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Nell’antichità i credenti si godevano l’hashish in preghiera: la conferma di un nuovo studio

Nell'antichità i credenti si godevano l’hashish in preghiera: la conferma di un nuovo studioChe l’hashish sia parte della nostra cultura da tempi remoti si sapeva già e ai suoi diversi utilizzi nel passato abbiamo dedicato molti approfondimenti. Molti studi hanno appurato la sua funzione liturgica a scopo allucinatorio propria di diverse culture, ad esempio, nelle tombe a Yanghai, nel deserto del Gobi in Cina (700 a.C.) e nelle montagne del Pamir, nel cimitero di Jirzankal (500 a.C).

L’ultima scoperta archeologica arriva dal Medio Oriente. Secondo uno studio appena pubblicato sul Tel Aviv University’s Archaeological Journal, nel santuario di Tar Arad si bruciava hashish negli altari presenti nell’allora Regno di Giuda, nell’attuale Mar Morto. La scoperta del tempio risale agli anni Sessanta, ma durante i lavori di ammodernamento sono stati prelevati circa 5 milligrammi di materiale di combustione trovato sugli altari per analizzarli con strumenti all’avanguardia.

I risultati hanno evidenziato tracce di THC, CBD e CBN oltre a altri terpeni delle foglie di cannabis sia sativa che indica. Tra le sostanze rinvenute c’erano anche grasso animale e incensi, a dimostrare che l’hashish sia stato utilizzato a scopo rituale.

L’uso della cannabis sull’altare di Arad aveva un deliberato ruolo psicoattivo”, hanno precisato i ricercatori. “L’uso frequente di materiali allucinogeni per scopi di culto nel Vicino Oriente antico è inoltre ben noto e risale al periodo preistorico“.

Bruciare resina ricavata dalle inflorescenze femminili della cannabis sarebbe stata un’usanza utilizzata anche dai sacerdoti del tempio di Gerusalemme. “Il santuario di Arad è stato costruito secondo la planimetria del Tempio di Gerusalemme: perché le pratiche religiose non dovrebbero essere le stesse?”, ha aggiunto uno degli autori dello studio. Secondo loro, tra l’altro, l’uso era talmente diffuso che è solo un caso che non ne parli direttamente nella Bibbia, dove invece compare spesso nominato l’incenso. Secondo gli studiosi, con ogni probabilità la parola incenso era usata come sinonimo oppure la pratica era stata esclusa poco prima della versione definitiva del testo sacro.



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