Messico e Guatemala: un viaggio nella regione mesoamericana
Stato: Messico – Guatemala
Regione: Defe – Oaxaca – Chiapas – Solola – Peten
Capitali: Mexico City – Guatemala City
Confini: USA – Belize – El Salvador – Honduras
Clima: Temperato Tropicale – Tropicale Umido
Specialità gastronomiche: Fajita – Pollo Campero
Gli Stati Uniti del Messico con i suoi trentadue stati federali sono il più grande paese del cosiddetto Centro America, una regione che si estende dal sud degli USA al confine nord della Colombia, dove troviamo anche Guatemala, Belize, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costarica e Panama. Caratterizzati da una storia e una cultura abbastanza comuni, legate prima alle civiltà precolombiane e poi alla colonizzazione spagnola, i paesi del Centro America rappresentano un vero e proprio paradiso per qualunque viaggiatore che ami l’avventura.
Spiagge da sogno, giungle misteriose e antiche rovine andranno di pari passo con autobus sgangherati, birra fresca e un terrificante pop latino. Per poter esplorare almeno due di questi paesi, Messico e Guatemala, conviene arrivare e ripartire da Città del Messico. Iniziamo quindi dalla capitale del Messico nota anche come Defe, abbreviazione di Distrito Federal, una megalopoli di otre otto milioni di abitanti, caratterizzata da uno stile europeo e coloniale, è uno di quei posti che ti restano nel cuore. L’area metropolitana, ovvero l’agglomerato di quartieri che sorge intorno alla città vera e propria, è seconda solo a quella di Tokyo; vista dall’aereo lascia senza fiato e all’interno di questa megalopoli vivono qualcosa come 24 milioni di abitanti.
La città attuale sorge sulle rovine di Tenochtitlan, la capitale dell’Impero Azteco costruita nel 1325 d.C. e distrutta dagli spagnoli nemmeno due secoli dopo. Al momento della sua distruzione la città era all’apice dello splendore e i conquistadores nelle loro memorie la paragonarono alle grandi capitali europee. Il modo migliore per farsi un’idea di quello che doveva essere la città è visitare il Museo Nazionale di Antropologia, con la più ricca e importante collezione di reperti Aztechi e Maya e farsi una gita in giornata alle rovine di Teotihuacan situate a cinquanta chilometri a nord della capitale. Il sito archeologico è magnifico e compete con i più famosi e rinomati del sud del paese: dalle famose piramidi a gradoni (qui si possono visitare la Piramide della Luna e la Piramide del Sole), dove gli antichi sacerdoti aztechi offrivano i loro sacrifici umani agli dei, al favoloso tempio di Quetzalcoatl, il Dio Serpente, che gli abitanti pensarono fosse tornato a visitarli quando videro per la prima volta Cortez e suoi conquistadores.
Ma non di solo sangue (versato) vive l’uomo moderno e così tornando in città si può fare tappa per una cerveza e un piatto di tacos allo Zocalo, ovvero il magnifico centro storico a ridosso del palazzo presidenziale. Qui piccoli locali rumorosi si alternano a vecchie librerie dove è possibile trovare qualche vecchia edizione de La Rivoluzione Tradita di Lev Trotzki che qui visse in esilio dopo la presa del potere di Stalin in Unione Sovietica. Altri angoli della città da non farsi mancare sono il parco di Chapultepec, polmone verde della città, una visita alla vivace Università di Città del Messico e per gli amanti dell’arte moderna il Museo di Frida Kahlo.
Il più famoso mezzo di trasporto della ciudad erano i suoi Vochos, maggioloni bianchi e verdi prodotti fino al 2003 di cui ne restano oggi solo poche migliaia di esemplari. Lasciate perdere l’idea di acquistarne uno e cercate invece un autobus verso Oaxaca, capitale dell’omonimo stato e meravigliosa città dalle antiche vestigie coloniali. Aggiratevi nella piazza principale, immergetevi nel mercato indio e fate attenzione alle vecchine incartapecorite avvolte nei loro scialli, alcune di loro sono tra le più potenti curandere del paese, i loro funghi sono fantastici. Potreste anche trovare le magliette di Maria Sabina, la famosa curandera che annoverava tra i suoi “pazienti” gente come Mike Jagger e David Bowie, chiedete in giro, vi sarà dato.
Assicuratevi comunque di non esagerare e continuate la vostra visita alla Cattedrale di Oaxaca, un finissimo esempio di arte barocca, dopo di che prendetevi una pausa e degnatevi di assaggiare la rinomata cucina di Oaxaca con le sue tortillas e le chapulines, squisite cavallette fritte, oppure optate per l’anticonformista mole poblano, pollo al cioccolato piccante.
Da questa città partano gli autobus per la costa ovest, dove le città di Puerto Escondido e Acapulco attendono frotte di turisti ogni anno. Avendo un po’ di tempo però vale la pena spendere una giornata per visitare il sito archeologico di Monte Alban, capitale dell’antichissima civiltà Zapoteca: il panorama delle quattro valli e i resti delle antiche piramidi saranno una ricompensa più che valida per il tempo dedicato a questa visita. Il viaggio che vi porterà da Oaxaca alla costa passa attraverso la Sierra Madre, l’altipiano più alto del paese che attraversa tutta la regione fino a raggiungere gli stati del Guatemala e dell’Honduras. Viaggiando tra canyon, foreste di pini e altopiani desolati arriverete finalmente a vedere il maestoso Oceano Pacifico.
Un consiglio spassionato è quello di evitare Puerto Escondido, ormai divenuto un supermarket del turismo e puntare invece sui più piccoli villaggi nelle vicinanze, come ad esempio Zipolite. Piccolo pueblo costruito per lo più sulla spiaggia offre economiche cabanas, bungalow, con vista oceano. Principale attività del villaggio è stare sull’amaca a fumare mota, bere cerveza e partecipare alle feste in spiaggia. Nota a margine: Zipolite è un rinomato villaggio hippie, unico luogo in Centro America dove è possibile trovare della charas. Sembra che la tecnica per la sua produzione sia stata introdotta a cavallo degli anni settanta dai frikkettoni che durante i monsoni indiani si rifugiavano in Messico. A malincuore bisogna ripartire e da qui il gioco si fa duro.
La tappa successiva è il Guatemala, un paese pieno di contrasti dove una natura ricca e lussureggiante si accosta spesso a villaggi di lamiera abitati da campesinos poverissimi. Dalla costa di Oaxaca è possibile trovare un autobus o un passaggio per Tapachula città di confine tra Messico e Guatemala, una volta arrivati bisogna attraversare il confine. Indimenticabile l’esperienza sul ponte che collega i due paesi. Oltre la frontiera troverete diversi autobus o mini-van privati in grado di portarvi verso l’unico luogo raccomandabile della zona, la città di Quezaltenango. Non fermatevi troppo, giusto il tempo di riprendere le forze e dirigetevi verso il Lago di Aititlan da cui è possibile scalare il vulcano San Pedro con i suoi oltre 3000 metri di altezza. I paesaggi e la natura di questo luogo difficilmente sono descrivibili, foreste secolari si alternano alle limpide acque blu del lago e villaggi di pescatori offrono ospitalità ai viaggiatori. Da queste parti inoltre si trova l’antico mercato di Chichicastenango, una specie di macchina del tempo dove verrete catapultati in quello che doveva essere un antico mercato Maya. Polli e galline si mescolano a coloratissimi tessuti, maglioni, sciarpe e cappelli. Incensi, crocifissi e machete dal manico intarsiato fanno da cornice ad una bolgia di suoni e odori. Su tutto svetta l’immacolata chiesa di San Tommaso costruita sui resti di un antico tempio Maya, dove in un sincretismo sopravvissuto alla moderna civilizzazione i discendenti dei sacerdoti Maya officiano messe accompagnate da rituali che prevedono anche il sacrificio di animali.
La catena montuosa della Sierra Madre si impone su tutta questa regione, ma oltre si apre la valle del Peten, un intrico di jungla e fiumi dove nacque e prosperò la civiltà Maya e meta della prossima tappa. Qui la coloratissima città di Flores costruita sull’omonimo lago è il punto perfetto da dove partire in esplorazione della misteriosa città di Tikal, un complesso di templi Maya semi sommerso dalla jungla. Arrivateci di mattina presto, la fatica sarà ripagata dalla bellezza del luogo. Evocativi templi come quello del Giaguaro o del Serpente Bicefalo, svettano per quasi cinquanta metri, superando l’intrico della jungla. Scimmie di ogni razza e colore abitano le rovine di questo luogo e la foresta ha rioccupato nei secoli ciò che l’uomo ha faticosamente costruito: è solo dagli anni sessanta del Novecento che questo sito è aperto ai visitatori e molte delle sue zone sono ancora inesplorate. Camminare immersi nella jungla alla scoperta di quello che rimane di una delle più antiche e misteriose civiltà precolombiane è un’attività da assaporare lentamente che non ci si può concedere tutti i giorni.
A Flores inoltre si trovano numerose agenzie che offrono la possibilità di tornare in Messico attraversando il confine in un paio di giorni in barca e raggiungere direttamente Palenque nella regione del Chiapas: preparatevi perché sarà un’altra dura prova. Ovviamente ci sono altri mezzi come autobus o addirittura l’aereo ma la crociera nella Valle del Peten è davvero magnifica, jungle inestricabili e fiumi sonnolenti vengono solcati da larghi battelli dove contrabbandieri di armi si mescolano ai mercanti di frutta e legname. Arrivati a Palenque, altro importante sito archeologico Maya, avrete la possibilità di poter pernottare in uno dei numerosi campeggi hippie costruiti nelle vicinanze e da cui è possibile partire e raggiungere a piedi gli stupendi templi diroccati. Anche qui il mistero e l’antichità dei palazzi divorati dalla foresta toccheranno corde nascoste del vostro animo, oppure potrebbero essere gli effetti degli onghitos, le psilocybe che vengono vendute dai contadini del luogo ai turisti più avventurosi. Abbandonate le oscure foreste e gli antichi templi dei misteriosi Maya, dovrete puntare verso nord per rientrare a Città del Messico, ma non prima di aver fatto tappa a San Cristobal de Las Casas. Meta di turisti da decenni questa cittadina coloniale spagnola offre deliziosi ristoranti, mercatini di artigianato e uno stupendo panorama sulle colline circostanti. Da qui troverete il vostro ultimo sgangherato autobus dove, tra una malinconica canzone mariachi e uno shot di tequila, darete l’addio a questo stupendo paese, que viva Mexico!
Mattia Coletto
Viaggiatore appassionato nasce nel secolo sbagliato. Avrebbe voluto fare l’esploratore.