Maschi e Femmine

Da più parti mi è stato richiesto un articolo esauriente sulla determinazione del sesso delle piante di canapa. La canapa è una pianta dioica, cioè le singole piante possono essere maschi o femmine, che si differenzieranno l’una dall’altra producendo fiori “maschili”, che produrranno polline, o “femminili”, che produrranno semi (o resina in abbondanza se non impollinati). Fino al momento della produzione dei primi fiori riconoscibili non è possibile stabilire se una pianta sia maschio o femmina.
Generalmente le piante nate da seme, dopo un periodo di crescita che può andare dai 35 ai 90 giorni, a seconda di dopo quanto tempo le piante che avevano prodotto quei semi avevano cominciato la fioritura, e delle ore di luce che ricevono (se meno ore sono più veloci nell’evidenziarsi), producono dei prefiori (primordi) che permettono di stabilire il sesso.
Se le condizioni di luce/buio sono idonee (il periodo di oscurità è abbastanza lungo) a questo punto inizia la fioritura; se invece il periodo di luce continua ad essere favorevole alla crescita le piante continuano a svilupparsi e la fioritura non inizierà fino a quando il periodo di buio ininterrotto non sarà sufficiente.
A seconda delle varietà, le piante di canapa per iniziare a fiorire richiedono un periodo di buio ininterrotto che va dalle 10 alle 12 ore. Alcune varietà, incrociate con la varietà ruderalis (tipo di canapa che cresce nelle regioni nordiche, in genere con una bassa produzione di resina) fioriscono indipendentemente dal ciclo di luce/buio, generalmente dopo pochi giorni di crescita, e terminano la maturazione anche se le giornate si allungano, ma le piante rimangono nane, con rese estremamente basse (pochi grammi di prodotto secco).
Con l’inizio della fioritura cambia anche la disposizione delle foglie e dei rami sul tronco: da opposte cominceranno ad essere alternate. Non pensate di poter riconoscere una pianta maschio da una femmina da caratteri diversi che i fiori, come ad esempio la quantità di rami, la statura, il colore più o meno intenso, il profumo od altre. Se da anni si coltivano (in pieno campo) migliaia di piante della stessa varietà (cultivar), si potrà arrivare a riconoscere anche le differenze nei caratteri precedenti, senza comunque esserne sicuri fino alla formazione dei prefiori, ma con pochi individui, spesso di ibridi diversi, è impossibile stabilire il sesso fino alla comparsa ed all’individuazione dei fiori femminili o maschili.
Le piante sono determinate geneticamente ad essere maschi o femmine, ma variazioni ambientali o condizioni di stress, possono far decidere alle piante di cambiare sesso. Generalmente ogni problema della pianta in fase di crescita può spingere la pianta a diventare maschio (“qui non sto bene, produco polline e lo lascio al vento,sperando che trovi una femmina in buona salute, in un posto ideale, dove possa formare, maturare e lasciar cadere intorno a sé numerosi semi per la nuova generazione, che potranno crescere sani e forti”).
In pieno campo, in condizioni di coltivazione normale, si hanno circa la metà di piante femmine e la metà di maschi; alcuni individui saranno ermafroditi (o monoici), cioè svilupperanno sia fiori maschili che femminili: alcune varietà di canapa industriale sono monoiche per avere tempi di maturazione uniformi (si pensava anche di poter avere raccolti da seme maggiori, ma le rese delle migliori qualità dioiche sono decisamente superiori).
Nel caso di pochi semi piantati, sarà semplicemente fortuna avere più o meno individui femmine. Ci sono diverse scuole che danno suggerimenti, anche opposti, su come agire sulle condizioni ambientali per ottenere più femmine (come più o meno umidità, calore, luce, ecc.). Ogni seme proviene da piante che sono state cresciute in condizioni probabilmente diverse da quelle in cui si dovrà trovare. Ogni varietà ha esigenze ambientali diverse, e dare direttive generali può essere azzardato. Per esperienza e per logica (le piante femmine durano più a lungo nella stagione, quindi devono assimilare più nutrimenti) una forte disponibilità di azoto appena prima della fioritura favorisce la formazione di piante femmine, ma ricordiamo che un’abbondanza di azoto ritarda la fioritura, facendo spesso crescere le piante di dimensioni a volte esagerate; problema in interni, ma anche in pieno campo, dove spesso un ritardo nella fioritura porta le piante troppo avanti nella stagione e non permette una maturazione completa.
A volte, per alcune varietà, i maschi iniziano e continuano a fiorire indipendentemente dal fotoperiodo, generalmente da un’età compresa fra i 2 e i 4 mesi. Spesso il maschio inizia la fioritura alcuni giorni prima della femmina, ma se si impara a riconoscere i prefiori, si capirà più rapidamente quali sono le femmine, riconoscendo i maschi spesso dopo qualche giorno.
Il primo segno della fioritura è l’apparizione, sulla parte superiore della pianta, fra il quinto e l’ottavo palco di foglie, di fiori allo stato embrionale, indifferenziati, sullo stelo principale, all’intersezione di questo con le foglie, dietro alla stipola. I fiori maschili dapprima avranno una forma curva, e poco dopo appariranno come piccoli boccioli rotondi, appuntiti, con cinque scanalature, uniti allo stelo per mezzo di un minuscolo gambo. I fiori femminili sono riconoscibili dall’ingrossamento dell’embrione, che diventerà un calice tubolare, a punta, da cui spunteranno presto due pistilli bianchi (a volte gialli, rosa o rossi). Può capitare, soprattutto in caso di ibridi, che la crescita iniziale dei prefiori sia indifferenziata e si avrà la formazione di un nuovo ramo.
Senza l’intervento dell’uomo, dopo alcuni giorni dalla loro formazione, i fiori maschili si aprono e rilasciano milioni di grani di polline che trasportato dal vento (può volare anche per chilometri) andrà ad attaccarsi ai pistilli che escono dai fiori delle piante femmine, in circa 15-20 minuti raggiungeranno l’ovario e inizierà la formazione del seme. Questo si potrà notare dall’appassimento dei pistilli, dalla loro caduta e dall’ingrossamento del calice insieme al seme in esso contenuto.
Le piante maschio possono continuare a produrre fiori (e polline) per circa un mese, poi muoiono. Le femmine, dopo l’impollinazione impiegano 30-40 giorni a maturare i semi. Se non impollinate possono continuare a produrre infiorescenza da 2 a 4 mesi dall’inizio della fioritura.
Il polline dei fiori degli ermafroditi è spesso fertile, e produrrebbe generazioni di ermafroditi misti a piante di sesso distinto: è meglio eliminare gli ermafroditi appena si riconoscono. Se una piante femmina non impollinata e con un buon vigore vegetativo alla fine della fioritura produce alcuni fiori maschili, anche questi spesso avranno polline fertile: questo polline è spesso utilizzato per fecondare altre femmine, con in pistilli ancora bianchi e fertili, allo scopo di produrre semi “femminizzati”, che produrranno cioè solo piante femmine, che però avranno la tendenza a produrre fiori maschili, a volte obbligando alla raccolta prima di una completa maturazione.