Negli Usa è in via di approvazione l’uso di Mdma a fini terapeutici
La Mdma potrebbe presto arrivare nelle farmacie Usa, prescrivibile al posto degli psicofarmaci per curare il Ptsd, ovvero il disturbo post-traumatico da stress. La Food and Drug administration (FDA) ha infatti approvato l’inizio dell’ultima e decisiva fase di sperimentazione che interesserà centinaia di pazienti.
La decisione segue le sperimentazioni portate avanti negli ultimi anni dalla Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, un’organizzazione senza scopo di lucro che conduce ricerche sugli utilizzi terapeutici delle sostanze psicoattive. Questi studi hanno dimostrato come, dopo dodici settimane di psicoterapia e tre somministrazioni di ecstasy sotto controllo medico, più di due terzi dei circa 100 malati sottoposti alla sperimentazione, non presentavano più alcun segno di Ptsd, neppure a lungo termine.
Il trattamento è stato avviato su alcune tipologie di pazienti come i reduci di guerra e le vittime di abusi sessuali, molti dei quali hanno testimoniato come l’ecstasy li avrebbe aiutati non solo a superare gli eventi dolorosi del passato ma anche a curare la dipendenza dall’alcol o da altri farmaci.
Il semaforo verde della Fda permette ora un nuovo e decisivo ciclo di sperimentazioni e se anche questo dovesse concludersi positivamente la produzione di farmaci a base di mdma potrebbe diventare realtà nel giro di pochi anni.
In un articolo pubblicato sul New York Times è sottolineata l’importanza della sperimentazione alla luce del fatto che oggi una percentuale cospicua delle persone colpite da Ptsd (stimata tra il 30 e il 40%) non riesce ad avere significativi progressi con i farmaci in commercio.
La sperimentazione di nuove cure a base di mdma, allo stesso modo di quelle tramite la cannabis che sono già in fase avanzata di sperimentazione, sono frutto anche della sempre maggior preoccupazione che negli Usa si ha verso questa sindrome che colpisce fette ampie della popolazione.