myHipHop Draft 2013: Valerio Nazo
Continua la nostra nuova rubrica a cadenza settimanale, myHipHop Draft 2013! Chi segue il basket conosce il sistema del Draft NBA: giovani rampanti cestisti che si avvicinano allo spettacolare mondo del basket statunitense, quasi sempre arrivati dai college nei quali si formano non solo umanamente, ma anche atleticamente. In qualche modo, dunque, questi college rappresentano la stessa gavetta che i giovani rapper e producer fanno tra palchi e lavori, ufficiali e non. Da oggi in poi, una volta a settimana, proporremo le nostre scelte del Draft, ovvero quelli che reputiamo essere le migliori prospettive qualitative del rap nostrano. Insomma chi, secondo noi, ha tutte le carte in regola per poter ben figurare nel mondo dell’NBA/rap italiano.
VALERIO NAZO, 23 ANNI, MC/PRODUCER, NAPOLI.
“Realness“. Non solo il titolo del suo primo disco ufficiale, in arrivo tra qualche mese. Ma anche la keyword per riassumere al meglio l’approccio di un 23enne dell’hinterland napoletano, che non è solo un freestyler tra quelli fuoriusciti dall’ultimo Mtv Spit, ma un mc a tutto tondo, un producer ed un tecnico del suono. Parliamo di Valerio Nazo, colui che ha messo una firma importante sul successo di dischi come “Il coraggio impossibile” di Ntò e “Poeta Urbano” di Rocco Hunt e che dalla provincia partenopea è pronto per arrivare alle orecchie della penisola intera.
++ Partiamo da Mtv Spit: che tipo di esperienza è stata per te? Nonostante le critiche, è riuscita comunque a porre l’attenzione su una serie di giovani promesse del rap italiano come te…
Per me Spit aldilà di quello che si possa pensare sulla giuria, le scelte e i partecipanti (ci tengo a ricordare che comunque si parla di un programma televisivo), è stata un’esperienza molto positiva. Innanzitutto ha dato spazio ad mc’s giovani, che hanno girato le battle d’Italia in lungo e largo, e non ai soliti nomi; inoltre perché trovarsi in situazioni dove le cose si gestiscono professionalmente e confrontarsi su tutto con persone che bazzicano nell’ambito hip hop da molto tempo in ambienti diversi dai tuoi è sicuramente un’esperienza da cui trarne profitto. Poi, ad essere onesto, molte cose su cui sono state mosse critiche per me erano già preventivate dall’inizio, visto il funzionamento del sistema mediatico italiano. Il programma ha dato l’opportunità di mettere in mostra a livello nazionale determinate realtà di rap e freestyle prima sconosciute e magari considerate più “underground”, e per me già è una gran cosa… poi sta al pubblico cogliere le sfaccettature.
++ La cosa che colpisce di te, in particolare, è che molto spesso sui tuoi brani a tua firma ci sono rap, beat, mixaggio e registrazione. Praticamente tutto. Qual è l’ambito in cui pensi di esprimerti al meglio e dove nasce la passione anche all’aspetto tecnico della faccenda?
Ho iniziato nell’estate 2006 facendo esclusivamente freestyle, poi col tempo (soprattutto quello perso) e con la voglia matta che avevo di avvicinarmi a questa musica/cultura ho imparato a fare un po’ tutto perché avevo la necessità di essere indipendente nel realizzare un’idea e non perdere l’attimo in cui la sentivo più mia. Riguardo all’ambito in cui mi esprimo meglio, quello che porto avanti con più continuità penso sia quello della produzione, anche se non ne preferisco uno in particolare, la maggior parte di quello che faccio, lo faccio col cuore, e sia testi che beats che mix che giri di freestyle mi gratificano allo stesso modo se fatti bene.
++ Come beatmaker, hai collaborato ultimamente con Rocco Hunt (ad es. in Happy Meal), Ntò (in Se ti avessi ora) e Jack the Smoker (in Samsonite), tra gli altri. Se io fossi un rapper, probabilmente verrei colpito dalla tua capacità di donare interessanti linee melodiche alle tue produzioni, molto musicali. È il tuo tocco caratteristico?
Non so dirti se la musicalità sia il mio dono caratteristico nelle produzioni, preferisco ascoltare cosa ne pensa chi ascolta i miei lavori. Posso assicurarti però che ascolto tantissima musica di generi differenti che sicuramente influenzano il mio modo di produrre che non è il classico boom bap hip hop (che comunque mi piace tantissimo).
++ Hai annunciato che “Realness” sarà fuori presto, anticipato qualche giorno fa dal brano “Mi sta stretto”. Sarà un tuo disco? Ti disimpegnerai totalmente in rap e beats?
“Realness”, se tutto va come deve, dovrebbe uscire a metà/fine settembre. È il mio primo disco ufficiale da mc e oltre a tutti i testi ho curato anche alcune produzioni, ma non tutte. Le altre sono state curate da P-eight (DalBasso) e una da TonyHype. Il mix e il master sono ancora in corso e li sto curando con Gianni Blob. Molte collaborazioni all’interno con mc’s di tutta Italia; non voglio anticipare molto, ma è uscito quello che volevo uscisse da questo disco e ne sono molto soddisfatto. Aspetto di farvelo ascoltare.
++ Domanda di rito per questa rubrica: cosa pensi del momento del rap italiano? Molti tuoi coetanei si stanno avvicinando all’hip hop: che consigli daresti loro per non prenderla come moda passeggera, ma come un modo per conoscere e apprezzare le radici di questa cultura?
Il rap in Italia attualmente secondo me è palesemente la moda del momento, ma quello che va agli apici degli ascolti nella maggior parte dei casi non so neanche quanto si possa definire rap. Sicuramente l’interesse da parte di un pubblico “nuovo” a questo genere è una cosa positiva, ma per comprenderlo bene c’è bisogno di cercare e di informarsi oltre le cose che ci passano sotto al naso. Poi odio quei discorsi di “underground è buono” “mainstream è male”, ognuno secondo me deve seguire/fare la musica che più è idonea ai propri gusti senza inutili catalogazioni, informandosi bene su quello che segue/fa e farsi una propria idea.
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A cura di Nicola Pirozzi
Le precedenti puntate di myHipHop Draft: