Million Marijuana March 2014: tutti insieme per dire no agli “umanopoli”
Eravamo almeno in 20mila, per le strade di Roma, a chiedere di poter godere liberamente di un dono della natura: la pianta di marijuana. Ma non solo. Perché la 14ma edizione italiana della Million Marijuana March, che si è svolta come ogni anno in altre 420 città del mondo, dal Sudafrica all’Indonesia, dall’Iraq al Giappone, passando per le Americhe e l’Europa, è stata l’occasione per ribadire che i consumatori tra i più criminalizzati al mondo (noi italiani) non stanno né con le narcomafie né con le multinazionali del tabacco e del farmaco, che sono contro i monopoli e la mercificazione e contro ogni poribizioinsmo, vera radice di politiche scellerate che sperperano denaro pubblico e di un monopolio sulle sostanze stupefacenti che porta soldi a mafie e criminali.
Per ribadire insieme tutti questi concetti è stata coniato un neologismo, l'”umanopolio“, per indicare la battaglia da intraprendere contro i monopoli che gli umani stabiliscono sui beni comuni, patrimoni di tutta l’umanità e quindi non vendibili e assimilabili a quote di mercato.
Dopo la bocciatura della Fini-Giovanardi da parte della Consulta gli organizzatori avevano ribadito gli obiettivi del movimento italiano e cioè “la fine della persecuzione delle persone che utilizzano sostanze rese illecite dal proibizionismo, il diritto all’uso terapeutico immediato per i pazienti che necessitano della cannabis, a coltivare liberamente una pianta che è un pezzo del patrimonio botanico del pianeta e che appartiene all’umanità intera”, e anche “l’abolizione del Dap (il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio) che arroga a sè, espletandole con un furore ideologico e un accanimento degno della peggiore propaganda proibizionista, funzioni che dovrebbero essere molto più pragmaticamente di competenza dei Ministeri della salute, della giustizia e delle politiche sociali”.
La manifestazione è partita verso le 16,30 da Piazzale dei Partigiani, si è chiusa in tarda sera a Piazza San Giovanni. Accompaganati dalla musica dei carri, dai colori e dalla convinzione che lo Stato neghi un diritto fondamentale della persona, molti attivisti di tutte le età hanno manifestato pacificamente accompagnando numerosissimi malati e parenti che utilizzano la cannabis a scopo terapeutico.
Alessandro Buccolieri, storico organizzatore della manifestazione ha ribadito che: “Riteniamo indispensabile un ripensamento globale delle politiche sulle droghe, un superamento del proibizionismo su scala planetaria e la delineazione di nuove prospettive a partire dalle persone che usano sostanze psicoattive, dai loro diritti, dalle loro definizioni dei problemi e dalle loro aspettative e proposte sintetizzate nei punti della “Carta delle persone che usano sostanze – Genova 2014”, puntualizzando che l’obiettivo è: “Valorizzare gli elementi positivi emersi in anni di lavoro sulla riduzione del danno e la limitazione dei rischi, le esperienze di autogestione degli assuntori, la capacità di rinnovamento di una parte dei servizi , partendo da quegli operatori e quelle associazioni con i/le quali negli anni abbiamo condiviso percorsi”. Con una dedica speciale: “La dodicesima edizione italiana della manifestazione è dedicata “a tutte le vittime del proibizionismo, massacrate di botte in galera o ancora prima di arrivarci, e in particolare ad Aldo Bianzino, di cui esigiamo la riapertura del processo per omicidio”.
Più di 20mila persone arrivate da ogni parte d’Italia, evidentemente la pensano come lui. Di recente l’Unodc, l’agenzia delle Nazioni Unite creata per assistere l’ONU nel dare una risposta coordinata e globale ai problemi di traffico illegale di droghe, abuso di stupefacenti, prevenzione della criminalità e giustizia criminale, terrorismo internazionale e corruzione, in un rapporto di 22 pagine redatto ha scritto che: “La depenalizzazione del consumo della droga può essere una forma efficace per “decongestionare” le carceri, redistribuire le risorse in modo da assegnarle alle cure e facilitare la riabilitazione”.