Nas difende le critiche su Django e Tarantino
In america viene definita nei discorsi politically correct come la “N-word”.
Bisogna riconoscere che il termine “Nigga” è forse la parola più abusata e utilizzata nei testi americani e spesso crea umori contrastanti tra gli artisti più crudi della scena e quelli che invece prediligono un uso più soft dei termini. La questione ha toccato anche l’ultimo film di Quentin Tarantino – Django Unchained, infatti il numero sconsiderato di volte in cui compare la parola “Nigga” ha scatenato la rabbia di numerosi fan e organizzazioni. Bianchi e neri, sullo stesso livello, sembra trovino la cosa eccessivamente offensiva.
Tarantino e gli attori del film Jamie Foxx e Samuel L. Jackson hanno difeso l’opera, dicendo che il film non fa altro che dipingere la situazione nel sud in quell’epoca e che l’ambiente è stato ricreato in maniera accurata rispettando quella che altro non è se non la realtà del tempo. A loro si è aggiunta di recente una delle star più famose e rispettate del mondo Hip-Hop: Nas. Escobar infatti non si dimentica mai di dare la sua influente e precisa opinione su quanto accade nelle discussioni di attualità. Nas sostiene che il film sia veramente curato e che rispecchi l’autenticità del periodo e dei luoghi in cui è ambientato. Secondo Nas, Tarantino è uno dei più grandi registi dei nostri tempi e dovrebbe avere il diritto di esprimere la sua arte in tutte (e con tutte) le forme che preferisce.
Ecco quello che ha detto Nas durante un’intervista per Mtv:
“A movie about slavery and you don’t hear the n-word? That don’t make any sense. I didn’t see what the big fuss was about. It’s a movie, movies by [Tarantino], why should we be surprised if the movie is raw? He’s one of the greatest filmmakers of our generation, and we don’t go there to see anything less than rawness, so if it’s gonna be language or goriness…he’s an artist, and artists have to express themselves and that’s just what he’s doing.”
Insomma, come sempre quando si tratta di un film di Tarantino l’opinione si ritrova sulle solite due sponde. Chi lo osanna per la peculiarità delle riprese e la sua unica capacità nel fondere colonna sonora e azioni cinematografiche e chi invece si sofferma sulle immagini cruente e troppo crude con cui il regista dipinge le sue trame. Fate voi, guardatevi il film e giudicate. E giusto per la cronaca, nella colonna sonora Quentin ci ha infilato anche Tupac Shakur.