si potranno seguire e sostenere economicamente i progetti su www.brigatesolidarietaattiva.net.
Brigate di solidarietà attiva – Terremoto centro Italia