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Mattia Santori: “coltivo cannabis per non arricchire le mafie”

Mattia Santori, consigliere comunale a Bologna, ha annunciato di aver appena raccolto 3 piante di cannabis coltivate in casa

Mattia Santori: "coltivo cannabis per non arricchire le mafie"
“La settimana scorsa ho raccolto la mia prima coltivazione indoor. Tre piantine che coprono il fabbisogno di un anno. 60 grammi di cannabis ottenuti con due mesi di passione, cura e costanza. Spesa? 460 euro tra lampade, growbox, ventole, terra, fertilizzanti e semi. Controllo qualità? Quotidiano. Incasso per lo Stato? Il 22% di 460 euro. Incasso per il canapaio sotto casa? 460€ meno Iva e contributi previdenziali. Posti di lavoro potenziali? 60 mila su scala nazionale. Guadagno per la criminalità organizzata? Un ammanco di 600 euro”.
Sono le parole usate da Mattia Santori, fondatore del movimento delle Sardine e oggi consigliere comunale a Bologna, con le quali, prima agli Stati generali della cannabis che si sono svolti a Milano e poi pubblicamente sui social, ha annunciato la sua disobbedienza civile, proprio nel momento in cui la Camera si appresta a votare la legge che consentirebbe l’autoproduzione di 4 piante di cannabis.

L’AUTODENUNCIA DI MATTIA SANTORI: HO COLTIVATO 3 PIANTE DI CANNABIS

“Al momento – ha continuato Mattia Santori – chi come me tenta di scappare dal monopolio del mercato nero rischia fino a 6 anni di carcere, perché per l’art. 73 del testo unico sugli stupefacenti l’autocoltivazione domestica è paragonabile allo spaccio. Cioè non c’è differenza tra me e il boss bolognese Andrea Balboni che vive nelle case Acer e nelle intercettazioni dichiara beffardamente ‘dopo 20 anni di bella vita posso anche farmi qualche mese di carcere’. Questa è l’ipocrisia della nostra società. Questa è la furbizia di chi esalta il km zero e il made in Italy solo quando conviene in termini elettorali. Questa è l’ingiustizia che si cela dietro allo slogan “Droga Zero” tanto caro alla Lega. Per fortuna le leggi non le fanno gli elettori della Lega ma le fa il Parlamento. E il Parlamento in questi giorni sta discutendo il disegno di legge Magi sulla coltivazione domestica, che finalmente smette di criminalizzare chi criminale non è”.
Per concludere dicendo che: “Non è più tempo per nascondersi, è tempo di rivendicare la nostra dignità. Ora ci chiamate fattoni e drogati, presto vi renderete conto che siamo consumatori virtuosi e responsabili. Presto capirete che mentre noi ci ribellavamo a un sistema assurdo e malato voi ci giudicavate dal divano del puritanesimo”.
E le reazioni della politica non si sono fatte attendere, da quelle più sguaiate della destra, fino a quelle del PD. I partiti di opposizione in Comune chiedono di togliergli le deleghe ma anche un esponente del PD, il consigliere regionale Giuseppe Paruolo, ha definito le parole di Mattia Santori indifendibili, mentre un deputato di FDI ha presentato un esposto alla procura e alla prefettura di Bologna.
Fino alle minacce di denuncia, alle quali Mattia Santori ha risposto con un lungo post, riportando le parole dette in consiglio comunale:
“Gentili consiglieri e consigliere,
devo dire che oggi a sentire alcune vostre parole mi trovo un po’ a disagio. Perché pensavo di recarmi in un’aula istituzionale e invece mi ritrovo in un tribunale popolare. Ma vi sono grato per questa ritrovata sete di giustizia e non mi sottrarrò al vostro giudizio.
Anzi, ve lo chiedo per favore: denunciatemi.
Fatelo, perché denunciando me denuncerete un sistema che oggi paragona un piccolo consumatore, peraltro virtuoso, a un pericoloso narcotrafficante.
Denunciatemi, perché è giusto che la gente sappia che un coltivatore che toglie 600 euro alla criminalità organizzata per la legge italiana rischia fino a 6 anni di carcere.
Denunciate me, perché così denuncerete uno Stato che OBBLIGA 6 milioni di consumatori di cannabis ad uso terapeutico e ricreativo a rivolgersi al mercato nero.
Denunciate me, perché così paleserete la posizione antiscientifica di Salvini e dei vostri leader nazionali, che nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità continuano a propinare il mito delle “droghe-che-sono-tutte-uguali”.
Denunciate me, così denuncerete un dibattito politico che ancora oggi è schiavo di posizioni ideologiche, mentre i ragazzini si suicidano, i SERT e i SERD si riempiono e i pazienti non riescono a curarsi.
Denunciatemi pure, perché tra qualche anno, quando finalmente la normativa darà il giusto nome alle cose, si scoprirà chi era progressista e chi era conservatore.
Denunciatemi, perché così facendo dichiarerete guerra a 100.000 autocoltivatori e consumatori responsabili, che da anni cercano rappresentanza ma dalla politica ricevono solo criminalizzazione.
Denunciatemi, perché così sputerete sopra a 60mila posti di lavoro e un introito per lo Stato che risolverebbe una buona parte dei problemi che ogni lunedì venite a denunciare in quest’aula.
Denunciatemi, perché così indirettamente starete promuovendo il dibattito sul ddl Magi, che da due anni propone una soluzione e che ora i vostri partiti non vorrebbe nemmeno votare.
Denunciatemi, vi renderete conto che mentre le forze dell’ordine e il sistema giudiziario sprecano tempo a farmi verbale, perquisizioni e denunce, a due passi da casa mia la criminalità organizzata si starà leccando i baffi (del resto ognuno decide a chi dare rappresentanza politica).
Denunciatemi, così toglierete dall’imbarazzo quei dirigenti del Partito Democratico che non sono mai riusciti a promuovere un dibattito serio all’interno del partito ma utilizzano me per nascondere le proprie posizioni figlie del proibizionismo.
Infine denunciatemi perché ho sbagliato e sono consapevole del rispetto della legge. Su questo ha ragione il sindaco Matteo Lepore: le leggi si rispettano anche quando sono sbagliate.
Lasciatemi però dire che le leggi non si raccolgono sugli alberi, ma vengono fatte, modificate e discusse dal Parlamento.
E se la legge è ingiusta siamo tutti criminali.
E se siamo tutti criminali qualcuno evidentemente è colpevole”.


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