Nel parlamento di San Marino si continua a discutere di legalizzazione della cannabis
Negli ultimi tempi i parlamentari di San Marino si trovano piuttosto spesso a parlare di cannabis, in un dibattito che si sta facendo decisamente più avanzato rispetto a quello ristagnante dell’ingombrante vicino italiano.
Già da un paio d’anni San Marino ha iniziato l’iter per regolamentare la cannabis terapeutica, mentre nelle ultime settimane si è aperto un canale di comunicazione diretto tra il ministero della Sanità della piccola repubblica romagnola e quello di Roma, incentrato sulla possibilità – a quanto pare concreta – che proprio San Marino si occupi di coltivare la cannabis necessaria al fabbisogno terapeutico dei malati italiani.
Aperture che hanno spinto il partito di opposizione “Movimento Civico R.E.T.E.” – presente con 8 deputati sui 60 totali che compongono il parlamento – a presentare una proposta di legalizzazione totale della cannabis in via sperimentale. L’emendamento di legge è stato presentato tre giorni fa, e prevedeva misure concrete e precise: libero possesso fino a 20 grammi, libertà di coltivazione personale dietro licenza, tassazione al 25% e utilizzo di parte dei proventi per il welfare. Previsto poi, dopo un anno di sperimentazione, un referendum popolare per confermare o abolire la legalizzazione.
Ieri il Consiglio ha votato l’emendamento, respingendolo con 30 voti contrari, a fronte di 15 voti favorevoli e 6 astensioni. Per ora la legalizzazione della cannabis è stata bocciata. Tuttavia non sono mancati pareri favorevoli anche da parte di alcuni gruppi politici che hanno votato contro, che si sono detti possibilisti sul tema ma hanno chiesto che il tema venga dibattuto con maggiore accuratezza in un progetto di legge specifico, anziché attraverso un semplice emendamento. Di sicuro, quindi, se ne tornerà a parlare.