Nel mercato Usa la cannabis cresce più degli smartphone
Ad un anno dalla sua nascita il mercato della cannabis legale in Colorado ha fatturato complessivamente $1,57 miliardi nel solo 2013, con prospettive di crescita al raddoppio nel 2014 con $2,57 miliardi entro la fine dell’anno. Le enormi potenzialità di profitto che questo mercato prometteva sono state più che confermate dai fatti già nel suo primo anno di vita, con un tasso di crescita del 65%, superiore perfino ad un altro mercato in rapida espansione, quello degli smarphones, cresciuto del 46% tra il 2012 ed il 2013. Prima dell’entrata in vigore della legge, in Colorado si sviluppavano numerose aziende secondarie legate al business della marijuana, con attività di consulenza, avvocatura, marketing e sicurezza. Si era cosi predisposto un terreno fertile per il rapido sviluppo di questo mercato che ha subito scatenato una vera e propria corsa all’oro moderna, prontamente rinominata “Green Rush”. I “robber barons” però in questo caso sono imprenditori e uomini d’affari alla ricerca di opportunità di profitto con il nuovo business della marijuana. L’industria della cannabis, infatti, rappresenta oggi una di quelle in più rapido sviluppo negli Usa, alla pari delle stampanti 3D e del cloud computing. Secondo le stime della società ArcView Market Research, con la probabile legalizzazione della cannabis per uso ricreativo in altri 14 stati entro il 2018, è previsto un incremento di oltre $10 miliardi di potenziale mercato, con investitori e aziende che concorrono per assicurarsi un ruolo rilevante nella soddisfazione della domanda attuale e futura di prodotti legati al campo della cannabis.
LA CANNABIS SFONDA A WALL STREET. Trattandosi di un comparto neonato, i principali agenti di mercato sono rappresentati da startups che possono contare su finanziamenti forniti dai numerosi fondi di private equity che si occupano proprio della promozione e dello sviluppo di questa nuova industria. I titoli finanziari legati al business della cannabis sono infatti schizzati alle stelle, le imprese quotate sul mercato di Wall Street hanno registrato rialzi da record.
È il caso di NeutraCorp, un’azienda specializzata in benessere e salute, che sta lavorando su prodotti che possano capitalizzare sulla rapida crescita di questo comparto, e le cui azioni hanno registrato un aumento del 300% in un anno, passando da un valore nominale pari a $ 0,25 al tempo dell’emissione, agli attuali $0,75 per azione.
In particolare NeutraCorp, si occupa di garantire l’accesso ai benefici medicinali della cannabis ai pazienti che presentano gli effetti collaterali della chemioterapia e di altri trattamenti invasivi, sta sviluppando preparati a base di cannabinoidi per uso topico efficaci contro la MRSI, una malattia mortale resistente ai tradizionali antibiotici.
La società sta inoltre portando avanti innovativi sistemi anti-microbici da applicare sulle superfici di ospedali ed altri luoghi pubblici.
Considerati i sempre più evidenti limiti della farmacia moderna, NeutraCorp si propone di diventare il principale riferimento nell’ambito del crescente mercato dei sistemi di depurazione scientificamente avanzati e nutraceutici di derivazione naturale.
I RISCHI DI BOLLA FINANZIARIA. Tuttavia, trattandosi prevalentemente di titoli negoziati “over the counter” e quindi non quotati in mercati regolamentati, non sono soggetti ad obblighi e comunicazioni della Sec, ovvero l’ente federale statunitense che si occupa della regolamentazione della borsa valori, analogo all’italiana Consob.
Questo li rende titoli altamente volatili e rischiosi, le così dette “penny stock” ovvero azioni a bassa capitalizzazione, soggette a notevoli fluttuazioni di valore. Insomma, si tratta di azioni molto speculative che rischiano in qualsiasi momento di crollare, una potenziale bolla finanziaria che è stata già rinominata dagli esperti “bubble pot”, dal nome gergale con il quale solitamente si indica la marijuana.
Allo stato attuale, tuttavia, la situazione sembra essersi stabilizzata dopo l’iniziale euforia dei mercati, e la bolla speculativa non sarebbe destinata a scoppiare.
NON SOLO BUSINESS. Ci sono 2 modi per acquistare cannabis in Colorado: recandosi presso i dispensari autorizzati e pagare un prezzo relativamente elevato in virtù di tasse intorno al 35% oppure ottenere una tessera per la marijuana medica pagando un prezzo molto inferiore, ma finendo nei registri statali. Sono stati creati già decine di migliaia di posti di lavoro e questo numero è destinato a salire esponenzialmente nei prossimi anni.
La legalizzazione ha avuto effetti anche su turismo, sono nati a Denver diversi tour operator che organizzano pacchetti ad hoc comprendenti visite nei centri di produzione e degustazione nei locali adibiti. Nel 2013 secondo i dati riportati dal magazine Governin, gestito dal parlamento locale, sono state oltre 32 000 le persone trasferitesi in Colorado, 8 000 in più rispetto all’anno precedente.
La cannabis legale negli Usa è ormai una realtà irreversibile, è infatti arrivato anche il semaforo verde da parte dei Dipartimenti di Giustizia e del Tesoro che permette alle banche di accettare i guadagni di coloro che lavorano nel settore legalizzato della canapa. Le autorità hanno chiarito che gli istituti di credito non violano leggi federali di riciclaggio o di finanziamento al terrorismo se decidono di offrire i loro servizi a soggetti attivi nel comparto della marijuana legalizzata a livello statale. Rimane da capire quanto queste direttive abbiano effetto nel rassicurare gli istituti finanziari americani, permettendo finalmente ai nuovi commercianti di aprire dei conti corrente e non operare più quasi esclusivamente in contanti.