Mecna – 31/07 (txt)
Vorrei piovesse per sempre
per chi il rumore della pioggia non lo sente,
abbracciato dalle stelle,
col sole in tele.
Bollino nero sulle strade per le ferie,
per la serie:
bagagli enormi ed auto piene.
Bye, bye!
Dicono tutto esaurito,
dicono estate ed infradito,
che sono sparito,
e la leggenda del 31 tipo fine e fuochi d’artificio.
E sto pensando al mare dall’ufficio.
Scrivo in Helvetica nei miei pensieri.
Scrivo pochissimo e di ieri,
dimmi dov’eri.
Ora che quasi mi piacevi,
sto traslocando da due mesi
e sto benissimo se mi chiedi.
Ombrelloni aperti,
ombrelli chiusi, pavimenti,
granite gelate gelano i denti,
telefonate chilometriche con chi non senti.
Di solito i telefoni non suonano e restano spenti.
Poi è presto,
il cielo forse è terso.
Mangio lento:
una banale pasta al pesto.
Avevo detto ‘mai’ e invece è adesso.
Rileggo
ma poi mi rigiro e mi riaddormento.
Solite cose, solite facce, le complicanze
disegnate a mano dalle distanze.
Solitamente sono io, oggi sembro un gigante,
solitamente tu sembri distante.
E quando parti?
Poi dove vai?
E quando torni?
Quanto manchi?
Quand’è che torni di preciso?
Quanti giorni? Che hai deciso?
Dove dormi?
Quanto manchi?
Quanto manchi?