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Muffa: l’incubo di ogni coltivatore

Muffa: l’incubo di ogni coltivatore

Benvenuti cari lettori a un nuovo appuntamento con la rubrica Prime Armi. Data la stagione voglio parlarvi dell’incubo di ogni coltivatore di guerrilla e non solo, la botrite cinerea, più comunemente chiamata muffa grigia; impareremo come riconoscerla e come contrastare la proliferazione di questo fungo; se il coltivatore non fa attenzione e le condizioni di riproduzione sono adeguate, una infezione da Botrytis può rovinare una coltura in pochi giorni, proprio nel momento in cui le piante raggiungono il loro pieno sviluppo.

Il Botrytis è un fungo parassita che attacca molte varietà di piante, l’organismo sverna sotto forma di miceli, cioè filamenti di cellule che vivono su materiale vegetale in decomposizione. Con la primavera il fungo produce conidiofore, strutture cellulari ramificate dove si formano le spore. Le spore mature lasciano il fungo e vengono trasportate dal vento o dalla pioggia e in condizioni favorevoli attaccano il nuovo ospite, di solito sfruttando una lesione o per esempio attaccando foglie deboli cioè quelle ingiallite.

Una volta che la spora è penetrata nel tessuto genera il fungo che invade il tessuto, sottraendo zuccheri distrugge le cellule, il tessuto perde consistenza e marcisce, allo stadio successivo produce le conidiofore che di nuovo rilascia le spore, continuando il ciclo così finché non arriva il freddo che porta di nuovo l’organismo all’ibernazione.

Il fungo nella coltivazione outdoor

Normalmente, la presenza di Botrytis in una coltivazione è limitata alla fioritura, ed è relativamente raro vederlo in coltivazioni indoor. Nella coltura all’aperto, il Botrytis può manifestarsi per vari motivi, ma i principali sono la pioggia e i bruchi. Durante l’estate, stagione normalmente secca durante la quale crescono le piante e i fiori non si sono ancora sviluppati, è davvero strano vedere i sintomi di questo fungo. Tuttavia, a fine estate e all’inizio dell’autunno, quando la maggior parte delle piante di cannabis sono in piena fioritura, la pioggia può essere un vero problema, soprattutto quando un certo numero di fattori si presentano insieme: piante in fioritura avanzata, pioggia persistente per giorni, scarsa circolazione d’aria o troppa umidità nei luoghi di produzione possono rovinare la fatica degli ultimi mesi.

Ci sono coltivatori che coprono le loro piante all’inizio delle piogge autunnali, ad esempio, in serre di plastica e in una struttura semplice, in modo che non si bagnino con ogni pioggia o rugiada. La fase di essiccazione del raccolto presenterà lo stesso rischio di infezione pertanto sarà essenziale assicurarsi e controllare il livello di umidità durante l’essiccazione del raccolto.

I sintomi

Un’altra possibile fonte di infezione sono bruchi. Lasciando da parte i danni che provocano direttamente nella pianta (“buchi” nelle foglie, germogli contorti, etc.) i bruchi mangiano letteralmente i germogli, lasciando solchi nei fiori. Con la pioggia e anche con la rugiada del mattino, queste scanalature finiscono con lo sviluppare botrite a causa dell’elevata umidità.

I classici sintomi di una infestazione di questo fungo sono i fiori lanuginosi, che hanno un colore grigio (o sfumature di marrone) e possono cambiare completamente la consistenza delle cime, rendendole fragili e cotonate. Se trovate questi sintomi dovrete rimuovere i germogli colpiti e avviare immediatamente una sterilizzazione della parte attorno al germoglio rimosso.
Questo è il motivo per cui mantenere un ambiente pulito è così importante. Anche in presenza di potenziali spore, non vedrai mai un segno di botrite a meno che le condizioni ambientali non diventino favorevoli allo sviluppo del fungo. Ricorda che per poter prosperare il Botrytis ha bisogno di umidità elevata oltre il 60%, frequenti sbalzi di temperatura dai 10° ai 20° C e un pH acido dato dalle forti piogge.

Muffa: l’incubo di ogni coltivatore

Focus sulla maturazione

La minaccia di contrarre un’infezione simile aumenta a mano a mano che avanza la maturazione dei fiori. Questo accade perché quando le cime maturano durante le ultime settimane di fioritura, accrescono il loro volume e la loro stessa consistenza ostacola la ventilazione intra-floreale.

Ricorda che un’infezione durante la fase finale della fioritura può costringerci a raccogliere le piante prima del giorno ottimale di maturazione. Bisogna scegliere il male minore, meglio raccogliere in anticipo che portare le piante a piena maturazione con una vistosa infezione da Botrytis che comprometterebbe l’intero raccolto.

Se le piante hanno grandi cime, hanno una vasta area all’interno che non riceve esposizione all’aria ed è quindi molto umida, significa che è molto probabile che questo fungo prenda di mira prima queste grandi cime.

Le persone generalmente iniziano a notare un’infestazione di muffa grigia una volta che notano macchie attutite sulla loro pianta. All’inizio potrebbe anche apparire come muffa bianca all’esterno del bocciolo simile all’oidio, e allo stesso modo bisogna agire immediatamente.

Se è davvero muffa grigia, potrai vedere che l’interno del bocciolo è grigio scuro o marrone e sembra essere polveroso. Sfortunatamente, poiché la muffa grigia si muove così rapidamente, è improbabile che la riconosca quando è bianca e soffice nella sua fase iniziale.

È molto probabile che ti ritroverai con un problema di muffa grigia se le tue piante crescono in un ambiente poco illuminato. Si chiama muffa grigia perché, sebbene inizi un colore bianco polveroso, si trasforma in un colore marrone o grigio fumo. Una volta che vedrai questi e altri colori, saprai che il danno alla pianta è già esteso e praticamente irreversibile, puoi contenere l’infezione, ma non batterla del tutto.

Muffa: l’incubo di ogni coltivatore
A. Infezione precoce durante lo sviluppo dell’infiorescenza, che mostra imbrunimento e decomposizione di foglie.
B e C. Stadi avanzati del marciume delle gemme, in cui l’intera infiorescenza è stata distrutta.
D. Primo piano di infiorescenze raccolte malate, che mostrano lo sviluppo del micelio all’interno del germoglio e il decadimento.
E. Colonia di muffa grigia recuperata da tessuti malati.
F e G. Micrografie elettroniche a scansione di conidiofori di B. cinerea dalla coltura. Si possono vedere i punti di attacco delle spore alla testa del conidioforo. H e I. Lesioni sulle foglie di cannabis derivanti dalla deposizione di spore di B. cinerea da infiorescenze infette.

Contrastare la botrite in outdoor

Due cose rendono le colture outdoor più sensibili all’attacco di Botrytis: le precipitazioni e il fatto che le piante possono sviluppare una chioma molto densa. In estate, quando le piante continuano a crescere e i fiori non hanno raggiunto la maturità, è improbabile che vengano attaccate da questo fungo. Tuttavia, è durante le ultime fasi della fioritura, a fine estate o all’inizio dell’autunno, che il tempo inizia a cambiare e la pioggia diventa più frequente, con conseguente scarsa circolazione e livelli di umidità eccessivamente elevati.

Prevenzione del fenomeno

Sebbene esistano trattamenti che possono soffocare o uccidere il fungo, l’applicazione di sostanze chimiche alle piante può essere rischiosa. Per questi motivi, e nell’interesse dei costi e dell’efficienza, la maggior parte dei grower distrugge semplicemente le piante colpite dall’infezione. Ecco perché la maggior parte degli esperti consiglia di concentrarsi sulla prevenzione, a tal fine è bene elencare i fattori che agevolano la comparsa del Botrytis.

– Temperatura
La temperatura ideale consigliata per la tua coltivazione varia a seconda di diversi fattori, ma tieni presente che Botrytis preferisce temperature più fresche. La maggior parte degli esperti consiglia temperature superiori a 20° C per tenerlo a bada.

– Le spore
Se coltivi in ​​casa, è molto più facile evitare le spore di Botrytis cinerea, ma dovresti comunque fare attenzione a ciò che lasci entrare in casa. Cambia i vestiti prima di entrare nella tua growroom e non lasciare mai entrare animali domestici.

– Densità
Ricorda che questo fungo ama le parti delle piante che hanno più umidità, quindi dovrai tenere d’occhio le cime più dense. Ovviamente, se vedi un’infezione, rimuovila immediatamente e non lasciare che le parti infette delle piante tocchino quelle che non sono state ancora colpite.

– Umidità
Per i coltivatori indoor, limitare l’umidità è uno dei modi più semplici per evitare problemi del genere, ovviamente aggiungere un ventilatore è sempre possibile in una growroom, ma ciò non è applicabile nelle coltivazioni all’aperto o in alcune greenhouse.

– Nessun trattamento durante la fioritura
Non è mai una buona idea usare fungicidi mentre la tua pianta è nella sua fase di fioritura. Inoltre, non dovresti spruzzare le cime che sono state colpite con olio di Neem o altri antiparassitari quando le piante sono nella loro fase di fioritura. Questo non fornirà un mezzo efficace per combattere la muffa grigia e rovinerà il gusto e l’odore (e l’aspetto) delle cime, rendendo comunque inutile tutto il duro lavoro. I fungicidi possono essere utilizzati solo durante la fase vegetativa della vita della pianta.

– Perseverare non aiuta
Se decidi di cimentarti in una coltivazione outdoor e incappi in questa sgradita ospite, devi essere realistico con te stesso. Il clima non cambierà e le piante sono già state infettate una volta. Pensi davvero che questo cesserà di essere un problema non appena scarterai le piante che hanno segni visibili di marciume? Probabilmente no, meglio scegliere luoghi più ventilati e meno esposti alle intemperie dove tentare il prossimo ciclo di coltivazione, con lungimiranza e un pizzico di esperienza in più.



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