Né lavorazione né vendita: la Cina dal 2018 bandisce l’avorio
Da lunedì in Cina saranno vietati il commercio e la lavorazione dell’avorio. La decisione fu presa a inizio 2017 e la scadenza ultima fissata per la fine di quest’anno solare.
La Cina è forse stato il paese con il più grande mercato dell’avorio del mondo, avorio proveniente dal bracconaggio illecito di elefanti africani. Secondo le ultime stime rilevate da IUCN la popolazione degli elefanti, già scarna, è diminuita del 20% tra il 2006 e il 2016, lasciando in vita nell’intero continente africano 415mila esemplari.
La decisione presa dal governo cinese è frutto di un lungo lavoro di sensibilizzazione alla popolazione da parte di WildAid, African Wildlife Foundation e Save the Elephants che hanno raccolto finanziamenti e donazioni pubbliche e private per 180 milioni di dollari nel periodo 2013-2016. Attraverso cartellonistica, video e alcuni documentari sul tema, oltre che l’appoggio di personaggi famosi che hanno prestato il loro volto alla buona causa, si è alzato del 70% la consapevolezza da parte della popolazione cinese della provenienza illecita dell’avorio.
In prima linea l’ex star del basket dell’NBA Yao Ming, già coinvolto nel 2012 per la creazione del primo documentario sul bracconaggio degli elefanti andato trasmesso sulla televisione nazionale cinese (CCTV), nel 2014 propose al Congresso nazionale del popolo il divieto di vendita di avorio in Cina. Lo stesso anno il governo impose per la prima volta la distruzione di 6 tonnellate di avorio sequestrato e in seguito la decisione di bandirne la commercializzazione e la lavorazione.
Per quanto il bracconaggio sia un’attività riprovevole, e non abbiamo dubbi a riguardo, la lavorazione dell’avorio è un’arte che risiede in Cina già da alcuni millenni prima della nostra era. Si parla quindi di veri e propri maestri intagliatori, che tramandano i propri saperi da secoli. Per queste persone si tratta di un duro provvedimento. Proprio per questo sarà il Ministero della Cultura che si prenderà carico di ricollocare maestri e lavoratori in attività correlate.
Se è vero che la Cina è il più grosso importatore di avorio al mondo, la decisione della messa al bando delle zanne di elefante sul suo territorio è un segnale di grande impatto, che mette un punto fermo a livello globale e che potrebbe definitivamente salvare la popolazione dei pachidermi.