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myHipHop Draft 2013: Killa Cali

Continua la nostra nuova rubrica a cadenza settimanale, myHipHop Draft 2013! Chi segue il basket conosce il sistema del Draft NBAgiovani rampanti cestisti che si avvicinano allo spettacolare mondo del basket statunitense, quasi sempre arrivati dai college nei quali si formano non solo umanamente, ma anche atleticamente. In qualche modo, dunque, questi college rappresentano la stessa gavetta che i giovani rapper e producer fanno tra palchi e lavori, ufficiali e non. Da oggi in poi, una volta a settimana, proporremo le nostre scelte del Draft, ovvero quelli che reputiamo essere le migliori prospettive qualitative del rap nostrano. Insomma chi, secondo noi, ha tutte le carte in regola per poter ben figurare nel mondo dell’NBA/rap italiano.

KILLA CALI, 26 ANNI, MC, LECCE/ROMA.

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Classe 1984, nato e cresciuto a Calimera in provincia di Lecce, esordisce nel 2004 all’interno del gruppo salentino Mas Mas con il disco “Shqiptalia” e dal 2005 ad oggi ha pubblicato ben 5 mixtape. Nel giugno 2010 esce pure il suo album ufficiale: “Miracolo Militante”. Killa Cali non è l’ultimo arrivato e ha maturato una grande esperienza nel corso degli anni, esperienza che si sente tutta nel suo flow lento e ragionato, davvero in direzione opposta rispetto alle scelte metriche del rap odierno. Grazie al suo ultimo EP “Nessuno Mai” (disponibile in free-download) è sbucato fuori quasi dal nulla incuriosendo e piacendo, nonostante, come detto prima, sia in realtà un Mc dotato e navigato.

Killa Cali è la calma apparente, la calma piatta e silenziosa prima della tempesta. L’EP “Nessuno Mai” è il suo credo forte, reale e crudo. Amore e passato si intrecciano tra le storie che hanno segnato la vita del rapper, che non ha voluto mettere da parte le proprie origini per  snaturare la propria musica. Cali ci sa fare ed è uno di quegli artisti che vanno ascoltati e riascoltati, perché ogni verso nasconde un’immagine nuova e spesso gli basta quel modo di chiudere ogni strofa a effetto per evocare un senso di completezza davvero notevole. Il pezzo è chiuso, non bisogna aggiungere altro. 10 tracce pregevoli su altrettante produzioni ricercate (su tutte quella di Zonta) che di fatto, hanno messo in luce tutte le doti metriche, narrative e comunicative di questo rapper. Killa, tra l’altro, è attento e puntuale. Ha una visione chiara della scena italiana e anche se ha qualche dubbio su chi sia il suo alter ego, mostra una passione pulsante per questa cultura. Leggete cosa ci ha raccontato per la rubrica  myHipHop Draft 2013:

nessuno maiRaccontaci chi è Killa Cali con le parole di Killa Cali.
Non saprei, una volta ti avrei risposto a questa domanda con maggiore sicurezza. Sicuramente Killa Cali è il mio nome d’arte, quello con cui firmo i miei lavori che nascono dalla mia passione per il canto e per la scrittura. Forse è un po’ riduttivo, ma è così.

Hai alle spalle ben 5 mixtape, l’album “Miracolo Militante” e numerosi anni di gavetta nell’underground italiano. Il rap nostrano si trova ora in un momento di crescita (forse) mai vista. La divisione tra ciò che è mainstream e di moda, sembra però essere parecchio lontano dalle radici underground di questa cultura. Hai visto abbastanza per farti un’idea chiara della scena. Cosa ne pensi di questo periodo?
Quando mi avvicinai al rap, quasi quindici anni fa, la scena era ostaggio di finti “guru” che indicavano a tutti quello che si poteva fare e quello che non si poteva fare, quello che doveva piacere e quello che invece si doveva disprezzare. Io personalmente ne sono sempre stato disgustato. Sono contento che oggi si sia usciti da certi stereotipi che per anni hanno ucciso la nostra musica e l’hanno relegata a fenomeno culturale di serie B. Oggi il rap domina le classifiche, tanti miei amici riempiono i locali e sono abitualmente in TV e in radio. E’ una vera e propria rivincita. 

Il tuo è un rap vero, mai banale e dal forte impatto socio-culturale. Ti descrivi come un vero “fenomeno Meridionale”. Raccontaci quanto hanno influito la tua terra e le tue esperienze in questi anni a costruire la tua musica.
Ovvio che la provenienza nel rap è di per sé un fattore fondamentale. Per me questo è stato accentuato dalla scelta fatta quattro anni di fa di allontanarmi da casa. Questo legame con la mia terra si è rafforzato e poi è una questione di rappresentanza, il sud ha una tradizione musicale immensa, c’è bisogno di più artisti meridionali sulla mappa.

Anche in Italia sembra sia esplosa tra molti emcee una vera passione per l’overbeat. Il tuo flow lento e curato denota invece una pesatura di parole e immagini davvero ricercata e precisa. Si tratta di scelta controcorrente o qualcosa che rispecchia il tuo modo di fare e di essere?
Durante le mie prime esperienze in studio di registrazione feci diverse prove, capii che la mia voce non era adatta a un ritmo troppo elevato perché questo mi impediva di scandire bene le parole, il risultato era troppo confuso, per niente musicale. Col tempo si è formato il flow lento che tutti conoscete. Questo è anche frutto dei miei gusti musicali, ho sempre seguito Cam’ron e sono stato il suo fan numero uno in piena epoca Dipset, ascolto molto Young Jeezy, Slim Thug, Bun B e i vari artisti south che mi hanno fatto capire che non c’è bisogno di velocizzare e fare troppi incastri veloci per fare del buon rap.

Hai a disposizione un desiderio musicale illimitato. Raccontaci con quale rapper e con quale producer vorresti scrivere un pezzo. Il featuring che sogni da una vita, anche se impossibile.
In realtà non ho un featuring dei miei sogni. Certo, ci sono persone che apprezzo molto con cui mi piacerebbe collaborare. Ti potrei dire diversi nomi, il primo che mi viene in mente è Marracash, perché magari se ne parlò prima della sua esplosione a livello mediatico. Ma stimo molto anche Ensi, Coez e altri con cui non c’è mai stato modo di lavorare. Un progetto che mi piacerebbe realizzare è quello di lavorare insieme ad artisti che non fanno parte del rap game, credo possa essere un’esperienza più formativa di tante altre.

Cosa troviamo nel lettore mp3 di Killa Cali? Solo ed esclusivamente Hip Hop, o ti lasci ispirare anche da altri generi e artisti? Sono molto selettivo, non posso dirti che puoi trovarci di tutto nel mio lettore, ma sicuramente trovi molti generi differenti. Passo da French Montana a Justin Timberlake, da Eros Ramazzotti ad Adele, da Gemitaiz a Drake. Dipende molto dai periodi, ci sono anche dei giorni in cui sono nauseato dalla musica e non voglio ascoltare niente e un po’ è quello che sto vivendo ora. Aspetto con ansia un nuovo disco di Drake che mi faccia riconciliare con l’iPod e le cuffie.

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A cura di Mattia Polimeni

Le precedenti puntate di myHipHop Draft:

Oyoshe



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