Marco Polo – "PA2: The Director’s Cut" (Recensione)
Abbassatevi i pantaloni, inserite la quinta e tornate a girare per le strade del quartiere, ma prima togliete dal lettore quel disco con le vostre track preferite che avete masterizzato nel dicembre del 2005 e inserite “PA2: The Director’s Cut” di Marco Polo. That’s how you’ll feel Real.
Nel 2007 il producer canadese aveva rilasciato “Porth Authority“, un LP che conteneva i suoi beats corretti dai versi di alcune delle più grandi leggende del rap, da Masta Ace a Kool G Rap. Nei sei anni seguenti Marco Polo ha pubblicato altrettanti dischi, ottenendo sempre più consensi e applausi, arrivando dopo 5 anni di work in progress a concepire e ottenere il prodotto finale di cui parleremo oggi: “PA2: The Director’s Cut”, appunto.
Marco Polo dispone di una tecnica finissima. E’ forse uno dei pochi producer al mondo in grado di stendere un tappeto ricamato ad hoc per l’emcee che dovrà camminarci sopra. Pensate a “Per la mia Gente”: un progetto capolavoro di fusione italoamericana, che ha mantenuto il vibe e le radici del rap USA unendole al liricismo nostrano. Ghemon e Bassi hanno chiaramente due flow e due approcci musicali completamente diversi, ma nel disco creato assieme a Marco Polo non ci sono confini tra i due e il tutto è perfettamente amalgamato.
Lo stesso avviene in “PA2: The Director’s Cut”. Ogni strumentale sembra fatta apposta per chi ci dovrà rappare sopra. Per provare questo punto, vi basterà ascoltare le prime due tracce: “3 O-Clock” con Organized Konfusion (Pharoahe Monch & Prince Po riuniti per l’occasione!) e “Savages” con Slaine, Ill Bill e Celph Titled. Il disco è piuttosto lungo e composto da ben 18 tracce che per struttura e wave si presentano appetibili per i più saggi conoscitori della cultura Hip Hop. In alcuni momenti sembra sfiorare la monotonia, ma un ascolto più attento vi porterà a conoscere la cura dei dettagli e del mood unico e lineare di ogni singola track. “Emergency Man”, “Astonishing”, “What they Say”, “West Coast Love (che sarebbe perfetta all’interno di GTA) e “Strange Brew”: tanti pezzi stratosferici, ma nessuno sopra gli altri in maniera evidente, cosa che evidenzia la potenzialità di Marco Polo nell’essere dinamico e flessibile in ogni stesura.
Oltre ai già citati protagonisti delle prime canzoni, una rapida occhiata va data anche agli altri ospiti (con la O maiuscola) di “PA2: The Director’s Cut”: Rah Digga, Big Twin, Nature & F.T., Large Professor, Inspectah Deck, O.C. & Tragedy, MC Eiht & King Tee, Talib Kweli & DJ Premier, Masta Ace, A.G. & Posdnous (dei De La Soul) e molti, molti altri.
Ciò che Marco Polo produce è frutto di un impressionante orecchio musicale, una versione personalizzata della Golden Era del rap in cui il beatmaker riesce a legare vecchio e nuovo accontentando sia gli aficionados del boom bap e sia chi, oggi, cerca un suono moderno che non si stacchi troppo dal passato. Masterpiece.
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Mattia Polimeni