HipHop skillz

myHipHop Draft 2013: Sace

Continua la nostra nuova rubrica a cadenza settimanale, myHipHop Draft 2013! Chi segue il basket conosce il sistema del Draft NBAgiovani rampanti cestisti che si avvicinano allo spettacolare mondo del basket statunitense, quasi sempre arrivati dai college nei quali si formano non solo umanamente, ma anche atleticamente. In qualche modo, dunque, questi college rappresentano la stessa gavetta che i giovani rapper e producer fanno tra palchi e lavori, ufficiali e non. Da oggi in poi, una volta a settimana, proporremo le nostre scelte del Draft, ovvero quelli che reputiamo essere le migliori prospettive qualitative del rap nostrano. Insomma chi, secondo noi, ha tutte le carte in regola per poter ben figurare nel mondo dell’NBA/rap italiano.

SACE, 18 ANNI, MC, LATINA/ROMA

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Col draft stavolta ci spostiamo nel college romano, per andare a conoscere un ragazzino di appena 18 anni, che in poco tempo ha iniziato a convincere tutti nella Capitale. Lui è Sace, un classe ’95, che grazie ad una featuring competition è stato scoperto da Amir che ne ha intravisto qualità e personalità da veterano: così dalla provincia di Latina è diventato uno dei nomi nuovi della scena romana, perseguendo con coscienza l’attitudine undergroundfiera dell’hip hop capitolino. Nonostante la giovane età, Sace ha alle spalle due episodi dell’epGiovane e forte” e sta ponendo le basi per quello che sarà il suo primo, atteso, disco ufficiale.

Rappresenti uno degli esempi buoni di talenti venuti fuori grazie ad un contest (nel tuo caso, una Featuring competition di Amir, che ti “scoprì” quando avevi 15 anni). Credi possa essere un buon modo per farsi conoscere, magari provenendo dalla “provincia” come te?

La Featuring competition mi ha aiutato molto ad uscire dalla provincia e di conseguenza mi ha dato la possibilità di affacciarmi su Roma e, dopo l’uscita di svariati video, in tutta Italia e non solo. Penso che i Contest siano un buon modo per farsi conoscere e per crescere. Inoltre ci tengo a dire che la “provincia” spesso e volentieri è un’arma a doppio taglio: a livello caratteriale credo che mi abbia formato diversamente da chi nasce e vive in una grande città. La parte negativa è che se ti ci infogni troppo diventa un bel problema uscirne.

Oramai appartieni alla scena rap capitolina: negli ultimi tempi ti abbiamo trovato nel disco di Mr. Phil e nel mixtape di Dj Ceffo Brokenspeakers, che facevano il punto sulla situazione dell’hip hop romano. Tu come la vedi? È una scena unita e florida?

Sì, è sicuramente molto produttiva, ci sono molti capisaldi ancora attivi e nuove promesse che nascono giorno dopo giorno.

Finora hai pubblicato due episodi dell’ep “Giovane e forte”, ma ancora nessun disco ufficiale. Stai lavorando per arrivare a questo traguardo? Credi debba essere il risultato cosciente di una gavetta fatta sui palchi e su prodotti non ufficiali?

Credo che serva una bella gavetta prima di un disco ufficiale. Io volendo potrei già farlo, anche se ho iniziato da soli 3 anni,  ma sinceramente non mi sento ancora pronto. Fare un disco ufficiale non vuol dire solo scrivere pezzi e registrarli, c’è molto altro lavoro sotto. Per esempio credo che ancora farò progetti come il terzo episodio dell’ep “Giovane e Forte” e uno o più mixtape prima di arrivare al disco.  Poi ognuno fa come meglio crede, non c’è una regola scritta o un codice da seguire.

15Sei un classe ’95, ma non si può dire ti manchi la personalità. In questo senso, quanto ha influito positivamente su di te il rapporto umano e lavorativo con artisti di un certo calibro (penso ad Amir)? Pensi che imparare da chi c’è da più tempo sia artisticamente più formativo che “farsi da solo”?

Mi sembra ancora tutto surreale, artisti di cui ero e sono tut’ora fan e di cui non perdevo neanche un concerto ora mi ci ritrovo a collaborare, condividere il palco o semplicemente a cena. Sinceramente è incredibile, non me lo sarei mai immaginato! Per quanto riguarda la parte lavorativa sicuramente avere a che fare con artisti di alto livello ha influito positivamente su di me riguardo la produzione, e mi sento spinto a fare sempre di più e a farlo al meglio. Naturalmente quando vedi il consenso o un complimento da chi c’è da più di 10 anni sulla scena automaticamente sale la “Fotta” e se prima scrivevo un pezzo ogni 3 o 4 mesi ora più o meno lo chiudo in poco tempo, non perché vengo aiutato, semplicemente perché ricevo continui stimoli positivi dall’esterno grazie a ciò che ho fatto sino ad ora! Credo che avere a che fare con chi c’è da più tempo ti può insegnare a non fare determinati errori, e di conseguenza muovere i tuoi passi quasi senza sbagliare. Io sono tre anni che sono attivo e nei primi due si può dire che mi sono fatto “da solo”,  il contratto con “Red Carpet Music” è una cosa che mi sono sudato e guadagnato con le mie forze,  investendo su me stesso e grazie anche ad amici che credevano in me. Penso che per me sia ancora prematuro tirare delle somme.

Domanda di rito per questa rubrica: cosa pensi del momento del rap italiano? Molti tuoi coetanei si stanno avvicinando all’hip hop: che consigli daresti loro per non prenderla come moda passeggera, ma come un modo per conoscere e apprezzare le radici di questa cultura?

È sicuramente un buon momento per l’hip hop in Italia. Forse l’unica cosa negativa è che ormai ogni giorno esce davvero troppa roba, e magari non si attribuisce il giusto valore o non si presta la dovuta attenzione ad un prodotto, qualsiasi esso sia. Se prima un disco ti durava anche sei mesi, ora è già tanto se ne senti ancora parlare dopo due settimane.  Ai giovani che si stanno avvicinando e cimentando ora consiglio di studiare, di allenarsi continuamente e fare sempre e solo la propria cosa, senza copiare o cercare di somigliare a qualcuno. Così potranno essere sicuri che se le cose vengono fatte bene e con un minimo di originalità e personalità prima o poi i risultati arrivano! Per quanto riguarda gli ascoltatori sicuramente se si sono avvicinati ora sarà grazie a qualcuno visto in Tv o sentito per radio ed il mio consiglio è quello di ascoltare tutto ciò che c’è ora e poi andarsi a sentire chi magari sta più in ombra, ed infine chi c’era prima, in modo da avere un quadro generale. Se arrivano a fare questo vorrà dire che in qualche modo già sono stati catturati da questa cultura e piano piano con il passare del tempo, impareranno ad apprezzare e conoscerne sempre di più le sue radici!

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A cura di Nicola Pirozzi

Le precedenti scelte del myHipHop Draft:

Oyoshe
Killa Cali
Baco Krisi
The Essence
Valerio Nazo
BlackJeekous



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