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Analisi dell’importanza di micorrize e microrganismi

Analisi dell'importanza di micorrize e microrganismi

Le Endomicorrize, a differenza delle Ectomicorrize, penetrano all’interno dei tessuti e delle cellule dell’ospite, s’insediano sulla parte corticale della radice penetrandone e riempiendone gli spazi intercellulari senza invadere mai il cilindro centrale. All’interno possono formare delle strutture ovoidali dette vescicole e strutture ramificate dette arbuscoli. Esternamente il micelio può espandersi attorno alla radice fino a qualche centimetro.Le specie conosciute sono circa 150 e sono in grado di colonizzare circa il 95% delle specie vegetali. Le Endomicorrize possono essere suddivise in cinque sottogruppi e nel tipo più comune (le Micorrize vescicoloarbuscolari, o VAM) il fungo, che cresce nel terreno, penetra nelle cellule radicali dove forma strutture ramificate (arbuscoli).

È negli arbuscoli che avvengono gli scambi nutrizionali: il fungo assorbe gli elementi nutritivi, come fosforo, potassio e microelementi, e li cede alla pianta per riceverne in cambio linfa elaborata. La formazione di micorrize aumenta la capacità di assorbimento dell’acqua e la protezione da patogeni radicali, garantendo una crescita migliore alle piante micorrizate. Queste micorrize sono in grado di riprodursi solamente quando entrano in simbiosi con le piante.

Il micelio, affinché manifesti la sua azione “micorrizante” sulle piante, deve essere inoculato ancora fresco e vitale. (da 6 –8 mesi in frigo a 4°C come nel caso di Pirahna,fino max 18 mesi a temperatura ambiente se fissato e stabilizzato come nel caso del Micosat F e TH)

RELAZIONI DELLE MICORRIZE CON ALTRI MICRORGANISMI UTILI DEL SUOLO

Le micorrize consentono un enorme incremento dell’apparato radicale delle piante ospiti (fino a 500 volte la sua normale estensione).
Nella “micorrizosfera” (ambiente radicale micorrizato) si creano condizioni particolarmente favorevoli alla vita di numerosi microrganismi utili, come azotofissatori (rizobi, azospirilli,azotobacter, Bacillus subtilis), i PGPR (Plant Growth Promoting Rhizobacteria) come ad es. Pseudomonas, i solubilizzatori dei sali di fosforo (Glomus spp., Bacillus megaterium) e gli antagonisti dei funghi patogeni (Trichoderma Harzianum). Questi microrganismi svolgono la loro specifica azione che viene ben sfruttata dal grande apparato radicale generato dalle micorrize. È evidente che i migliori risultati per le colture si ottengono dall’associazione ternaria radici-micorrize-microrganismi utili.

(In commercio esiste al mondo un unico inoculo contenente tutti questi microrganismi, è un prodotto italiano di un consorzio biologico, che si trova in diverse formulazioni: Micosat F, con predominanza di micorrize Glomus spp., e Micosat TH con predominanza di Trichoderma Harzianum).

EFFETTI DELLE MICORRIZE

Essenzialmente una moltiplicazione del volume radicale (sino al 700% in più rispetto al non micorrizato).
I risultati ottenuti con l’instaurarsi della simbiosi sono:
• incremento della capacità di assorbimento di acqua, di macro e microelementi (fosforo, zinco, ferro, manganese, ecc.) e fattori di crescita;
• maggior resistenza alla siccità e agli stress idrici;
• ottima capacità di resistenza a livelli di salinità elevati;
• un effetto di “barriera chimico-meccanica” contro funghi patogeni e nematodi;
• riduzione della crisi o stress da trapianto con risparmio di tempo;
• aumento dell’attività metabolica, fotosintetica e della salute (turgore) della pianta;
• radicazione lussureggiante e rapida dei cloni;
• resistenza alle principali malattie crittogamiche;
• aumento del contenuto di principi attivi e antiossidanti;
• aumento considerevole del grado BRIX (sostanze nutritive) e del peso secco;

CAUSE LIMITANTI LA MICORRIZZAZIONE

Lo sviluppo delle micorrize è condizionato dal pH del terreno o del substrato, che per il migliore sviluppo dovrebbe essere tra 6.3-7.0. Un nel terreno può causare un regresso dell’attività delle micorrize (così come un eccesso di azoto o una carenza di carbonio organico fa regredire l’attività dei batteri azotofissatori).

MODALITÀ DI INOCULO

La grande dimensione delle spore delle Endomicorrize non permette a queste di penetrare nel terreno con efficacia. È necessario, quindi, mettere le spore direttamente a contatto delle radici delle piante miscelandole ai terricci di radicazione o localizzando nel terreno dove si svilupperanno le radici della futura pianta (Micosat F). Ora è possibile miscelarle anche con l’acqua di irrigazione per effettuare i richiami durante la fase di crescita e di fioritura, a 5 settimane l’una dall’altra. Gli effetti della micorrizazione non sono immediati, le prime differenze significative si vedono dopo 15 giorni dall’inoculo e dall’inizio della simbiosi.

Dinamica di sviluppo dei Glomus spp:
– 1a settimana: penetrazione radicale
– 2a settimana: inizio simbiosi
– 3a settimana: sviluppo micelio esterno
– 4a settimana: sviluppo ottimale micorrizazione
– 5a settimana: mantenimento simbiosi

L’utilizzo di questo formulato quindi deve avvenire al momento della semina, o del trapianto di vaso in vaso, direttamente miscelato al substrato nella dose di 800gr-1kg per ogni 100 L di terriccio (Micosat F). Oppure per la produzione di cloni direttamente miscelato nei vasetti con il terriccio molto areato. Successivamente effettuate irrorazioni a spruzzo per mantenere l’umidità (Micosat TH) alle dosi di 1g/1L di acqua. L’inoculo rimane efficace per lungo tempo: sarà necessario effettuare un solo richiamo nella parte centrale della fioritura per le piante a lunga maturazione.

Micorrize sviluppate in un sottosuolo

 



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