Montesarchio in Fermento – nuovi linguaggi sonori. 14 – 19/10/2014
Dal luppolo della birra, i fermenti di nuovi linguaggi sonori possibili
Montesarchio in Fermento è un festival nato dalla sinergia di Suonitineranti e Tagà Discopub: giunta alla sua terza edizione, la kermesse si propone di ricreare un parallelo tra la fermentazione della birra e quella culturale, in una cittadina del meridione che stenta ad accettare l’etichetta di arida.
La black music funge da spina dorsale di una proposta musicale piuttosto variegata: non è un caso che i generi maggiormente richiamati siano l’hip hop, il funk, il soul ed il reggae, nati tutti da una fermentazione complessa ma vivace. La pizzica e la patchanka aprono e chiudono la rassegna, che nel suo culmine scoprono live e dj set di matrice nera e di riconosciuto spessore artistico. Con una doverosa strizzata d’occhio alla Campania, terra di contaminazioni e mille sfumature, in un viaggio che parte dall’esuberanza salentina e raggiunge Bologna e Firenze in un’ideale Autostrada del sole musicale.
I leccesi Mascarimirì hanno aperto le danze, con la caparbia rivisitazione in chiave moderna della tradizione salentina. La pizzica che incontra i sintetizzatori così come i corpi si sono mescolati in balli frenetici. È stato poi il turno del “Fratammè Tour” di Ciccio Merolla, un vero e proprio pitbull da palcoscenico: un turbine di rap, freestyle e percussioni coadiuvate dagli strumenti e dalle voci di Marcello Coleman e Zaira.
Da oggi 16 ottobre, l’idea è quella di avvicinarsi al weekend cercando di alzare l’asticella: ci proverà l’ottima Wena, tra le voci soul più potenti e prestanti d’Italia, assieme ai fidi Souldiers. La singer casertana, già in collaborazione con Ghemon e Funky Pushertz, tra gli altri, porterà sul palco “A part of me”, la sua ultima produzione discografica, ed un carico di pulsioni emotive che solo una voce del genere può suscitare. A corollario della sua esibizione, l’attesissimo dj set di Katzuma aka Deda. Una vera e propria leggenda dell’hip hop italiano, universalmente riconosciuto come uno dei migliori rapper della nostra storia del genere: dagli inizi ’90 con l’Isola Posse All Stars, fino a dare vita a veri e propri classici rap, come “SxM” con Gruff e Neffa nei Sangue Misto, o al disco che lo unì a Kaos e Sean in Melma & Merda. Deda porta con sé un’aurea quasi divina, dato che non ha mai rilasciato un album rap solista, seppure non dubitiamo ci siano ancora fan che glielo richiedano: oggi è Katzuma, produttore e dj funk, che saprà mettere sapienza e cultura al servizio di un emozionante dj set.
Per venerdì 17 è invece prevista una “Grande abbuffata” imbandita dai torresi Funky Pushertz: dai tempi del “Breakfast EP”, il progetto d’esordio, passando per “Lunch”, il primo disco ufficiale, Reddog, Boom Buzz, Mastu Nzò, Kayaman e Tonico70 hanno da sempre proposto una metafora culinaria che ben si abbina all’input del festival. Una mistura di rap, reggae e soul che genera un’idea musicale con pochi eguali in Italia e senza esempi cui attingere nella nostra penisola. Dal progetto Torreggae, e dalla storia del rocksteady napoletano, ecco il dj set di Ciccio Sciò: coscienza e divertimento gli hashtag di una selezione curata e pregna di cultura. Chiunque abbia assistito alla sua energica esibizione, assicura di essere tornato a casa con le scarpe fumanti.
Se dici “storia dell’hip hop napoletano” dici 13 Bastardi, 99 Posse e TCK, tra pochi altri. I Sangue Mostro rappresentano ognuna di queste famiglie e il loro “Cuo-Rap” è una lezione storica per le nuove leve: un disco che –come il parallelismo culinario nella loro “Hip-Hop Raù” efficacemente spiega- deve cuocere lento e non lascia scampo ai sapori artefatti del fast food musicale. Speaker Cenzou, Ekspo, Ale Zin e Dj Uncino sono gli acrobati lirici e tecnici del 99 Circus, il side-project della 99 Posse che vedrà sul palco il dj set di JRM e quello del frontman O Zulù, che promette di performare i suoi classici su sonorità più spinte e a bpm più elevati.
Chiude la ricca rassegna la formazione fiorentina dei Tamales de Chipil, un concentrato di patchanka e folk gitano, per un ensemble che ha dalla sua l’esperienza sui palchi di Manu Chao, BandaBardò e Roy Paci. Tutto chiaro, no? L’appuntamento è a Montesarchio in Fermento!
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