Mistaman – "M-Theory" (Recensione)
“In fisica teorica la Teoria M (M-Theory) di Edward Witten è una teoria del tutto che combina matematicamente le cinque teorie delle superstringhe e la supergravità a 11 dimensioni, nonché le quattro interazioni fondamentali.”
Un casino insomma. C’è dentro di tutto e l’obiettivo sembra quello di voler descrivere l’intero l’universo in cui ci troviamo, cercando un nesso tra i mille paradossi e livelli di significato con cui siamo abituati a convivere. Ci ha però pensato Mistaman, con la sua personalissima rivisitazione della “M-Theory” a tirare fuori dal sacco una versione più accessibile a noi comuni umani che continuiamo a preferire un buon disco alle radici quadrate.
Il concept su cui Mistaman ha deciso di collocare la sua intera “M-Theory” si trova direttamente sul confine dello spazio tempo: rap filtrato e mescolato a matematica, fisica e funzioni dove giochi di parole, rime impossibili e incastri paranormali giocano a rincorrersi sul piano cartesiano. La Mistaman-theory non ha barriere (anche perché la volontà dell’ideatore Edward Witten è che l’interpretazione della “M” rimanga libera) e traduce amore, sentimenti e stereotipi in coordinate e ascisse.
Sei sempre stata un’incognita non sei mai stata per me una costante,
Slegata dalla mia logica le tue espressioni non so interpretarle
Questo rapporto è risolto solo fintanto che ci dividiamo
Ma il risultato del conto è periodico, è solo per questo che ci rivediamo?
((X²+Y²-1)³-X²Y³=0)
Il punto forte del rapper del collettivo Unlimited Struggle è sicuramente (e da sempre) la peculiarità espositiva. Testi impegnati, ricercatissimi dal punto di vista stilistico e spesso complicati, ma sempre ricoperti di numerosi liricismi divertenti. Dopo “La Scatola Nera”, il disco in collaborazione con Dj Shocca in cui ha riportato alla luce un sound prettamente anni ’90, Mistaman ha voluto testarsi su produzioni decisamente più moderne e atipiche. Grazie ai tappeti sonori dei fidi Big Joe, Fid Mella, Shocca e The Caesars i risultati ottenuti hanno le caratteristiche di un mix davvero disarmante, a cominciare da “Irreversibile”: un pezzo palindromo (idea clamorosa e di difficile realizzazione), “L’amore ai tempi del New Era”: il quadro bello e buono della superficialità dei rapporti digitali, ma senza la poesia di un Garcia Marquez o ancora “Con tutte le ragazze”: divertente maschilismo/femminismo impazzito.
Tutto trascende, il vuoto si riempie
Il buio si accende, come in principio
In natura non c’è male e bene,
Solo ricerca di un equilibrio.
(Se parlassi con Te)
In “A100” fioccano doppi sensi e accenti dinamici che scardinano i significati , “Sù Sù Giù Giù Sx Dx Sx Dx B A Select Start” ricalca i luoghi comuni della vita sui suoni psichedelici dei videogames mentre in “Codice Rosso” Mista e Kiave conducono le indagini nel tentativo di scoprire chi abbia attentato alla vita dell’Hip Hop.
La mente di Mistaman ha concepito un disco sicuramente più pazzo che pazzesco. La prima impressione piò risultare quella di un rap elementare per certi versi, quasi adolescenziale in certe rime. L’ascoltatore non deve però sottovalutare questo disco, perché non è possibile contare (per restare in tema) tutte le sfumature con cui Mistaman è riuscito a spolverare l’universo parallelo in cui ha sviluppato la realtà di “M-Theory”.
“M-Theory” è lontanissimo dai canoni classici che hanno avvolto “Parole” e “Anni senza Fine” e presenta un rap sperimentale e multimodale, che si sposa perfettamente con l’intelletto di Mistaman e la sua ossessione tecnica. Se state cercando un classico, avete sbagliato strada. Se state cercando la fotografia più chiara e meglio strutturata dei nostri tempi, allora non potete non fermarvi a cercar di leggere tra le righe delle formule sulla lavagna di Mistaman.
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Mattia Polimeni