Nel nome di Bob Marley
Abbiamo chiesto ad alcuni dei protagonisti della scena reggae nostrana di raccontarci del loro incontro con Marley, di quanto manca oggi una voce come la sua nella nostra società e di come, ciascuno a proprio modo, continua a portare attraverso la musica quel messaggio d’amore, pace e rivoluzione.
PAPAROBY
Selecta della crew Dabadub Sound System, attiva sulla scena raggamuffin italiana dal 2006
L’11 maggio 1981 verrà ricordato dagli amanti della Giamaica e della musica reggae in eterno, perché quel giorno un grande uomo venne meno, ma un genere musicale, un ideale e una filosofia presero forma e si diffusero in tutto il mondo. Sono sicura che oggi Bob sarebbe ancora capace di unire tante persone anche con ideali diversi, come successe durante il One Love Peace Concert nel 1978.
BABAMAN
Cantante e rapper, nonché membro del movimento Rastafari
Marley per me è stato un maestro di vita. Ascoltare le sue parole è tutt’oggi motivo di riflessione. Senza dubbio ha lasciato un grosso vuoto nel panorama musicale globale e penso che difficilmente potrà mai essere eguagliato da qualcuno. La sua musica è filosofia, spiritualità e ha il potere di unire le persone. Considerato che la tendenza consumista/pop odierna ha reso la musica puro business senza anima né messaggio, artisti come lui sembrano di un altro pianeta. Oggi più che mai mi manca il suo modo di pensare non omologato e rivoluzionario e il suo essere oltre le mode. Mi manca la sua verità, ma, come diceva lui, un rasta vive per sempre.
NANDO POPU – Sud Sound System
Voce, autore e compositore di tutte le opere dei Sud Sound System
È stato il mio primo amore. Avevo 15 anni quando iniziai a capire cosa voleva dire vivere al sud con tutti i pregiudizi in cui ti incastrano. Mi sentivo rappresentato dalle sue canzoni, vicino a quegli africani deportati come schiavi ai Caraibi. Lui non lo sa, ma ha finito per rappresentare anche le istanze della mia gente. Grazie a canzoni come 400 Years ho studiato il passato della mia terra, il Salento, scoprendolo ricco di cultura, di voglia di vita. Marley è la mia terapia, la mia medicina e io do alla gente che mi ascolta quello che lui ha dato a me. Ripropongo la posologia che mi ha indicato, solo in una lingua diversa.
GIULIO FERRANTE
Reggae, Rocksteady, Ska (e Ska-Jazz), Ragga, Calypso, Dub. Ha messo insieme un gruppo per ognuno di questi generi
Robert Nesta Marley in realtà è vivo. Ogni volta che ci risuona dentro la sua Positive Vibration e istantaneamente ci sentiamo meglio. Quando ci prendiamo il tempo di meditare e riflettere sul valore e la bellezza della Natural Mystic di cui facciamo parte e che troppo spesso trattiamo come una proprietà da sfruttare senza freni. Marley è vivo più che mai quando la sua voce, che sgorga direttamente dai ventricoli cardiaci, fa risuonare l’Amore dentro di noi, semplice e profondo, mentre ascoltiamo Is This Love. Per me Bob è vivo e quando penso a lui mi sento un po’ più vivo pure io.
RAINA – Villa Ada Posse
Cantante e fondatore del gruppo Villa Ada Posse, Dj e Producer
A 16 anni, come tutti gli adolescenti, ascoltavo tanta musica. Un sabato pomeriggio, ero in casa con degli gli amici e tra un spliff e l’altro mi avvicinai allo stereo per cambiare musica. Tra i tanti CD sparsi in giro ne vidi uno che mi incuriosì: c’era un rasta in copertina e una scritta,LegendThebestofBobMarley& the Wailers. Dopo aver spinto “Play” la mia vita è cambiata. Sono stato catturato da quelle vibrazioni, nessun accordo e nessuna melodia fino ad allora ara entrata così nella mia anima. Finalmente avevo trovato la “mia” musica, il reggae, che oltre a un genere è libertà, antagonismo, ribellione e soprattutto amore.
AWA FALL
24 anni, cantautrice. Nata a Bergamo da madre italiana e padre senegalese è tra le voci black più interessanti della Reggae/World Music
Marley è un grande esempio di nobiltà d’animo e resta di grande ispirazione per chiunque lo ascolti. Di lui mi manca quel simbolo di speranza e di pace che rappresentava. Mi manca l’uomo che cantava “Alzatevi e lottate per i vostri diritti”, che come fine ultimo aveva l’unione dei popoli e nient’altro che portare beneficio alle persone.
QUARTIERE COFFEE
Gruppo reggae nato nel 2004 a Grosseto
Siamo molto affezionati e da sempre ispirati dalla composizione e dal messaggio di Marley. Sicuramente ci manca un artista diretto e mistico come era Bob. Semplice, privo di pregiudizi e brutalmente vero.
BUNNA – Africa Unite
Cantante e chitarrista, fondatore degli Africa Unite
Marley ci manca tantissimo. Ci manca la sua attitudine, la sua voglia di rivoluzione. Dopo di lui nel mondo del reggae, nonostante non siano mancate proposte musicalmente molto interessanti, non c’è stato nessun artista che abbia avuto una forza pari alla sua. Nessuno ha avuto quel suo carisma. Negli ultimi anni il reggae ha vissuto e sta tuttora vivendo una grande crisi, anche dovuta al fatto che si è persa quella fascinazione che era legata a un certo tipo di musica, ma soprattutto a quei messaggi di speranza, libertà e di indignazione contro “Babilonia” che il suo reggae ha sempre propagandato. Il pubblico ascoltava le canzoni di Marley e si immedesimava, si sentiva in qualche modo rappresentato e parte di una family. Gli Africa Unite devono molto alla sua musica e alla sua attitudine e in questi quaranta anni di attività musicale hanno cercato di portare avanti quegli stessi principi che erano presenti nelle sue canzoni. Abbiamo sempre pensato che chi sale sul palco abbia il dovere di palesare la sua posizione su determinati argomenti. È importante dire da che parte si sta e suscitare interesse e riflessioni con le proprie canzoni.
FORELOCK
Gran voce reggae e frontman della famiglia Arawak, una delle realtà in levare più forti della Penisola
Ogni volta che lo ascolto penso a quanto stupidi siano concetti che abbiamo metabolizzato nella nostra vita come quello di barriera, confine e limite… Non si tratta solo di colore della pelle, ceto sociale o culturale, Bob Marley ha mostrato un approccio al mondo che bypassa lo stereotipo, il pregiudizio e tutte quelle sofisticherie mentali.
STIV MAN I – Train To Roots
Chitarrista dei Train To Roots. In 17 anni di attività, la band ha fatto concerti in tutta Europa
Quanto ci manca Bob Marley? Troppo, ma soprattutto cosa ci manca di Bob Marley? A me, ad esempio, manca un punto fermo che vede il mondo in un modo così semplice, e genuino. Manca una persona che con parole comprensibili a tutti, senza giri di parole ti dica esattamente cosa è il bene e cosa è il male in maniera inconfutabile. La nostra società è diventata un covo di odio, di nervosismo, di persone che non vedono l’ora di sfogarsi sugli altri per i motivi più futili, mentre si mettono in secondo piano i veri valori di uguaglianza, di solidarietà, di empatia e collaborazione nei confronti delle persone in difficoltà. Ecco, Bob Marley era instancabile nel veicolare certi valori. Credo che la sua genialità musicale, unita alla sua capacità comunicativa universale, abbia toccato una vetta difficile da raggiungere.
STEVE GIANT
Reggae ambassador Italia, direttore di Rasta Snob
Bob Marley è il reggae, la sua musica è immortale. “Exodus” per me è il suo disco di riferimento, «il bello della musica è che quando ti colpisce non senti dolore». Il reggae è la nostra medicina quotidiana, Bob Marley è il profeta dell’isola del reggae! Mi manca la Giamaica e mi dà sollievo sentire la musica soave e originale di questo grande personaggio. “One Love” è il messaggio universale che unisce le persone, perché sì, l’amore è l’unica salvezza! Bob Marley ha portato il 27 giugno 1980, 100mila persone allo Stadio S. Siro di Milano, ha fatto conoscere il reggae a tantissimi giovani italiani. A 40 anni dalla sua scomparsa, il suo ricordo è vivo e la sua musica continua a farci sognare! Grazie, Bob!