Mr Phil – Poteri Forti (recensione)
Ci ho messo un po’ a farmi un’idea sul nuovo lavoro di Mr Phil ma ora sono pronto. Le prime impressioni non erano buone, sarò sincero, mi era sembrato piuttosto noioso e con pochi rilievi. D’altronde c’è da dire che si tratta di un prodotto piuttosto rischioso: intanto perché i dischi di un producer dipendono suo malgrado dalle prestazioni dei rapper. Per giunta, il tema dei poteri forti va trattato con la giusta delicatezza, perché se ci si limita a sfruttare l’occasione per esercitarsi sulla propria conoscenza delle teorie del complotto apprese sul web, magari in maniera superficiale, si finisce con il fare la fine di un Fedez qualunque. Qualcuno ci è senza dubbio scivolato su questa cosa; pochi per fortuna.
Detto questo, è stato doveroso approfondire, soprattutto per la curiosità iniziale che avevo nei confronti di un disco di Mr Phil, un produttore che ho sempre considerato sottovalutato e del quale ho sempre apprezzato la grande versatilità. Per giunta, Phil è un producer romano e per me era l’opportunità di approfondire la conoscenza di una serie di rapper di una scena comunque in fermento come quella della capitale dei quali avevo sentito pochino e che mi avevano incuriosito. La scelta degli MC a mio avviso è più che azzeccata: leggere la tracklist fa venire l’acquolina in bocca, vista l’alternanza di storici pesi massimi come Danno, Masito, Bassi, Ice One, Dj Jad e Maury B, passando poi per Turi, Primo Brown, Ensi e Raige, Ghemon, Mastino, Il Turco, Lucci, Amir, Jack The Smoker, Duke Montana, Fuossera fino a E-Green, Barracruda, Don Diego, Er Costa, Vox P, Comma & Shogun, 16 Barre, Sace, Baby K e tutti gli altri. Da paura.
Di fatti ho fatto bene ad ascoltarlo tanto: in questi giorni spesso mi capita di ritrovarmi in testa qualche beat di quelli del disco, specialmente quelli più crudi, quelli coi loop più ipnotici come quello di “Uno Contro Uno” o “Quarto Tipo”. Tanti pezzi li ho sentiti ripetutamente, come quello di Don Diego o quello dei Barracruda e ho potuto alla lunga constatare che in “Poteri Forti” ho trovato tutto sommato quello che mi aspettavo: un disco crudo e massiccio, che riascolti volentieri e tanti bravi rapper, del passato, del presente e del futuro dei quali alcuni, come Deal Pacino e Tura Toro, ad esempio, nemmeno conoscevo e mi hanno colpito moltissimo. Un disco che sicuramente ha bisogno di tanti ascolti per essere apprezzato a pieno, non di certo un lavoro facile.
Alla fine l’ho preso così: il disco è bello lungo, (21 tracce delle quali molti pezzi hanno più di 2 strofe) e come tutti i lavori di questo tipo offrono molto di buono ma anche molto da skippare, questo anche per colpa di alcuni MCs che fanno decisamente il compitino. E’come andare in quei ristoranti italogiappocinesi all you can eat, dai quali esci tutto sommato soddisfatto ma anche deluso, perché visto quello che c’era sui banchetti senti che avresti potuto mangiare di più, che alcune delle cose che hai scelto non ti sono piaciute e la soddisfazione è presa a spallate da un po’ di rimpianto.
È per questo che appositamente non ho citato la titletrack; perché nonostante abbia un bel beat cupo alla Gotham City e sia rappata da una combo di MC da sogno, resta un po’ piatta e non diventa la bomba che avrebbe potuto essere. A mio avviso, diventa il simbolo di questo disco: un lavoro che piace, ma che sembra non decollare, nonostante le tante occasioni. E questa, purtroppo, è la stessa sensazione che avevo provato nei lavori precedenti di Phil: un produttore di grandissimo talento e dalla grande versatilità e affidabilità. “Poteri Forti” resta un disco consigliatissimo, ma con quel cast e quella regia avrebbe potuto essere una bomba atomica, invece è un film bello, ma non da oscar. Non di certo un “The expendables” eh, ma sicuramente una bomba che nonostante l’efficacia, non ha fatto il rumore che mi aspettavo alla sua esplosione.
Robert Pagano