Mavaffanguru: guida spirituale per mistici senza dio
Mavaffanguru è la traduzione italiana del best seller Me vale madres, pubblicato in Messico dalla casa editrice Penguin Random House. Prem Dayal riassume la sua profonda esperienza nel campo della ricerca spirituale presentando un’opera complessa, in cui a un’accesa satira socio-spirituale si affianca l’urgenza di mostrare un nuovo modo di vedere la vita e di rivalutare i comportamenti e i valori dell’essere umano.
Il testo è un lungo e surreale dialogo tra l’autore e un eccentrico guru chiamato Peppino Cocozza, che con un linguaggio colorito e una paradossale saggezza insegna i suoi Mantra Italiani, le sue vie per risvegliare le coscienze anestetizzate dell’uomo contemporaneo.
Mavaffanguru è diviso in due parti: “La Malattia” e “La Medicina”. Nella prima sezione si analizzano le cause della caduta dell’essere umano in uno stato innaturale e distruttivo per la sua psiche, a partire dall’educazione infantile, che viene vista come un ostacolo piuttosto che un aiuto nella crescita di un adulto consapevole e soprattutto sereno. A Dayal preme dimostrare come l’educazione si trasformi in “addestramento”, infarcito di pregiudizi e condizionamenti che allontanano dall’essenza naturale invece di assecondarla. L’uomo non si è solo ammalato ma è diventato egli stesso una malattia, infatti secondo le parole di Peppino Cocozza: «L’uomo è una specie di malattia della Terra che, esattamente come un cancro, lavora contro l’equilibrio generale della natura».
È doloroso constatare come l’autore abbia ragione nel dichiarare che l’essere umano si sia allontanato dalla saggezza della vita, che abbia rinunciato a se stesso per identificarsi con modelli estranei alla sua vera natura, e che non fanno altro che metterlo in conflitto con la sua coscienza. Ed è così che nella seconda sezione dell’opera relativa alla cura, Mavaffanguru cerca di mostrare la strada a chi ha il desiderio e la volontà di cambiare prospettiva di vita. I Mantra Italiani, pur nella loro apparente goliardia, rivelano come sia ancora possibile scrollarsi di dosso le insoddisfazioni e le sovrastrutture, diventando degli esseri liberi. Nel primo “Mantra del Distacco” si propone una presa di coscienza netta, che mira a lasciare andare quel conflitto che lacera ogni uomo che cerca di essere diverso da ciò che è; nel “Mantra della Purificazione” si trova la catarsi, l’abbandono delle frustrazioni legate alla sensazione di non essere padroni della propria vita; e infine nel “Mantra della Disidentificazione” si trova l’apice della ricerca spirituale, quando si smette di identificarsi e di “definirsi” limitando la propria natura, che per Prem Dayal è invece infinita e divina.
di Adriano Piccioni