Mauritius verso la depenalizzazione
Anche le Mauritius intendono depenalizzare l'uso delle droghe, cercando di curare le dipendenze piuttosto che criminalizzarle
Anche nella Repubblica di Mauritius, dopo altri Stati insulari di cui vi abbiamo parlato recentemente, un emendamento al Dangerous Drugs Bill varato quest’anno nello stato mauriziano, intende depenalizzare l’uso delle droghe, cercando di curare le dipendenze piuttosto che criminalizzarle. L’emendamento presentato il 27 ottobre u.s. nella piccola Repubblica a largo dell’Africa e del Madagascar, vuole inoltre regolarizzare l’uso della cannabis per scopi terapeutici.
MAURITIUS: I 3 SCOPI DELL’EMENDAMENTO
Se l’emendamento verrà approvato, oltre alle bellezze naturali di questa meravigliosa isola dell’Oceano Indiano interamente circondata dalla barriera corallina, si potrà anche godere di un approccio più ragionavole alle dipendenze: i tossicodipendenti non verranno infatti più perseguiti penalmente, come succede attualmente alle Mauritius, bensì seguiti a livello medico per aiutarli a venire fuori dalla propria condizione.
La legge sulle droghe sarà modificata secondo l’emendamento presentato al Consiglio dei ministri e discusso in Parlamento perseguendo altresì 3 obiettivi specifici: l’assenza di procedimenti giudiziari su raccomandazione del Direttore della Procura Pubblica (DPP: Directeur des Poursuites Publiques ); l’introduzione della cannabis terapeutica; poteri aggiuntivi al Laboratorio di scienze forensi (FSL: Forensic Science Laboratory).
1° PARTE DELL’EMENDAMENTO: LA DEPENALIZZAZIONE
Ecco cosa prevede il nuovo emendamento secondo quanto riportato dal giornale mauriziano lexpress.mu: se il reato commesso è il possesso di droga per uso personale, l’indagato potrà sottrarsi all’azione penale se non sussistono circostanze aggravanti, come la coltivazione a scopo di spaccio.
Lo scopo del Dipartimento della Salute è quello di depenalizzare il possesso di droga per consumo personale, aprendo una nuova strada per non criminalizzare tossicodipendenti e consumatori. Una persona potrà evitare la prigione su raccomandazione del DPP, ma dovrà comparire davanti a un Pannello Amministrativo dei Tossicodipendenti (DUAP: Drug Users’ Administrative Panel) per il trattamento della dipendenza.
Questo panel seguirà il consumatore che dovrà essere disintossicato e riabilitato in un istituto. Attualmente infatti alle Mauritius, quando la polizia ferma un consumatore in possesso di sostanze stupefacenti, quest’ultimo viene perseguito penalmente.
2° PARTE: INTRODUZIONE DELLA CANNABIS TERAPEUTICA
La seconda parte dell’emendamento riguarda la cannabis per uso medico, che è stata finora vietata. Secondo questo emendamento la pianta, il derivato in capsule, l’olio, lo sciroppo o lo spray non dovranno superare i 30 mg e i 60 ml di tetraidrocannabinolo (THC) per dose.
Per qualificarsi per il trattamento saranno necessarie condizioni mediche specifiche come la spasticità associata a sclerosi multipla non trattata con mezzi convenzionali, grave epilessia refrattaria che non risponde ad alcun trattamento anticonvulsivante convenzionale, pazienti sottoposti a chemioterapia i cui effetti del trattamento risultino inefficaci o pazienti con dolore cronico.
Questi pazienti saranno indirizzati al Comitato Terapeutico della Cannabis Medica, che sarà istituito in ogni ospedale pubblico, e il loro caso sarà presentato da uno specialista autorizzato a raccomandare l’uso della cannabis medica. Il Direttore Sanitario Regionale presiederà ogni comitato con due specialisti del servizio pubblico e un farmacista certificato.
I trattamenti saranno erogati in un periodo rinnovabile non superiore a tre mesi. La cannabis medica sarà importata solo dal Ministero della Salute e la consegna sarà controllata dalla polizia.
3° PARTE: POTERI AGGIUNTIVI AL LAB DI SCIENZE FORENSI (FSL)
l’FSL avrà più poteri e le analisi dei farmaci potranno essere eseguite in un laboratorio specializzato.
MAURITIUS: ANCHE I RASTA VOGLIONO LA LORO PARTE
A margine di questa riforma del disegno di legge, la comunità rasta della Repubblica delle Mauritius chiede il permesso di consumare cannabis durante le celebrazioni rastafariane. I Rasta si basano sulla Costituzione dell’isola che garantisce la libertà religiosa. Diversi Paesi consentono già l’uso sacramentale della cannabis o di altre piante psicoattive all’interno delle comunità.
L’avvocato Sanjeev Teeluckdharry testimonierà molto presto davanti alla Corte Suprema per spiegare che i diritti costituzionali dei Rasta sono stati finora violati e che l’uso religioso della cannabis deve essere riconsiderato.