Musica e sostanze psicoattive: viaggio alla radice di un connubio perfetto
Per secoli musicisti ed ascoltatori hanno fatto largo uso di sostanze stupefacenti con lo scopo di ampliare i propri sensi, di oltrepassare i confini del subconscio, conferendo a sé stessi maggiore creatività nel creare e percepire la musica e le immagini ad essa collegate.
Il rapporto degli artisti con la droga si percepisce dal modo in cui compongono, dai ritmi spesso ipnotici e trascendenti, ed è spesso reso evidente dal contenuto dei loro testi. Già nel 1938 la famosissima cantante Ella Fitzgerald deliziava il suo pubblico sulle note di Wacky Dust, celebre canzone senza tempo del panorama jazz americano ed internazionale che contiene al suo interno numerosi riferimenti al mondo della cocaina.
Il genere dell’Acid Rock, diffusosi tra gli anni ’70 e ’90, crebbe esponenzialmente con l’uso di sostanze psichedeliche come LSD ed MDMA (ecstasy). Tracce di riferimenti alla droga si possono trovare quasi in tutti i generi musicali, dalla ribelle hiphop all’ipnotica techno e persino anche nel “tranquillo” country.
La fattanza è un ottimo amplificatore delle emozioni. Del resto, chi dopo aver fumato cannabis non ha mai utilizzato la musica come mezzo per rilassarsi e lasciar fluire i pensieri? Ricerche recenti, tuttavia, mettono in evidenza l’importanza di quanto un giusto equilibrio tra i due principali principi attivi (THC e CBD) sia efficace nel favorire il senso di piacere derivato dalla musica. La maggior parte dei consumatori ha affermato di provare maggiore piacere nella musica dopo aver fatto uso di varietà ad alto contenuto di CBD.
Ascoltare musica, senza l’influenza della droga, apporta comunque notevoli benefici all’organismo in quanto aiuta a ridurre lo stress ed a innescare varie sensazioni positive ma, l’assunzione di determinate sostanze, può cambiarne ogni esperienza di ascolto. Gli studi clinici che hanno somministrato LSD a volontari umani hanno scoperto che il farmaco aumenta l’emozione evocata dalla musica, con i volontari più propensi a riportare sentimenti di meraviglia, trascendenza, potere e tenerezza.
Gli studi sull’imaging cerebrale suggeriscono anche che l’assunzione di LSD durante l’ascolto di musica influisca sulla parte del cervello che porta ad un aumento di immagini visive complesse ispirate alla musica.
Alcuni cominciano ad avvicinarsi a determinati generi per il semplice fatto che trovano in questi ultimi delle sinergie con le sostanze di cui fanno uso. L’anfetamina, ad esempio, è spesso accompagnata da musica veloce e ripetitiva, così come fa la stimolazione, permettendo un ballo molto veloce. La tendenza dell’MDMA a produrre movimenti ripetitivi e sensazioni di piacere attraverso il movimento e la danza è anche ben nota.
Droga e musica, in conclusione, sono da sempre un intrigante connubio che spinge tante persone a provarne su sé stessi la potenza. Per non pentirsene è però necessario che il consumo sia attento e consapevole.