myHipHop Draft 2013: Strage
Continua la nostra nuova rubrica a cadenza settimanale, myHipHop Draft 2013! Chi segue il basket conosce il sistema del Draft NBA: giovani rampanti cestisti che si avvicinano allo spettacolare mondo del basket statunitense, quasi sempre arrivati dai college nei quali si formano non solo umanamente, ma anche atleticamente. In qualche modo, dunque, questi college rappresentano la stessa gavetta che i giovani rapper e producer fanno tra palchi e lavori, ufficiali e non. Da oggi in poi, una volta a settimana, proporremo le nostre scelte del Draft, ovvero quelli che reputiamo essere le migliori prospettive qualitative del rap nostrano. Insomma chi, secondo noi, ha tutte le carte in regola per poter ben figurare nel mondo dell’NBA/rap italiano.
STRAGE, 21 ANNI, MC/BEATMAKER, BARI
Benvenuto sulle nostre pagine Luca! Per chi non ti conoscesse, quando, come e perché nasci artisticamente?
Il primo approccio con l’Hiphop è avvenuto tra i banchi di scuola, fine 2006 inizio 2007. Vedevo il fratello di sempre, TonyC (rapper con cui collaboro quotidianamente ancora oggi) in fissa con le rime, bozzetti su foglietti di carta, tags e freestyle session per cui era lecito chiedersi ” Ma che stanno combinando? Di che si tratta?”. Possiamo dire che La curiosità mi ha premiato. Iniziai a scrivere rime ovunque, noncurante ovviamente di qualsiasi concetto di musicalità, metrica e attaccamento alle radici della cultura, cose che per fortuna e per forza di cose sono arrivate in seguito, grazie anche a infinite ore di freestyle, skill a cui do parecchio peso tutt’ora . Per quanto mi riguarda non devi essere per forza un freestyler, però se lo sei e spacchi il culo tanto di guadagnato.
Nel 2009 invece iniziai a focalizzare l’attenzione sui suoni e sulla necessità crescente di non dover essere legato per forza a sound e tempistiche di altre persone. Producendo i primi loops notai che riuscivo a soddisfare a pieno le esigenze che si creavano e che beats dopo beats le cose andavano sempre meglio.
Hai collaborato con molti rapper noti della Penisola: qual’è la collaborazione che più ti ha dato soddisfazione o di cui vai più fiero?
Credo che ogni collaborazione sia frutto di una circostanza particolare, che sia spontanea o forzata da altri fattori. Non dimentichiamo che prima di essere artisti o presunti tali, siamo persone, e che quindi i rapporti personali possono influenzare positivamente o negativamente anche quelli legati all’ambito musicale. Le collabo le ricordo tutte con la stessa fotta fondamentalmente ma non nascondo che ascoltare un proprio beat o una propria strofa accostata al rap di ‘Nto e Amir o ai cuts di Dj Argento o DJ Shocca sia un motivo d’orgoglio!
Nei tuoi prossimi lavori, con chi ti piacerebbe condividere il micro e chi vorresti sentire rappare su un tuo beat?
Non saprei fare dei nomi, sarebbe “FANTARAP”. Considero sempre un pò scomode queste domande per cui la risposta è solo nei dischi e nei progetti che usciranno.
Ascolta “Storia di un presunto artista” di Nitro, prodotta da Strage
Molto spesso nelle tue canzoni a tua firma ci sono rap e beat: qual’è l’ambito in cui pensi di esprimerti al meglio?
Bella domanda questa. Il fatto di poter costruire un brano dal principio in ogni dettaglio, a partire dalla strumentale, è sicuramente un grosso vantaggio. Vantaggio che si ripercuote in automatico sull’espressività del brano stesso. Per quanto mi riguarda l’espressione delle due cose va di pari passo. Se il livello delle strumentali cresce, per struttura, sound e calibro, l’impegno nel completarlo a dovere con le rime dovrà necessariamente essere maggiore.
Domanda di rito per questa rubrica: cosa pensi del momento del rap italiano? Molti tuoi coetanei si stanno avvicinando all’hip hop: che consigli daresti loro per non prenderla come moda passeggera, ma come un modo per conoscere e apprezzare le radici di questa cultura?
E’ ovvio che il rap italiano in questo periodo ha un ruolo chiave, a livello discografico e non. Finalmente l’attenzione è concentrata sul genere che tanto ci fa strippare. La qualità della musica mainstream poi può essere discutibile o meno, resta il fatto che nessuno ti obbliga ad ascoltarla! Cerco di ascoltare tutti i dischi in uscita. L’unico problema di questa enorme diffusione è che secondo me non si ha più il tempo di assimilare un disco al meglio, che ne è già uscito un altro che merita la stessa attenzione magari. Per cui si finisce per dar poco peso a entrambi.
Ai ragazzi che si avvicinano adesso a questa cultura posso solo dire di non viverla dietro un monitor! Non a caso stiamo parlando di una cultura e non di un videogioco. I videogiochi hanno necessariamente bisogno di un monitor. Bisogna essere attivisti, e iniziare a farlo dalle realtà più vicine. Può sembrare la frase più ovvia del mondo, ma è la verità. La scena inizia dal tuo quartiere e passa per le jam e le serate della tua città (Considerando che magari non tutti i ragazzini hanno la possibilità di spostarsi da una città all’altra per eventi più grandi). La dedizione dei più ostinati farà la differenza a lungo andare.
____________________________________
A cura di Francesco Theak
Le precedenti puntate di myHipHop Draft: