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Muffe, pesticidi ed escrementi: la cannabis illegale in Europa è contaminata

La cannabis illegale in Europa e i rischi per i consumatori in due differenti report di produttori di cannabis medica

cannabis contaminata
La fotografia della situazione della cannabis illegale in Europa è un allarme per i consumatori, qualsiasi utilizzino ne facciano. La situazione problematica è stata messa in evidenza da due studi differenti, effettuati da due produttori di cannabis medica, Curaleaf e Sanity Group, che evidenziano la scarsa qualità della cannabis venduta illegalmente e di come sia contaminata da diverse sostanze.

La notizia è stata diffusa dalla testata francese Newsweed, che, come fatto dai report analizzati, sottolinea l’urgenza di regolamentare la produzione di cannabis in tutto il continente al fine di proteggere la salute pubblica.

CANNABIS ILLEGALE: MUFFE, FECI, BATTERI E METALLI PESANTI

«Attraverso un’analisi dettagliata e la collaborazione con la Manchester Metropolitan University e altri, abbiamo scoperto la prevalenza di contaminanti nocivi nei campioni di cannabis illegale. Questi risultati evidenziano l’importanza di comprendere i potenziali danni alla salute associati alla scelta di consumare cannabis proveniente dal mercato illecito», si legge ad esempio nel rapporto di Curaleaf, che ha rivelato che la cannabis venduta sul mercato nero contiene spesso muffe, cannabinoidi sintetici e metalli pericolosi come il piombo, che comportano gravi rischi per la salute. «Invitiamo i consumatori a essere consapevoli dei rischi, i decisori politici ad adottare misure per affrontare questo problema di salute pubblica e i ricercatori a continuare a studiare le complessità della sicurezza e della regolamentazione della cannabis», concludono.

Muffe, pesticidi ed escrementi: la cannabis illegale in Europa è contaminata
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Ed è la stessa preoccupazione che traspare dal report di Sanity Group, produttore tedesco di cannabis medica che ha realizzato la propria ricerca collezionando campioni da 30 città tedesche e altre 20 grandi città europee. «Dopo otto mesi di lavoro e con il fantastico supporto di oltre 200 volontari, i campioni inviati sono stati testati per componenti biologici, pesticidi e altri farmaci», raccontano spiegando che «i risultati sono stati scioccanti: su oltre 300 campioni testati, solo il 20% circa è stato classificato come prodotto sicuro e pulito. La maggior parte del restante 80% conteneva tracce di sostanze come feci umane e animali, Covid-19 e virus influenzali. Abbiamo anche trovato tracce di cocaina, ketamina, metanfetamina cristallizzata, MDMA e persino composti di lacca per capelli, nonché tracce di pesticidi tossici classificati come illegali in Europa». Giusto per dare un’idea: le tracce di feci sono state trovate nel 67% dei campioni, e peggio ancora è andata con i pesticidi pericolosi, rinvenuti nel 71% dei campioni e con virus e batteri, trovati nel 74% dei campioni analizzati.

E sono numeri e dati ai quali purtroppo dovremmo essere abituati. Uno studio condotto dall’Università di Berna nel 2016 aveva infatti rivelato i pericoli per la salute insiti nella cannabis venduta in Europa: il 91% dei campioni analizzati sono infatti risultati contaminati da qualche agente inquinante, alcuni di essi potenzialmente molto pericolosi per la salute. Il Dipartimento di Chimica dell’Università aveva analizzato ben 191 campioni, frutto dei sequestri della polizia svizzera su tutto il territorio dello stato, trovando tracce di contaminazioni da sostanze nocive in 9 campioni su 10. Le sostanze contenuto sono metalli pesanti, batteri e pesticidi. Sostanze che secondo i ricercatori dell’università possono «provocare gravi danni al sistema nervoso, immunitario e respiratorio».

CANNABIS CONTAMINATA: COME RICONOSCERLA

È evidente che una vera soluzione al problema potrà arrivare solo quando le istituzioni europee saranno in grado di agire insieme, per cambiare la situazione. A dire il vero c’è chi si sta già portando avanti, come Germania, Lussemburgo, o Malta che, autorizzando l’autoproduzione, hanno dato la possibilità ai cittadini di coltivare in casa la propria cannabis evitando non solo di consumare cannabis proveniente dal mercato nero, ma evitando anche di rifornire mafie e criminali per acquistarla.

Per tutti gli altri, al momento, non ci sono grandi soluzioni, se non quelle di imparare a riconoscere i contaminanti nel tentativo di evitarli. Per iniziare potete leggere i consigli di Shantibaba sul tema, li trovate qui.



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