Terapeutica

Nel 2020 per la cannabis terapeutica vorrei…

Nel 2020 per la cannabis terapeutica vorrei…

Tante cose.
A cominciare dalla piena disponibilità, niente più carenze di varietà.
Lo sa bene chi, da metà dicembre e per tutto gennaio 2020, ha cercato Pedanios 22% o Bedrolite. Sono queste le 2 varietà che principalmente scarseggiano nelle farmacie. Non in tutte, a ulteriore testimonianza della difficoltà di approvvigionamento.

… Che tutte le Regioni rimborsino la cannabis terapeutica. Basta cittadini di serie A e serie B, con il paziente della Regione X che ha la cannabis gratuita e quello della Regione Y che, con la stessa identica patologia, la deve pagare.
O che il paziente Tizio può avere la forma farmaceutica gratuita (es. olio o capsule), mentre il paziente Caio l’olio e le capsule le deve pagare.

Più varietà di cannabis medica.
Certo, pura utopia considerando i 2 punti precedenti. Ma augurarsi che, per un motivo o per l’altro, siano disponibili più strain di cannabis medica si tradurrebbe in un solo vantaggio per i medici e i pazienti: più opzioni terapeutiche per trattare una patologia.
Quel che non risponde a una varietà, può rispondere a una omologa.

… Che ci fossero più corsi per medici, la chiave di accesso per i pazienti alla cannabis terapeutica. Siamo d’accordo, ci sono patologie in cui “servono più studi”, ma a distanza di 5 anni dalla pubblicazione di un decreto (9/11/2015) in cui si elencano 7 patologie in cui c’è letteratura scientifica o in cui una industria farmaceutica ha registrato un cannabinoide (estratto di CBD) per una patologia grave e resistente (epilessia), non si può sentire ancora oggi che “non prescrivo cannabis medica perché è una moda”.

… Un accesso legale all’informazione su dove, quando, chi, come e perché prepara cannabis medica (parlo delle Farmacie), senza che il paziente debba sudare 7 camicie per trovare la Farmacia “che fa cannabis medica”, salvo poi realizzare che non preparano quell’estratto o che non hanno quella varietà di cannabis disponibile.

In passato iniziative del genere sono state multate come “propaganda pubblicitaria indiretta”: a maggior ragione, oggi, nel riconoscere l’assurdità della cosa, è tempo di permettere al paziente l’accesso libero e facile al farmaco di cui ha bisogno.

… La pace nel mondo. 🙂



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