Abbiamo un grosso problema con i vestiti invenduti della moda usa e getta
In Africa e in Sudamerica crescono le discariche illegali dove si accumulano i vestiti inutilizzati dall'industria del fast fashion
L’industria del Fast Fashion, quella della moda usa e getta, è in continua crescita. Nel 2021, ha raggiunto un valore che si attesta intorno ai 30,5 miliardi di dollari, 5 miliardi in più rispetto all’anno precedente, e le attuali previsioni sembrano annunciare il potenziale sviluppo di un mercato da oltre 40 miliardi nei prossimi 3 anni. Ma l’aumento del valore del settore dei vestiti a basso costo va di pari passo con un’insostenibile quantità di sprechi e con l’avanzata di una crisi ambientale sempre più inesorabile.
LE DISCARICHE DI VESTITI IN AFRICA
Nelle spiagge di Accra, capitale del Ghana, vengono depositati ogni settimana circa 15 milioni di capi d’abbigliamento invenduti in Europa, Stati Uniti o Asia. Ufficialmente si tratterebbe di donazioni, ma la verità è che una simile quantità di vestiti difficilmente può essere considerata un gesto sinceramente altruista. Le pile di pantaloni, t-shirt e felpe – prodotte per la maggior parte con fibre sintetiche che ne rendono quasi impossibile la biodegradazione – occupano gran parte delle spiagge di Accra e se è vero che buona parte dei capi viene acquistata in lotti dagli abitanti locali che sperano di trarne profitto, lo è altrettanto che molti degli abiti sono inutilizzabili e concludono il loro lungo viaggio verso il continente africano come rifiuti devastanti per l’ambiente.
IL DESERTO CILENO PIANO DI ABITI
Ma le spiagge ghanesi non sono certo un’eccezione. Anche il deserto di Atacama, in Cile, è ormai stato trasformato in una delle più grandi discariche di capi d’abbigliamento invenduti al mondo. Sebbene il Cile sia uno dei maggiori consumatori di Fast Fashion e principale importatore di abiti usati del Sudamerica, la richiesta è spesso inferiore all’offerta e buona parte dell’import e degli abiti delle grandi catene finisce nel deserto o sottoterra.
Non tutto è però perduto. ONG come Desierto Vestido o Ecofibra lavorano da anni per sensibilizzare il pubblico sul tema dell’economia circolare e sui danni ambientali causati dall’industria del Fast Fashion e il mercato dell’abbigliamento riciclato e dei vestiti di seconda mano sta crescendo rapidamente. In questo caso, il problema non è certo rappresentato dalle singole persone che acquistano capi da Zara o da una delle altre grandi catene del settore, ma scelte più sostenibili sono comunque fondamentali per iniziare ad arginare il fenomeno.