Messico: il nuovo governo vuole depenalizzare cannabis e oppio per sconfiggere le narcomafie
Legalizzare la coltivazione domestica della cannabis e del papavero da oppio per diminuire la violenza che attanaglia il Messico. Questo il proposito del nuovo governo di sinistra guidato da Andrés Manuel López Obrador che si insedierà ufficialmente il prossimo 1 dicembre dopo aver vinto (con oltre il 53% dei voti) le elezioni dello scorso luglio.
Obrador ha vinto le elezioni mettendo la salute e la sicurezza al centro del suo programma elettorale, in un paese colpito dalle disuguaglianze e dalla violenza dei cartelli della droga. «Ci sono proposte che vogliamo valutare per risolvere i seri problemi di violenza e insicurezza del nostro paese – ha dichiarato Obrador – tra queste pensiamo alla legalizzazione di alcune droghe».
Ad illustrare tecnicamente le misure che ha in mente il nuovo governo ci ha pensato la futura ministra degli interni Olga Sánchez Cordero. In una dichiarazione alla stampa ha precisato che «si pensa a legalizzare la coltivazione di cannabis e papavero da oppio per usi medici, poiché ci sono molti malati, anche in fase terminale, che richiedono il loro uso per essere in grado di avere una morte dignitosa».
Una misura che – anche se per ora limitata al consumo terapeutico – nelle intenzioni del prossimo governo dovrebbe servire a diminuire la violenza e il potere dei narcotrafficanti. Per quanto riguarda la legalizzazione della coltivazione del papavero da oppio, dal quale si estraggono anche eroina e morfina, il Messico ne risulta il terzo produttore mondiale (dopo Afghanistan e Birmania) ma non rientra nell’elenco dei 18 paesi che hanno ricevuto dall’Onu il permesso di produrlo legalmente per la produzione di farmaci antidolorifici e metadone. La misura dovrebbe quindi permettere anche ai messicani di avere accesso a queste terapie togliendone il business dalle mani dei narcos.
Mentre per quanto riguarda la legalizzazione della cannabis a fini ricreativi, ha continuato Olga Sánchez Cordero: «la discussione deve andare avanti nei tavoli internazionali e in particolare alle Nazioni Unite». Tuttavia i messicani potrebbero non dover aspettare tanto nemmeno su questo fronte, visto che i giudici della Corte Suprema del paese potrebbero presto decretarne la legalizzazione, avendo il potere di farlo anche senza l’approvazione del governo in base alla particolare legislazione messicana.