Nebbiolo: il tesoro della Valtellina
La cantina Nino Negri rappresenta indubbiamente la storia della Valtellina vitivinicola, essendo stata fondata addirittura nel 1807 e rappresentando da allora un punto di riferimento e uno standard qualitativo per gli straordinari vini di questa valle.
Siamo in una delle zone più importanti nel panorama vinicolo italiano: la Valtellina si presenta come un imponente anfiteatro terrazzato, circondato dagli alti pendii delle Alpi Lombarde e da duemilacinquecento chilometri di millenari muretti a secco, inondato dai raggi del sole e pervaso da forti escursioni termiche, ma allo stesso tempo protetto dalle montagne che tengono lontani i venti gelidi del nord e gli umidi scirocchi meridionali. In questo territorio straordinario, secoli fa ha trovato dimora, con risultati straordinari, il vitigno nebbiolo, nella sua variante locale detta Chiavennasca.
Le migliori espressioni del territorio, e naturalmente di Nino Negri, sono i grandi vini rossi con le due DOCG Valtellina Superiore e Sforzato e la DOC Valtellina. Stavolta però presentiamo un vino bianco: l’Alpi Retiche IGT, sempre prodotto da uve nebbiolo, vinificate in bianco con pressatura soffice e immediata separazione delle bucce per evitare il passaggio di colore al mosto e quindi vinificato in acciaio, dove avverrà anche l’affinamento.
Abbiamo assaggiato l’annata 2021: il colore è giallo paglierino con leggeri riflessi dorati, il profumo è delicato e fine con sentori di mela verde, sambuco, agrumi, pane tostato, miele, frutta a polpa bianca. In bocca il sapore è asciutto e fresco, con una piacevole nota finale minerale e sapida, caratteristiche che lo rendono perfetto come aperitivo.
Daniele Bandi
È entrato nel mondo del vino per passione, ama leggere e cucinare, possibilmente non contemporaneamente