Naike Rivelli e Ornella Muti aprono un Hemp Club
Si chiama “Ornella Muti Hemp Club” l’associazione al momento attiva solo online, e con una sede a Corleto Monforte – nell’attesa di avere una sede anche in Puglia, che ha l’obiettivo principale di fornire supporto ai pazienti che necessitano della cannabis terapeutica e dar vita ad iniziative di “green economy”. L’associazione nasce grazie all’impegno verso la rivalutazione della cannabis di Ornella Muti e della figlia Naike Rivelli, con la collaborazione di Paolo Lo tuso del Cannabis Medical Center e Daniele Vitale di Salento Hemp shop, e dà la possibilità di fare delle visite mediche e di consumare cannabis dietro prescrizione medica. Un posto che metterà in primo piano la cannabis ma che darà grande spazio al green in generale, a conferma del fatto che madre e figlia seguono uno stile di vita molto sano, naturale e vegano. Naike, con il suo incontenibile ottimismo, ci ha raccontato nel dettaglio questo nuovo progetto.
Domanda d’obbligo: quando hai scoperto la cannabis?
Come molti ragazzi, mi sono avvicinata alla cannabis da giovane, inizialmente come mezzo per sballarmi ma nel tempo l’ho utilizzata specialmente per dormire. Poi, purtroppo, negli ultimi 10 anni tanti dei nostri familiari hanno avuto il cancro ai polmoni e mi sono allontanata dal fumo in generale. Nel frattempo ho avuto la possibilità di conoscere non solo l’aspetto ludico, ma tutte le proprietà e gli utilizzi della cannabis; tra questi la possibilità di utilizzare questa pianta si possono fare vestiti, borse, alimenti, cosmesi e molto altro. Tutto altamente salutare e sostenibile. Poi un giorno mi sono ritrovata davanti al Cannabis Medical Center a Milano e sono entrata. Grazie a questo centro ho utilizzato la cannabis terapeutica che mi ha aiutato molto, al posto degli ormoni, ad affrontare la menopausa precoce che non mi permetteva di dormire la notte.
Quando ti sei riavvicinata a questo mondo?
Circa 9 anni fa sono andata negli Stati Uniti con mio figlio, a Los Angeles ci trovammo davanti ad un Healing Center. All’ingresso c’era una foglia di marijuana gigante così entrai pensando di trovare oli e simili, invece era un centro medico dedicato totalmente alla cannabis. La prima cosa che volevano sapere era in che modo assumevo la cannabis, consigliandomi di vaporizzarla anziché fumarla per tutti i problemi derivanti dalla combustione. Così ho scoperto il vaporizzatore e tutto il mondo medico della cannabis. In questo centro vedo gravitare genitori con bambini con problematiche di ogni tipo, adulti con varie patologie, persone con disabilità fisiche e ne rimango sconvolta positivamente.
È questo il meccanismo su cui nasce il nuovo club?
Si, è quello che stiamo facendo e che fa già ad esempio il Cannabis Medical Center dove sono iscritta. Diversamente da Amsterdam – che non condanno e non giudico – che con i coffeeshop offre uno spirito molto più ludico. Grazie agli Healing Center invece in America la questione è vista molto più seriamente e non sono preoccupati dal fatto che gli adolescenti possano sballarsi, anzi il discorso dello sballo non è per niente presente. Quando sono tornata in Italia ho capito che qui era molto più difficile approcciarsi alla cannabis.
L’obiettivo principale sarà quindi quello di garantire cure alternative a chi le richiederà?
Certo, anche facendo informazione a più persone possibili e invitarle a sostenere la causa.
In Italia oggi non abbiamo nemmeno un vero centro per le cure alternative per le varie patologie, non solo quelle terminali, e il fatto che sia poco sostenuto questo tipo di terapia è allucinante. Vogliamo spingere molto sul lato medico.
Tua madre utilizza la cannabis?
Si, lei vaporizza la cannabis con un’alta percentuale di CBD, soprattutto la sera per l’ansia e per dei dolori muscolari alle gambe, per via dello sport che ha fatto nella vita. Inoltre usa gli oli che gli hanno cambiato la vita ma non utilizza il THC, perché non le serve per il tipo di problema che presenta.
Hai mai coltivato?
Certo, da ragazza. Fortunatamente ho vissuto in molte parti del mondo, e in alcune è legale.
Vasco Rossi ha dichiarato apertamente il supporto al vostro progetto…
È stata una grande soddisfazione perché sia io che mia madre siamo cresciute con lui. È proprio questo che cerchiamo: persone che credono in questa causa e ci supportano.
Quello che vedo nel mondo dove gravita mia madre purtroppo è che i vip appoggiano una causa solo per denaro, anche nelle questioni di beneficenza. Senza soldi non si sposta nessuno, e questo è molto brutto perché in molti altri paesi le persone sostengo le questioni perché ci credono, non hanno paura a metterci la faccia e non hanno bisogno di finanziamenti. Conosco tantissimi vip che fumano molta cannabis ma che stanno zitti.
Nei tuoi canali social parli spesso di sana alimentazione, in particolare vegana, di yoga e di sostenibilità. È uno stile di vita che pratichi da tanto?
Questo stile di vita lo pratico da sempre, quando ero piccola mia madre era macrobiotica oggi per fortuna è vegana. Molto spesso la gente tende a pensare che la vita è una sola e non dovremmo privarci di alimenti gustosi, seppur nocivi, ma purtroppo in questi anni nella nostra famiglia sono state diagnosticate diverse malattie terminali, e in questi casi abbiamo visto che molti medici eliminano alcuni alimenti e cambiano la dieta. Quindi se quando ti ammali la prima cosa che viene modificato è quello con cui ti nutri e perché le malattie si nutrono su un corpo debilitato, che non è curato. Bisogna avere equilibrio e non serve essere magre, l’importante è stare bene.
Lascia un messaggio ai lettori…
Andate di vostra volontà ad informarvi bene sulle cure e i benefici della cannabis medica, informatevi sulle patologie che possono essere curate con la cannabis terapeutica. Prima di giudicare andate a vedere. Ricordatevi che prevenire è meglio che curare.