La Marijuana negli Stati Uniti? Per la legge federale rimane illegale
La DEA (Drug Enforcement Administration) ha deciso che, per le leggi federali degli Stati Uniti, la marijuana resterà illegale anche per chi la utilizza a scopo terapeutico.
Delusione evidente di tutte quelle associazioni che da anni si battono per la piena legalizzazione. Ancora una volta è stata decretata una sconfitta per quanti ci hanno voluto credere con convinzione e per tutti i malati che speravano di poter finalmente vedersi riconosciuto il diritto a curarsi liberamente con la marijuana.
Eppure l’America, a differenza di altri paesi, ha assistito negli ultimi anni ad una progressiva depenalizzazione della cannabis non solo a scopo terapeutico ma anche ricreativo. A quanto pare però, questo aspetto non ha avuto alcuna rilevanza. Come un brutto film già visto ormai troppe volte, la marijuana rimane nel gruppo 1 del Controlled Substances Act. In questo caso, a poco sono serviti gli studi che hanno dimostrato in modo incontrovertibile l’efficacia della cannabis e le numerose testimonianze di malati che hanno visto migliorare sensibilmente la qualità della vita. A prevalere evidentemente sono stati ancora una volta i soliti pregiudizi e gli stereotipati luoghi comuni.
I malati dovranno continuare a nascondersi, cercando tutte le possibili scappatoie per aggirare i ben noti ostacoli burocratici, perché, all’interno del Controlled Substances Act, la marijuana è considerata una di quelle sostanze di cui è vietato l’uso medico, una risorsa terapeutica da mettere al bando in una sorta di interminabile caccia alle streghe che, ancora una volta, segna la vittoria del mercato nero e illegale della marijuana, a tutto vantaggio di chi si arricchisce a discapito della cosiddetta legalità.
Una vera e propria beffa per quegli Stati che hanno legalizzato anche l’uso ricreativo oltre a quello terapeutico della cannabis i quali, per un colossale controsenso, applicando le leggi in vigore nel loro Paese, violeranno le leggi federali contravvenendo a quanto deciso dall’alto. Un piccolo spiraglio si è aperto a favore della ricerca, infatti, le istituzioni scientifiche che studiano gli effetti a livello terapeutico della cannabis, potranno coltivare la marijuana senza timore di incorrere alle sanzioni previste.
Un larvato riconoscimento delle proprietà terapeutiche della cannabis o un primo cauto passo in vista di una futura modifica delle leggi? Il tempo ci darà le risposte necessarie, per ora rimane solo l’amarezza nel constatare che non è facile sgretolare muri eretti da credenze radicate anche di fronte all’innegabile evidenza dell’ormai universalmente riconosciuta efficacia terapeutica dei cannabinoidi.