“Musica che ti rende scemo”: indagine ironica di Virgil Griffith
Virgil Griffith, noto informatico nonché creatore del software Wikipedia Scanner (un software che capta da dove provengono i testi editati su Wikipedia), sta facendo discutere il web con la sua nuova infografica, “Musicthatmakesyoudumb” letteralmente “musica che ti rende scemo”.
Il suo studio, durato diversi anni, mette in relazione i risultati del SAT, cioè i test di ingresso ai college universitari americani, con i gusti degli studenti attraverso un’applicazione che scansiona i like messi a band e musicisti su FaceBook. In sostanza evidenzia cosa ascolterebbero i più ed i meno bravi.
Ovviamente questo studio non ha nulla di scientifico e lo stesso autore afferma che: «Non c’è nessun rapporto di causa-effetto, non inondatemi di email per sottolinearlo».
Sarebbe più corretto, infatti, definirla come un’indagine condotta con ironia che ha suscitato grande curiosità nonostante la poca affidabilità scientifica.
Da quello che emerge gli studenti più dotati sembrano preferire Beethoven o i Radiohead, mentre i meno dotati preferiscono Lil Wayne o Beyoncè.
Detto questo, è evidente che l’indagine va presa con le pinze dato che il gusto musicale di ognuno di noi è legato spesso all’intelligenza emotiva piuttosto che a quella matematica, scientifica o addirittura linguistica.
L’“effetto Mozart” è uno dei vari esempi di come la musica è collegata alla nostra emotività ed influenza l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale. Uno dei maggiori studiosi del suono dal punto di vista medico, Alfred Tomatis, ha dichiarato addirittura che l’“effetto Mozart” ha un effetto terapeutico riuscendo ad agire nella modificazione dei problemi emotivi e quindi modificare, o alleviare, alcune patologie.
A questo punto possiamo affermare con certezza che il gusto musicale è legato all’emotività, quindi rispettivamente chi vive d’istinto o ha bisogno di sfogo ascolterà generi vicini al metal, chi cerca emozioni durature preferisce musica ricercata o poco accessibile, chi è riflessivo prediligerà musica “soft” o classica, mentre tutti coloro che hanno sperimentato nel corso della propria vita uno spettro più ampio di emozioni apprezzeranno tutti i generi musicali o quasi.
Probabilmente il prossimo passo “evolutivo” è proprio quello dell’intelligenza emotiva ed empatica che l’uomo non ha ancora raggiunto appieno, in cui la musica gioca un ruolo fondamentale poiché: «Music is a window into higher brain function» (lett. La musica è la finestra delle funzioni celebrali).
Sopra l’infografica completa che mette in relazione artisti e punteggi dei test d’ingresso.
Acirne