Media Revolution
Da qualche tempo a questa parte, è in atto una vera e propria rivoluzione dei Media. Da un lato la tv tradizionale, ormai dai più considerata “trash tv” (tv spazzatura) e che cerca di mantenere il pubblico di massa con tutti i mezzi possibili, dall’altro la tv a pagamento, via satellite o via cavo, promette contenuti sempre più selezionati, e sempre più ricca di contenuti che un tempo erano proprietà di tutti… e che ora tutti dovrebbero pagare per vedere. In mezzo a queste due situazioni prevalenti, si fa strada una nuova e diversa concezione del contenuto destinato a diventare “media”: internet. Si, proprio la rete delle reti che fà da bacino per qualsiasi cosa, iniziativa, idea, progetto, si presta a reggere e rendere fruibile un’infinita serie di contenuti nuovi, e soprattutto prodotti dagli stessi utenti fruitori della rete. Facilmente utilizzabile e accessibile dalla maggior parte della popolazione mondiale, e difficilmente censurabile (anche se negli ultimi tempi ci sono stati degli episodi di censura), e prevalentemente ancora strumento libero o semi tale… Ecco come nascono i blog prima, e Myspace e Youtube poi…
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, vi invitiamo a visitare i rispettivi siti e riassumendo, in questi ambienti una volta creato un “account” si è liberi di pubblicare i propri contenuti, e farli vedere al mondo intero, accedere alla community e spaziare tra le innumerevoli quantità di pagine disponibili. Youtube verte principalmente su materiale video, sempre autoprodotto, di qualsiasi genere. Diversi i gruppi musicali che decidono di sfruttare questo canale come unico o principale mezzo di lancio e promozione di sé stessi, diffusione delle proprie creazioni, o come passaggio a questo tipo di pubblicazione per pezzi o video realizzati appositamente.
Myspace invece, è la più grande piattaforma/community/blog interattiva del mondo, che ruota attorno al sistema di diffusione dei contatti, degli “add” e dei vari post sugli spazi dei singoli utenti. Tutto questo permette la diffusione, l’inoltro, la visibilità di informazioni in maniera capillare, e quello che conta è il numero di utenti che accedono alle proprie informazioni…. Qualcuno con questo sistema è riuscito anche a guadagnare soldi extra, anche se con contenuti semplici, banali o a volte di discutibile qualità.
Altri, come noi di Dolce Vita, cercano di diffondere l’INFORMAZIONE e di raggiungere più utenti possibili. Altro atteggiamento tipico, è quello di utilizzare i contatti, o il materiale, per produrne altro, sottoforma di idee, contenuti, interviste da pubblicare, nuovi concetti, arrivando fino al caso limite del proprietario di Myspace (R. Murdock, il magnate che in Italia possiede Skytv, che l’ha acquistata circa due anni fa), che sta clonando idee e concetti di base estratti dalla community, e riportandoli e rielaborandoli sugli altri media di sua proprietà. Contenuti liberi insomma, anche se con determinate restrizioni. Il vantaggio di un progetto di questo genere è la mancanza di un palinsesto, tipico della televisione tradizionale, e quindi gli utenti sono liberi di scegliere il proprio materiale di interesse. I colossi Google e Yahoo stanno premendo inoltre per stringere alleanze strategiche legate ai propri servizi di ricerca su internet, mentre le grandi aziende di pubblicità non intendono arrischiarsi in un ambiente così frammentato e apparentemente senza organizzazione (una vera e propria redazione non esiste)… forse dopo le statistiche di accesso, e gli oltre 90 milioni di utenti registrati nel mondo, qualcuno potrebbe ripensarci… Tuttavia, nonostante questa situazione, sia Myspace che Youtube non sono esenti da diffide e cancellazioni di materiale, perché protetto da copyright o destinato a essere “blindato” da un DRM (Digital Rights Management).
In Italia la principale azienda televisiva privata annuncia che ci sono in cantiere grandi novità per il gruppo, in fatto di progetti di web/internet tv; la televisione statale segue la stessa strada pur soffrendo di burocrazia e troppa influenza politica; e diversi personaggi pubblici attaccano il sistema televisivo italiano, per contenuti e per forma, sostenendo che internet sia l’unico mezzo disponibile a noi italiani per ricevere notizie veritiere. Ma altri progetti TV si fanno spazio su internet: E’ il caso di BABELGUM, la TV P2P (peer to peer) recentemente presentata ufficialmente a Parigi; battezzata dal regista americano Spike Lee, che per questa Tv ha realizzato un documento inchiesta per conto dell’UNICEF. Notevoli ambizioni, e tutto puntato sui giovani. L’impostazione generale è comunque prevalentemente di carattere professionale, in quanto vengono accettati solamente video professionali, con l’obiettivo di offrire una TV internet con uno standard qualitativamente elevato, senza tuttavia pregiudicare l’accessibilità agli aspiranti registi professionisti. Un progetto interessante, che proprio dopo la presentazione entra nel vivo della sua fase più importante.
Concorrente di quest’ultima TV è la già esistente JOOST, creata dagli ideatori di Kazaa e Skype, e proprietaria dei diritti internet-tv di National Geographics e MTV, che potrebbe insidiare Babelgum nelle sue mire di espansione e conquista di quella fetta di mercato internet alla quale aspira.
Una consistente rivoluzione quindi, che punta a mantenere e acquisire maggior pubblico possibile. Il problema di fondo resta la gestione di questi ambienti, e dei contenuti, che deve essere logica e sensata, senza dettami e blindature di diritti digitali applicati dai pochi ai contenuti dei molti. Queste regolamentazioni andrebbero dunque studiate e realizzate in modo tale da far rispettare determinati (e legittimi) diritti, senza favorire per questo una piccola comunità, e soprattutto dovrebbero dare l’importantissima possibilità di SCEGLIERE…
Maurizio Birocchi