Cannabis

I militari aprono le porte dello stabilimento di Firenze dove producono cannabis

I militari aprono le porte dello stabilimento di Firenze dove producono cannabis

Era la fine del 2014 quando presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, ha preso il via il primo progetto di produzione di cannabis a scopo medico in Italia. Un passo importante nell’implementare le politiche sulla cannabis terapeutica nel tentativo di renderla inoltre più accessibile per i pazienti.

A due anni di distanza la situazione è stata illustrata all’interno di una giornata aperta a medici, farmacisti e giornalisti, che ha visto l’organizzazione di un convegno che dalle 10 è proseguito fino alle 12.40, quando, visto che non è stato possibile organizzare un tour per poter vedere le serre e gli ambienti dedicati alla cannabis, è stato proiettato un filmato che illustrava le varie operazioni.

Il convegno è stato aperto dal direttore dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, il colonnello Antonio Medica (qui sotto la video-intervista) che ha sottolineato come la cannabis made in Italy sia stata la prima a essere riconosciuta dalla Comunità europea come sostanza attiva di grado farmaceutico, cosa che, tra l’altro, dà la possibilità alla cannabis qui prodotta di essere utilizzata in studi scientifici.

Il primo intervento è stato quello del dottor Antonio Panti, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze che, dopo aver sottolineato come la Toscana sia stata la prima regione italiana a legiferare in tema di cannabis terapeutica, estendendo la gratuità a diverse patologie, davanti alla platea istituzionale ha sottolineato i vantaggi che la legalizzazione della cannabis potrebbe portare al nostro paese accennando al fatto che anche la cannabis a scopo ricreativo potrebbe essere prodotta qui a Firenze. “Fatalmente noi andiamo verso la legalizzazione, ci piaccia o non ci piaccia“, ha spiegato il dottore sottolineando che: “Al di là del dibattito ideologico, politico e scientifico noi stiamo andando verso la legalizzazione nei fatti, perché nei fatti conta il mercato ed ormai in America ci sono aziende quotate in borsa che producono cannabis”.

“Se siamo in un enorme mercato”, ha continuato il dottore, “che tende anche a contrastare lo spaccio e siccome qui abbiamo una produzione di qualità, perché non lanciarsi un in mercato che vale qualche miliardo di dollari?“. Ha scandito rivolto ai volti un po’ irrigiditi degli ospiti istituzionali delle prime file.

La parola è dunque passata alla dottoressa Stefania Saccardi, assessore alla Salute della Regione Toscana che ha sottolineato i traguardi regionali in materia di cannabis terapeutica dicendosi soddisfatta per la regione e per la città di Firenze.

I militari aprono le porte dello stabilimento di Firenze dove producono cannabis
La dottoressa Germana Apuzzo

Poi è stato il turno della dottoressa Germana Apuzzo, direttore dell’ufficio centrale stupefacenti del ministero della Salute, che ha partecipato al gruppo di lavoro dello stabilimento. Dopo aver illustrato l’utilizzo della cannabis a fini medici mostrando la sezione dedicata alla cannabis del sito del ministero della Salute, ha dato una notizia che farà piacere ai pazienti. “Il decreto di modifica della tariffa che sarà applicata a tutti i medicinali preparati in farmacia è già stato firmato dal ministro ed è in fase di registrazione. Quindi non sarà più obbligatorio, come invece accade ora, raddoppiare il prezzo della cannabis. Non appena sarà uscito il decreto il prezzo si dimezzerà automaticamente e penso che sia una cosa che possa far piacere a chi è in terapia”.

A seguire l’intervento della dottoressa Maria Tilde Torracca dell’unità operativa farmaceutica della ASL Toscana che ha analizzato l’andamento delle prescrizioni in regione aprendo alla possibilità di realizzare degli studi scientifici in regione. Poi è stata la volta del colonnello farmacista Flavio Paoli, vicedirettore dello stabilimento e responsabile della coltivazione che ha illustrato le modalità di produzione in GMP (Good Manufacturing Prectices) e in GACP (Good Agricoltural and Collection Practices) e della varie fasi di produzione.

I militari aprono le porte dello stabilimento di Firenze dove producono cannabisPoi il discorso del Tenete Colonnello Andrea Fegatelli, comandante del terzo nucleo operativo della Guardia di finanza di Firenze, che partecipa al progetto di coltivazione come organo di controllo, seguito dal professor Rocco Mediati, responsabile del reparto di Cure palliative e terapia del dolore presso l’azienda ospedaliero-universitaria Careggi, che ha illustrato uno studio fatto su 160 pazienti che hanno fatto richiesta di cannabis presso la struttura per diverse patologie, ma in maggioranza per il dolore cronico neuropatico.

L’intervento successivo è stato quello della dottoressa Irene Ruffino, responsabile del laboratorio galenico dell’ospedale Santa Maria nuova, che ha ripercorso le attività della struttura fino alla moderna preparazione di cannabis.

I militari aprono le porte dello stabilimento di Firenze dove producono cannabisA seguire ha preso la parola il dottor Fabio Firenzuoli, direttore del centro di medicina integrativa a Careggi e professore al dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze, che, con coraggio, ha tra le altre cose illustrato diverse criticità attuali, dall’uso consigliato del decotto, alle problematiche dei pazienti che assumono cannabis relative alla possibilità di guidare e di avere la patente, “per poter fare un passo avanti”.
“Criticità che vanno da differenti quantità di materia prima presente sul mercato a seconda del territorio, alla disponibilità inter-regionale, passando per le indicazioni terapeutiche gratuite che andrebbero estese. Forse è ora di fare un aggiornamento del decreto e della normativa toscana che possa estendere la rimborsabilità a più patologie; è chiaro che quando io limito l’uso della cannabis ai pazienti che sono già risultati refrattari ad un certo tipo di farmaci (come scritto nel decreto del ministero della Salute di fine 2015, ndr), è già lì che purtroppo mi posso aspettare un risultato parziale”
“Fino ad oggi io ho potuto, purtroppo, utilizzare solo il decotto”, ha continuato il dottore spiegando che: “Se c’è la possibilità di andare oltre, andiamo oltre”.

Il convegno è stato chiuso dall’intervento del dottor Giampaolo Grassi, primo ricercatore del CREA-CIN di Rovigo,  istituto che da anni studia la pianta di cannabis e che fornisce le genetiche e le talee allo stabilimento di Firenze. Grassi ha illustrato le procedure di studio in atto a Rovigo, sulla selezione dei genotipi, e le analisi del contenuto di cannabinoidi fatte con la cromatografia. Prima di chiudere ha proiettato una slide con le richieste fatte da un’associazione di pazienti, che andavano dai corsi di formazione per i medici alla regolarizzazione dei pazienti con la patente, chiedendo l’erogazione gratuita in tutte le regioni ed anche nelle farmacie private, non solo in quelle ospedaliere come accade oggi.



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