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Mistaman & Dj Shocca – La Scatola Nera (recensione)

Mistaman & Dj Shocca - La Scatola Nera (recensione)Lo si aspettava ed è arrivato, in un momento in cui il gioco delle coppie sembra tornato in auge (anche se questa è una coppia ormai storica da molti anni e ben rodata). I miei corregionali Mista e Shocca escono con un album, un pò breve a dire il vero (solo 10 pezzi), che comunque aveva saputo generare dell’hype già in precedenza, segno positivissimo questo in un’era in cui tutto dura poco. Però quando l’aspettativa è ampia, il giudizio si fa più severo, infatti, a La Scatola Nera, mi ci sono approcciato con un occhio particolarmente attento e critico, perché credo che un duo così forte (definirli dei “pro” è assolutamente d’obbligo) meriti un’analisi altrettanto meticolosa. Il disco inizia in maniera esplosiva, con la title track e il singolo Real Classic Shit di cui abbiamo visto il bellissimo video (by Frame 24). “Forte” mi sono detto. Non poteva iniziare meglio. Classico e sufficientemente “spensierato”. Perché Soul Food non è obbligatoriamente sinomino di Consciousness e sto bene anche ad ascoltarmi un bel pezzo battagliero come il singolo di cui sopra. Già da questi primi due pezzi però la mia attenzione è stata irrimediabilmente catturata dai beats. Shocca dimostra, traccia dopo traccia, di avere realmente una, due, tre marcie in più rispetto la maggior parte dei producers italiani. Con un set di batterie semplice (ma sempre incisivo), Shocca è riuscito a confezionare piccole perle dal sapore street classic con una buona alternanza di mood, dal minimal di “MC” alla variante un pò più attuale di “VERO” (con quel maledetto Ghemon, che non capisco più come faccia ad imbroccare ogni cosa che scrive). Molto valido anche il beat de La Terza Guerra Mondiale (pezzo migliore del disco, assieme al sopracitato “Vero”). Vedete, molti producers sanno trovare bellissimi samples e sanno tagliarli con gusto e perizia. Abbastanza producers in giro hanno le batterie giuste, campionate a dovere (non quelle delle librerie già fatte, Jesus!). Pochissimi sanno fare le bassline potenti e ricche di calore come Shocca. Quasi nessuno, alla fine, fa suonare il beat come Shocca. Come dire che ci sono degli chef che sanno aggiungere quel qualcosa in più ai propri piatti, che fa la differenza, contro tutti gli altri, a parità di pietanza.
Attenzione: il fatto che sia stato colpito prima dalle produzioni di Shocca e solo in seguito dalle liriche di Mista non significa che quest’ultimo abbia lavorato male. Ma ripeto, un grosso hype impone un giudizio altrettanto importante e non credo che il Mista che ho sentito in questo disco sia il miglior Mista di sempre. Al rap Mista si è sempre dimostrato un tecnico e un abile giocoliere, uno dei pochi che riesce a far divertire davvero e ad intrattenere. Metricamente sempre molto godibile e con un timbro di voce che spacca, dal punto di vista tecnico non delude. E in questo disco sfodera dei pezzi decisamente di buon livello, come la metafora ne La Terza Guerra Mondiale o Stagioni, oltre a ritornelli davvero ottimi (praticamente tutti!) e che si lasciano canticchiare volentieri (da sempre un cavallo di battaglia di Mista, basti pensare a Parole). In questo disco però mi aspettavo di più che giochi di parole (a dire il vero fin troppi) e punchlines ad effetto, con ampie dichiarazioni d’amore alla classic attitude. Non mancano gli episodi più spessi ma le dieci tracce finiscono quasi subito, lasciando, almeno nel rap, un sensazione di qualcosa parzialmente incompiuta. Una scatola nera registra, conserva e ripropone quanto fatto finora. Ma, almeno da un punto di vista contenutistico, quello che esce dal mic di Mista non è la somma di quello che ha fatto in tanti anni di onorate battaglie. La scatola nera è un disco divertente, godibile, realizzato con perizia. Ma da un disco, prodotto da un duo così forte, in un momento come questo, credo che ci si debba aspettare di più. Perché pur toccando un livello tecnico alto (grazie a Mista) e dei beats fortissimi (grazie a Roc), in sé, amalgamando gli ingredienti, non trova una piena realizzazione. Probabilmente, se ci fosse stato scritto “street album” o quelle cose che vanno di moda adesso, magari avrebbe fatto da golosissimo antipasto ad un successivo album ufficiale di gran spessore. Insomma, che sti due spaccavano lo sapevamo già e Shocca si conferma tra i 5 migliori beatmakers d’Italia. Conosciamo bene anche le qualità di Mista, ma una marcia in più, che facesse mangiare la polvere a tutti i colleghi, davvero me la sarei aspettata!

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Giovanni “Zethone”



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